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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore contro la decisione di un Giudice di Pace che aveva archiviato un caso per particolare tenuità del fatto. Il caso riguardava un cittadino straniero accusato di non aver rispettato un ordine di espulsione. La Suprema Corte ha confermato che l’assenza di precedenti penali è un elemento fondamentale per valutare la lieve entità dell’offesa, respingendo le argomentazioni del Procuratore basate su precedenti di polizia non sfociati in condanne.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la fedina penale pulita è decisiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza della condizione di incensuratezza ai fini dell’applicazione della causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto. In un caso riguardante la violazione di un ordine di espulsione, i giudici hanno stabilito che l’assenza di condanne penali è un elemento sufficiente a giustificare la chiusura del procedimento, anche in presenza di precedenti di polizia. Questa decisione offre spunti cruciali sui criteri di valutazione della lieve offensività del reato.

I Fatti del Caso

Il procedimento ha origine dalla decisione di un Giudice di Pace di dichiarare il non doversi procedere nei confronti di un cittadino straniero. L’accusa era quella di essersi trattenuto illegalmente sul territorio italiano, violando un provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto e un ordine del Questore che gli intimava di lasciare il Paese entro sette giorni.

Il Giudice di Pace aveva basato la sua decisione sulla particolare tenuità del fatto, motivandola con la constatazione che l’imputato, sebbene presente in Italia da diversi anni, non aveva mai riportato condanne penali. La Procura Generale presso la Corte d’Appello, tuttavia, non ha condiviso questa valutazione e ha proposto ricorso per cassazione. Secondo la Procura, la decisione del giudice di primo grado era viziata da una motivazione illogica e carente, poiché non avrebbe tenuto in considerazione la “negativa personalità” dell’imputato, desumibile da precedenti di polizia che lo vedevano controllato con diversi nominativi.

La Valutazione della Corte sul ricorso e la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso della Procura inammissibile, confermando in toto la decisione del Giudice di Pace. I giudici supremi hanno evidenziato come il ricorso mirasse, in realtà, a una rivalutazione del merito della vicenda, un’attività preclusa in sede di legittimità.

L’elemento centrale della decisione della Cassazione risiede nella valorizzazione dello stato di incensuratezza dell’imputato. La Corte ha sottolineato che il ricorso della Procura era intrinsecamente contraddittorio: da un lato lamentava la mancata considerazione della personalità negativa del soggetto, dall’altro le stesse certificazioni allegate confermavano l’assenza di condanne a suo carico.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha richiamato i principi consolidati dalla giurisprudenza in materia di particolare tenuità del fatto nell’ambito del procedimento davanti al Giudice di Pace. La legge richiede una valutazione complessiva che tenga conto di diversi indici:

1. Esiguità del danno o del pericolo: L’offesa al bene giuridico tutelato deve essere minima.
2. Occasionalità della condotta: Il comportamento illecito non deve essere abituale.
3. Basso grado di colpevolezza: L’intenzione criminale deve essere di lieve entità.
4. Eventuale pregiudizio sociale: L’impatto sulla comunità deve essere trascurabile.

Questi indici non sono alternativi, ma concorrenti. Il requisito basilare rimane sempre l’esiguità del danno o del pericolo. Nel caso specifico, il Giudice di Pace ha correttamente ritenuto che il fatto fosse di “lievissima offensività”, basando il suo giudizio sintetico proprio sull’assenza di precedenti penali. Questo elemento è stato considerato evocativo di una “modestissima caratura delinquenziale” dell’imputato, rendendo la motivazione della sentenza di primo grado del tutto adeguata.

La Cassazione ha concluso che l’impugnazione della Procura non riusciva a scalfire l’architrave della decisione impugnata, la quale meritava quindi di restare immune da censure.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: ai fini del riconoscimento della particolare tenuità del fatto, lo stato di incensuratezza di un imputato ha un peso determinante. Non bastano semplici precedenti di polizia o segnalazioni, che non si sono tradotti in condanne definitive, per delineare una “personalità negativa” tale da precludere l’applicazione di questo istituto. La decisione sottolinea inoltre i limiti del ricorso per cassazione, che non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per contestare l’apprezzamento dei fatti operato dal giudice di merito, se la sua motivazione è logica e coerente con i principi di diritto.

Quando un reato può essere archiviato per particolare tenuità del fatto davanti al Giudice di Pace?
Un reato può essere archiviato per particolare tenuità quando una valutazione complessiva, basata su indici normativi, dimostra che il fatto è oggettivamente e soggettivamente modesto. I criteri includono l’esiguità del danno o del pericolo, l’occasionalità della condotta e il basso grado di colpevolezza.

La sola assenza di condanne penali è sufficiente per applicare la particolare tenuità del fatto?
Sì, secondo questa sentenza, lo stato di incensuratezza (assenza di condanne) può essere l’elemento decisivo. È stato considerato un indicatore chiave di una modestissima caratura delinquenziale, sufficiente a giustificare una valutazione di lievissima offensività del fatto.

Perché il ricorso del Procuratore è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché tentava di ottenere dalla Corte di Cassazione una nuova valutazione dei fatti, un’attività che non rientra nelle competenze del giudice di legittimità. Inoltre, le argomentazioni del Procuratore sono state ritenute contraddittorie, poiché le stesse prove da lui prodotte confermavano l’assenza di condanne a carico dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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