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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione chiarisce la distinzione tra reato di lieve entità per stupefacenti e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Pur accogliendo il ricorso per un errore di calcolo sulla confisca, la Corte ha respinto le censure sulla gravità del reato, ritenendo i due istituti non sovrapponibili e confermando la condanna nel resto.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Reato Lieve: La Cassazione Fa Chiarezza

Con la recente sentenza n. 20008/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande interesse pratico: la distinzione tra il reato di lieve entità in materia di stupefacenti e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Questa decisione offre importanti chiarimenti sui diversi presupposti applicativi dei due istituti, confermando che la qualificazione di un fatto come ‘lieve’ non comporta automaticamente la sua non punibilità. La Corte ha inoltre corretto un evidente errore di calcolo relativo a una confisca, dimostrando la sua funzione di garante della corretta applicazione della legge anche negli aspetti più pratici.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso di un individuo condannato in primo e secondo grado per illecita detenzione di cocaina. La Corte d’Appello di Roma aveva parzialmente riformato la prima sentenza, riducendo l’importo della confisca di denaro ma confermando nel resto la condanna. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione lamentando tre principali vizi:

1. La mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale sulla particolare tenuità del fatto, ritenuta contraddittoria rispetto alla qualificazione del reato come di lieve entità ai sensi della legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990).
2. La mancata concessione dell’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.), sostenendo che la Corte avesse erroneamente considerato il quantitativo totale di droga anziché i singoli episodi di spaccio.
3. Un errore di calcolo nella somma da restituire a seguito della revoca parziale della confisca.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili i primi due motivi di ricorso, ritenendoli manifestamente infondati, ma ha accolto il terzo motivo relativo all’errore di calcolo. Di conseguenza, ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale punto, rideterminando direttamente l’importo della confisca in Euro 20 e ordinando la restituzione della somma residua di Euro 195. La condanna penale, tuttavia, è stata confermata.

Le motivazioni: Differenza tra Reato Lieve e Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della sentenza risiede nella netta distinzione che la Corte traccia tra la fattispecie di lieve entità e la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. I giudici hanno ribadito un principio già consolidato in giurisprudenza: i due istituti non sono coincidenti né strutturalmente né teleologicamente.

– Per riconoscere il reato di lieve entità (art. 73, co. 5), il giudice valuta i mezzi, le modalità, le circostanze dell’azione, nonché la quantità e qualità della sostanza stupefacente.
– Per applicare la causa di non punibilità (art. 131-bis c.p.), invece, i parametri sono diversi: le modalità della condotta, il grado di colpevolezza, l’entità del danno o del pericolo e il carattere non abituale della condotta.

Nel caso specifico, la Corte territoriale aveva correttamente escluso la particolare tenuità del fatto valorizzando elementi come la cessione di droga ‘pesante’ e il rinvenimento di 20 involucri contenenti principio attivo sufficiente per 56 dosi. Tali elementi, secondo i giudici di merito e di legittimità, integravano un ‘rilevante allarme sociale’ incompatibile con la definizione di fatto particolarmente tenue.

Le motivazioni: L’esclusione dell’attenuante del lucro di speciale tenuità

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ritenuto corretta la valutazione dei giudici di merito che, considerando l’elevato grado di purezza della sostanza e il numero non irrisorio di dosi ricavabili, hanno escluso che l’imputato mirasse a un lucro di ‘speciale tenuità’. La Cassazione ha richiamato il principio secondo cui tale attenuante è applicabile solo quando la condotta, nel suo complesso, denota una finalità di guadagno marginale e ogni singolo episodio comporta un danno o pericolo di speciale tenuità, condizioni non riscontrate nel caso in esame.

L’Errore di Calcolo sulla Confisca

L’unico motivo accolto è stato quello relativo all’errore materiale. La Corte d’Appello, pur riducendo la confisca al solo provento della cessione accertata (Euro 20), aveva erroneamente disposto la restituzione di soli Euro 125, anziché dell’intera somma residua di Euro 195. La Cassazione, avvalendosi dei propri poteri, ha corretto l’errore annullando la sentenza su questo punto e disponendo l’integrale restituzione della somma non confiscata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un importante orientamento giurisprudenziale: la qualificazione di un reato in materia di stupefacenti come ‘lieve’ non implica automaticamente la sua non punibilità per particolare tenuità del fatto. Gli operatori del diritto devono attentamente valutare i diversi e specifici indici previsti dalle due norme. La sentenza, inoltre, evidenzia come il ricorso in Cassazione possa essere uno strumento efficace per correggere anche meri errori di calcolo, garantendo la piena tutela dei diritti patrimoniali dell’imputato, pur a fronte della conferma della responsabilità penale.

Un reato qualificato come di ‘lieve entità’ in materia di stupefacenti può beneficiare automaticamente della non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che si tratta di due istituti giuridici non coincidenti. Il reato di lieve entità (art. 73, co. 5, d.P.R. 309/90) si valuta in base a mezzi, modalità, circostanze dell’azione e quantità/qualità della droga. La particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) si valuta invece in base alle modalità della condotta, al grado di colpevolezza, all’entità del danno o del pericolo e al carattere non abituale della condotta.

Perché la Corte ha negato l’applicazione dell’attenuante del lucro di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.)?
La Corte ha ritenuto che l’elevato grado di purezza della sostanza e il numero non irrisorio di dosi ricavabili (56 dosi) escludessero la possibilità che l’imputato si ripromettesse di conseguire un lucro di speciale tenuità. L’attenuante non può essere concessa se, nel complesso, l’attività criminale non denota una finalità di lucro marginale.

Qual è stato l’esito finale del ricorso in Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la maggior parte delle censure, confermando la condanna. Tuttavia, è stato accolto limitatamente all’errore di calcolo sulla confisca. La Corte ha annullato senza rinvio la sentenza su questo punto, rideterminando l’importo da confiscare in Euro 20,00 e disponendo la restituzione all’imputato della somma residua di Euro 195,00.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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