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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione decide

Un soggetto, condannato per aver portato fuori casa una mazza da baseball, ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il Tribunale aveva negato il beneficio basandosi unicamente sui precedenti penali dell’imputato. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, stabilendo che la valutazione della tenuità del fatto deve basarsi primariamente su elementi oggettivi legati al reato e non può essere esclusa solo per la presenza di precedenti, a meno che non ricorrano specifiche condizioni di abitualità nel reato.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: perché i precedenti penali non sempre contano

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per garantire la proporzionalità della risposta sanzionatoria dello Stato. Esso consente di non punire condotte che, pur costituendo formalmente reato, risultano in concreto di minima offensività. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sui criteri di valutazione, specificando come i precedenti penali dell’imputato non possano, da soli, giustificare il diniego di questo beneficio.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato riguardava un individuo condannato da un Tribunale alla pena di seicento euro di ammenda per aver portato fuori dalla propria abitazione, senza un giustificato motivo, una mazza da baseball in legno. L’oggetto, lungo 46 cm, era stato ritenuto uno strumento chiaramente utilizzabile per l’offesa alla persona, integrando così il reato previsto dalla legge sulle armi (L. 110/1975).

La Decisione del Tribunale e il Ricorso in Cassazione

Nonostante la difesa avesse richiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, il Tribunale aveva respinto l’istanza. La motivazione del rigetto si basava esclusivamente sui precedenti penali dell’imputato, considerati indicativi di una “personalità criminale piuttosto strutturata”.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge. L’unico motivo di ricorso era proprio il mancato riconoscimento dell’esimente di cui all’art. 131-bis c.p., nonostante ne ricorressero tutti i presupposti.

L’Importanza della valutazione oggettiva della particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio già consolidato dalle Sezioni Unite: la valutazione della particolare tenuità del fatto richiede un’analisi equilibrata di tutte le peculiarità della fattispecie concreta. Il giudice deve esaminare il disvalore effettivo del reato nel suo manifestarsi specifico.

Questo significa che, una volta accertata la sussistenza del reato, il magistrato deve effettuare una valutazione complessa che tenga conto dei criteri indicati dall’articolo 133, primo comma, del codice penale, quali:

* Le modalità della condotta
* Il grado di colpevolezza
* L’entità del danno o del pericolo

Le Motivazioni

La Corte ha censurato la decisione del Tribunale perché la sua motivazione era carente. Il giudice di merito si era limitato a richiamare i precedenti penali dell’imputato, un elemento di natura prettamente soggettiva, omettendo qualsiasi valutazione sugli indici oggettivi di gravità del reato. La valutazione richiesta dall’art. 131-bis è, per sua natura, prevalentemente oggettiva.

I precedenti penali, ha specificato la Cassazione, possono ostacolare il riconoscimento del beneficio solo se ricorrono le condizioni previste dal terzo comma dell’art. 131-bis. Ciò avviene, ad esempio, quando l’imputato è stato dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza, oppure quando ha commesso più reati della stessa indole. Nel caso di specie, il Tribunale non aveva fornito alcuna motivazione sul perché i precedenti dell’imputato rientrassero in queste categorie ostative, né aveva analizzato la gravità concreta del gesto di portare con sé una mazza da baseball in quelle specifiche circostanze.

Le Conclusioni

Per queste ragioni, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando il caso al Tribunale per un nuovo esame. Il nuovo giudice dovrà valutare nuovamente l’applicabilità della particolare tenuità del fatto, fornendo una motivazione completa che non si limiti a un generico richiamo ai precedenti penali, ma analizzi approfonditamente la gravità del fatto, il grado di colpevolezza e l’eventuale abitualità del comportamento dell’imputato. Questa decisione riafferma un principio cruciale: la valutazione penale deve essere sempre ancorata alla concretezza del fatto, evitando automatismi basati sulla sola storia personale dell’imputato.

I precedenti penali di un imputato escludono automaticamente l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No, secondo la Cassazione non la escludono automaticamente. I precedenti penali assumono rilevanza ostativa solo in casi specifici previsti dalla legge, come quando l’imputato è dichiarato delinquente abituale, professionale o per tendenza, o ha commesso più reati della stessa indole. La valutazione principale deve rimanere oggettiva, basata sulla gravità del fatto concreto.

Quali elementi deve valutare un giudice per decidere sulla particolare tenuità del fatto?
Il giudice deve compiere una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso concreto. Deve considerare le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo causato, seguendo i criteri dell’art. 133, primo comma, del codice penale. Non può basarsi solo su elementi soggettivi come la personalità dell’imputato.

Cosa succede quando la Cassazione annulla una sentenza per motivazione carente sulla particolare tenuità del fatto?
La Cassazione annulla la sentenza e rinvia il caso a un altro giudice dello stesso grado (in questo caso, il Tribunale in diversa composizione). Quest’ultimo dovrà riesaminare il punto specifico (l’applicabilità dell’art. 131-bis cod. pen.), attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione e fornendo una motivazione completa che tenga conto di tutti gli elementi oggettivi e soggettivi rilevanti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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