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Particolare tenuità del fatto: la decisione

Un individuo, condannato per porto di coltello, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando l’avvenuta prescrizione del reato e il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha rigettato il ricorso, chiarendo che il calcolo della prescrizione doveva includere un periodo di sospensione previsto dalla legge e che la valutazione sulla tenuità del fatto è oggettiva e distinta da quella per la determinazione della pena minima.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Prescrizione: I Chiarimenti della Cassazione

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su due temi centrali del diritto e della procedura penale: la prescrizione del reato e l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione offre importanti chiarimenti su come calcolare i termini di prescrizione alla luce delle recenti riforme e ribadisce la natura oggettiva della valutazione richiesta dall’art. 131-bis del codice penale. Analizziamo insieme i dettagli di questo interessante caso.

I Fatti del Processo: Dal Tribunale alla Cassazione

Il caso ha origine dalla condanna di un uomo, in primo grado e poi in appello, alla pena di 3 mesi di arresto e 500 euro di ammenda per il reato di porto abusivo di un coltello, commesso nel dicembre 2018. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandosi su due motivi principali: l’avvenuta prescrizione del reato prima della sentenza d’appello e il mancato riconoscimento della non punibilità per la particolare tenuità del fatto.

Il Primo Motivo di Ricorso: La Prescrizione del Reato

La difesa sosteneva che il reato, una contravvenzione, si fosse estinto per prescrizione. Secondo i calcoli difensivi, il termine massimo di cinque anni (quattro anni di base più un anno per gli atti interruttivi) sarebbe scaduto nel dicembre 2023, prima della pronuncia della Corte d’appello nel febbraio 2024.

La Risposta della Cassazione sulla Prescrizione

La Suprema Corte ha dichiarato il motivo infondato. Il ragionamento dei giudici si è concentrato sull’applicazione di una specifica causa di sospensione della prescrizione, introdotta dalla c.d. “riforma Orlando” (legge n. 103/2017). Questa normativa, applicabile ai reati commessi tra l’agosto 2017 e il dicembre 2019, prevede un periodo di sospensione aggiuntivo. Di conseguenza, al termine di cinque anni deve essere aggiunto un ulteriore periodo di un anno e sei mesi. Questo spostava il termine ultimo per la prescrizione ben oltre la data della sentenza di appello, rendendo il reato ancora perseguibile.

Il Secondo Motivo: Sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il secondo argomento difensivo riguardava la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p., che esclude la punibilità per fatti di particolare tenuità. La difesa faceva leva su una frase contenuta nella sentenza di primo grado, dove il giudice aveva definito il fatto come “non particolarmente allarmante” per giustificare la concessione della pena minima. Secondo il ricorrente, tale valutazione avrebbe dovuto automaticamente portare al riconoscimento della tenuità dell’offesa.

La Distinzione tra Pena Minima e Tenuità del Fatto

Anche questo motivo è stato respinto. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la valutazione per la concessione della pena minima e quella per il riconoscimento della particolare tenuità del fatto sono due operazioni distinte, che si basano su parametri differenti. La prima può tenere conto di aspetti soggettivi legati alla personalità dell’imputato. La seconda, invece, richiede una valutazione puramente oggettiva della condotta e dell’entità del danno o del pericolo. La Corte ha sottolineato che l’esclusione della particolare tenuità è perfettamente compatibile con l’applicazione della pena nel suo minimo edittale. Inoltre, è onere dell’imputato indicare gli elementi specifici a sostegno della richiesta, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una rigorosa interpretazione delle norme procedurali e sostanziali. Per quanto riguarda la prescrizione, la sentenza conferma che il calcolo deve tenere conto di tutte le cause di sospensione vigenti al momento della commissione del reato, incluse quelle introdotte da riforme legislative. In merito alla particolare tenuità del fatto, viene riaffermato che si tratta di un istituto basato su parametri oggettivi (modalità della condotta, esiguità del danno) e che la sua applicazione non può essere dedotta automaticamente da altre valutazioni del giudice, come quelle relative alla commisurazione della pena. Il giudice di merito aveva correttamente respinto la richiesta poiché il porto di un coltello con una lama di 7 cm non poteva essere considerato un’offesa irrilevante.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti indicazioni pratiche. In primo luogo, evidenzia l’importanza di una corretta e aggiornata conoscenza delle norme sulla prescrizione, che sono state oggetto di numerose modifiche legislative. In secondo luogo, ribadisce che per invocare con successo la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, non basta un generico richiamo alla scarsa gravità, ma è necessario fornire al giudice elementi concreti e specifici che dimostrino l’effettiva tenuità dell’offesa sotto ogni profilo oggettivo. La decisione conferma un orientamento di rigore, volto a circoscrivere l’applicazione del beneficio ai soli casi in cui l’offesa al bene giuridico tutelato sia realmente minima.

Come si calcola la prescrizione per i reati commessi tra l’agosto 2017 e il dicembre 2019?
Al termine massimo di prescrizione, comprensivo degli atti interruttivi (in questo caso, cinque anni per una contravvenzione), deve essere aggiunto un ulteriore periodo di sospensione di un anno e sei mesi, come previsto dalla normativa vigente in quel periodo.

L’applicazione della pena minima significa che il fatto è di particolare tenuità?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che si tratta di due valutazioni separate basate su criteri diversi. La determinazione della pena può considerare aspetti soggettivi, mentre il giudizio sulla particolare tenuità del fatto si basa su parametri oggettivi legati all’offesa.

Cosa deve fare l’imputato per ottenere il riconoscimento della particolare tenuità del fatto?
L’imputato, tramite il suo difensore, deve indicare elementi di fatto specifici e concreti che dimostrino la minima offensività della condotta. Non è sufficiente fare riferimento a generiche valutazioni del giudice di primo grado, come la definizione del fatto quale “non particolarmente allarmante”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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