LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza, che richiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che la valutazione sulla gravità del reato è un potere discrezionale del giudice di merito e, se motivata in modo logico, non è sindacabile in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Giudice Può Negarla?

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione del sistema penale, permettendo di escludere la punibilità per reati di minima gravità. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione complessa da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del sindacato di legittimità sulla decisione del giudice di merito che nega questo beneficio, specialmente in casi come la guida in stato di ebbrezza.

I Fatti del Processo: Dalla Condanna alla Cassazione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2 lett. b) e comma 2-bis del Codice della Strada. L’imputato, non rassegnandosi alla condanna, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Secondo la difesa, le circostanze concrete del reato non erano tali da giustificare l’esclusione del beneficio, ritenendo che il fatto, nel suo complesso, fosse di lieve entità.

La Valutazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha ribadito i principi consolidati che governano l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La decisione di concedere o negare la non punibilità non si basa su automatismi, ma richiede un’analisi approfondita e globale.

I Criteri dell’Art. 133 del Codice Penale

Per stabilire se un fatto sia di particolare tenuità, il giudice deve effettuare una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. I parametri di riferimento sono quelli indicati dall’articolo 133, primo comma, del codice penale, che includono:

* Le modalità della condotta.
* Il grado di colpevolezza.
* L’entità del danno o del pericolo cagionato alla persona offesa.

Inoltre, a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), si deve tenere conto anche della condotta successiva al reato.

Il Potere Discrezionale del Giudice di Merito

La Corte ha sottolineato che questa valutazione rientra pienamente nei poteri discrezionali del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Di conseguenza, la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici che hanno analizzato le prove e i fatti nel dettaglio. Il controllo della Corte di legittimità è limitato alla verifica che la motivazione della sentenza impugnata non sia mancante o manifestamente illogica.

Le Motivazioni della Cassazione sul Tema della Particolare Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha ritenuto il motivo del ricorso manifestamente infondato. I giudici hanno osservato che la Corte d’Appello aveva correttamente applicato i principi menzionati, fondando la sua decisione sulla gravità del fatto, desunta dalle specifiche modalità concrete della condotta. Non è necessario che il giudice esamini analiticamente ogni singolo elemento previsto dalla norma; è sufficiente che indichi quelli ritenuti rilevanti per la decisione.

In questo caso, la motivazione della Corte d’Appello, pur potendo essere anche implicita e ricavabile dal complesso del tessuto argomentativo, è stata considerata adeguata e logica. La decisione di negare la particolare tenuità del fatto si basava su una valutazione concreta della pericolosità della condotta, rendendo la decisione incensurabile in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è una prerogativa del giudice di merito. Per ottenere il riconoscimento di questa causa di non punibilità, non è sufficiente che il reato rientri nei limiti di pena previsti dalla legge, ma è necessario che tutte le circostanze del caso concreto depongano per una minima offensività. La decisione del giudice, se basata su una motivazione logica e non contraddittoria, difficilmente potrà essere ribaltata in Cassazione, che non può entrare nel merito delle scelte discrezionali operate nei gradi precedenti. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma alla Cassa delle Ammende.

Quando può essere applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La sua applicazione richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto, tenendo conto, ai sensi dell’art. 133 c.p., delle modalità della condotta, del grado di colpevolezza, dell’entità del danno o del pericolo e della condotta successiva al reato.

La decisione del giudice che nega la particolare tenuità del fatto può essere riesaminata in Cassazione?
No, non nel merito. La valutazione rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione è totalmente mancante o manifestamente illogica, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione?
Comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dalla Corte, in favore della Cassa delle Ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati