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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 29971/2024, ha annullato con rinvio una decisione della Corte d’Appello di Torino che aveva escluso l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a un caso di tentata rapina aggravata e lesioni. La Suprema Corte ha chiarito che, a seguito della Riforma Cartabia, i nuovi limiti di pena consentono di valutare l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. anche per questi reati, correggendo l’erronea interpretazione del giudice di merito.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione apre alla tentata rapina

La recente sentenza n. 29971/2024 della Corte di Cassazione segna un punto cruciale nell’interpretazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, specialmente dopo le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia. La Suprema Corte ha chiarito che tale istituto può essere applicato anche a reati gravi come la tentata rapina aggravata, a condizione che ne ricorrano i presupposti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I fatti del processo

Il caso riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per i reati di tentata rapina aggravata e lesioni personali aggravate. La difesa, nel ricorrere in Cassazione, ha sollevato un unico motivo: l’errata applicazione della legge penale, in particolare il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis del codice penale. La Corte d’Appello di Torino aveva infatti respinto la richiesta sostenendo che la qualificazione giuridica dei reati contestati ne impedisse a priori l’applicazione.

La decisione della Cassazione e la particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata e rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello per una nuova valutazione. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dell’art. 131-bis c.p. alla luce della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022).

L’impatto della Riforma Cartabia

La riforma ha esteso notevolmente l’ambito di applicazione della non punibilità per tenuità del fatto. Il criterio per individuare i reati compatibili è passato da un limite di pena “non superiore nel massimo a cinque anni” a “non superiore nel minimo a due anni”. Questo cambiamento, entrato in vigore prima della pronuncia della sentenza d’appello, è fondamentale per il caso in esame.

L’applicabilità ai reati contestati

La Cassazione ha smontato la tesi della Corte d’Appello, dimostrando che i reati contestati rientrano astrattamente nel nuovo perimetro dell’art. 131-bis c.p.:

1. Tentata Rapina Aggravata (artt. 56, 628 co. 2 c.p.): Per calcolare la pena ai fini dell’art. 131-bis, si parte dalla cornice edittale del reato consumato e si applica la riduzione per il tentativo. Il risultato è un minimo di pena inferiore ai due anni, rendendo quindi l’istituto astrattamente applicabile.
2. Lesioni Personali Aggravate (artt. 582, 585, 576 co. 1 n. 1 c.p.): Anche in questo caso, la Cassazione chiarisce un punto importante. L’art. 131-bis, comma 5, stabilisce che, ai fini del calcolo della pena, non si tiene conto delle circostanze aggravanti, ad eccezione di quelle a effetto speciale o che prevedono una pena di specie diversa. L’aggravante contestata non rientra in queste eccezioni e, pertanto, non osta all’applicazione della norma.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che le specifiche ipotesi di reato che la legge esclude esplicitamente dalla tenuità del fatto (elencate nel comma 3 dell’art. 131-bis) non includono quelle contestate nel caso di specie.

Le motivazioni della Corte

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su una rigorosa analisi testuale e sistematica della norma. Il giudice di merito aveva errato nel ritenere che la qualificazione giuridica dei fatti costituisse un ostacolo insuperabile. Al contrario, il legislatore, con la Riforma Cartabia, ha voluto ampliare l’operatività dell’istituto per deflazionare il sistema penale, evitando la punizione per fatti di minima offensività. La Corte d’Appello, quindi, non avrebbe dovuto fermarsi a un’esclusione aprioristica, ma avrebbe dovuto procedere a una valutazione concreta e nel merito della particolare tenuità del fatto, considerando le modalità della condotta e l’esiguità del danno.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante precedente che consolida l’estensione applicativa della particolare tenuità del fatto. Obbliga i giudici di merito a non escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. sulla base della sola qualificazione giuridica del reato, ma a entrare nel vivo della vicenda processuale per valutare se, in concreto, l’offesa al bene giuridico tutelato possa essere considerata minima. Questa pronuncia riafferma la funzione dell’istituto come strumento di proporzionalità ed economia processuale, in linea con lo spirito della Riforma Cartabia.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di tentata rapina aggravata?
Sì, secondo la sentenza, dopo la Riforma Cartabia è astrattamente possibile. Il calcolo della pena per il delitto tentato, riducendo la cornice edittale del reato consumato, può portare a un minimo di pena inferiore ai due anni, soglia prevista dalla nuova formulazione dell’art. 131-bis del codice penale.

La Riforma Cartabia ha modificato i requisiti per l’applicazione dell’art. 131-bis cod. pen.?
Sì, in modo significativo. La riforma ha sostituito il precedente limite di pena (massimo edittale non superiore a cinque anni) con un nuovo limite (minimo edittale non superiore a due anni), ampliando così il numero di reati per cui è possibile valutare la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d’appello?
La Corte ha annullato la sentenza perché il giudice d’appello ha erroneamente escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. sulla base della sola qualificazione giuridica dei reati (tentata rapina e lesioni aggravate), senza considerare che le modifiche della Riforma Cartabia rendevano astrattamente applicabile l’istituto. La Corte d’Appello avrebbe dovuto, invece, effettuare una valutazione nel merito sulla sussistenza o meno della tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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