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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per guida senza patente, stabilendo che un solo precedente penale e alcune violazioni amministrative non sono sufficienti a dimostrare l’abitualità del comportamento. Tale abitualità è una condizione ostativa all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale. La Corte ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando un Reato è Davvero ‘Abituale’? La Cassazione fa Chiarezza

La recente sentenza n. 21520/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui criteri per applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale. La Corte ha stabilito che un solo precedente penale non è sufficiente a configurare il ‘comportamento abituale’ che preclude l’accesso a questo beneficio, annullando una condanna per guida senza patente e rinviando il caso per una nuova valutazione.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imputato condannato in primo e secondo grado alla pena di venti giorni di arresto e 1.600 euro di ammenda per aver guidato un ciclomotore senza aver mai conseguito la patente, con l’aggravante della recidiva nel biennio. La Corte d’Appello di L’Aquila aveva confermato la decisione del Tribunale di Pescara.

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Errata valutazione sulla particolare tenuità del fatto: La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., ritenendo l’imputato un delinquente abituale sulla base di una singola condanna precedente (peraltro non ancora definitiva) e di altre tre occasioni in cui era stato sorpreso alla guida senza patente, che però non costituivano reati.
2. Rigetto della richiesta di rito abbreviato: L’imputato lamentava che la sua richiesta di accesso al giudizio abbreviato fosse stata illegittimamente considerata tardiva.

La Questione Giuridica: Particolare Tenuità del Fatto e Abitualità

Il fulcro della decisione ruota attorno al primo motivo di ricorso. L’art. 131-bis c.p. consente al giudice di non punire l’autore di un reato quando l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale. La legge, tuttavia, elenca alcune condizioni ostative, tra cui, appunto, l’aver commesso più reati della stessa indole.

La Corte d’Appello aveva considerato ‘abituale’ il comportamento dell’imputato sommando un precedente penale del 2020 con altri tre episodi del 2018 in cui era stato fermato senza patente. La difesa ha contestato questa interpretazione, sostenendo che solo i precedenti penali rilevano ai fini del giudizio di abitualità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato, mentre ha respinto il secondo.

Le motivazioni

La Corte ha chiarito in modo netto che, per valutare l’abitualità del comportamento ai fini dell’esclusione della particolare tenuità del fatto, è necessario basarsi su criteri rigorosi. Richiamando un fondamentale principio stabilito dalle Sezioni Unite (sentenza Tushaj, n. 13681/2016), la Cassazione ha ribadito che il comportamento è ‘abituale’ quando l’autore ha commesso, oltre al reato per cui si procede, almeno altri due illeciti penali della stessa indole.

Nel caso di specie, l’imputato risultava gravato da un solo precedente penale. Le altre occasioni in cui era stato trovato alla guida senza patente, non essendosi tradotte in sentenze di condanna, non potevano essere considerate come reati e, pertanto, erano irrilevanti per configurare un comportamento criminale abituale. Di conseguenza, la motivazione della Corte d’Appello è stata giudicata errata, rendendo necessaria una nuova valutazione del caso.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte ha confermato la correttezza della decisione dei giudici di merito. La richiesta di giudizio abbreviato e l’istanza di sospensione del procedimento con messa alla prova sono istituti alternativi e incompatibili. Una volta che l’imputato ha scelto una via (in questo caso, la messa alla prova, poi revocata), non può tornare indietro per chiedere l’accesso all’altra procedura speciale.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla questione della particolare tenuità del fatto e ha rinviato il giudizio alla Corte d’Appello di Perugia. Ha invece rigettato il resto del ricorso.

Questa sentenza rafforza un principio di garanzia fondamentale: la valutazione sull’abitualità del comportamento di un imputato non può basarsi su mere supposizioni o su fatti che non costituiscono reato. È necessario un accertamento rigoroso basato su sentenze di condanna definitive, evitando automatismi che potrebbero pregiudicare ingiustamente l’accesso a benefici di legge come la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Un solo precedente penale è sufficiente per escludere la particolare tenuità del fatto per ‘abitualità’?
No. Secondo la Corte di Cassazione, richiamando le Sezioni Unite, un singolo precedente penale è insufficiente a configurare il comportamento abituale ostativo all’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Sono necessari almeno due ulteriori reati della stessa indole.

Essere fermati più volte alla guida senza patente, senza che ciò porti a una condanna, conta come precedente penale ai fini dell’abitualità?
No. La sentenza chiarisce che tali episodi, se non si traducono in condanne penali, sono irrilevanti per la valutazione dell’abitualità del comportamento ai fini della non punibilità per particolare tenuità del fatto.

È possibile chiedere il rito abbreviato dopo la revoca della messa alla prova?
No. La Corte ha ribadito che la richiesta di giudizio abbreviato e l’istanza di messa alla prova sono alternative e soggette a precisi sbarramenti temporali. Una volta intrapresa la via della messa alla prova, non è più possibile chiedere il rito abbreviato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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