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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per detenzione e spaccio di stupefacenti a causa di gravi vizi di motivazione. La sentenza di merito è stata giudicata assertiva e non conclusiva riguardo la destinazione allo spaccio della droga. Inoltre, è stata accolta la censura relativa alla mancata applicazione del principio di particolare tenuità del fatto, poiché due condotte illecite contestuali non integrano necessariamente un comportamento abituale. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando una Condanna per Droga Viene Annullata

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, è tornata a pronunciarsi su temi cruciali del diritto penale, quali il vizio di motivazione e l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il caso in esame riguarda un cittadino straniero condannato per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, la cui sentenza è stata annullata per la debolezza delle argomentazioni dei giudici di merito. Questa decisione offre importanti spunti di riflessione su come debba essere costruita una prova indiziaria e sui limiti del comportamento ‘abituale’ ai fini della punibilità.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato dalla Corte d’appello per il reato previsto dall’art. 73, comma 5, del Testo Unico Stupefacenti, per aver detenuto e ceduto eroina e marijuana. La condanna si basava su una serie di elementi raccolti durante le indagini: le modalità di occultamento della droga, il ritrovamento di una somma di denaro (340 euro) e le dichiarazioni spontanee dell’imputato che aveva indicato agli agenti il nascondiglio della sostanza.

La difesa, tuttavia, contestava la ricostruzione, evidenziando che la perquisizione personale dell’imputato e del presunto acquirente aveva dato esito negativo. Inoltre, la successiva perquisizione domiciliare aveva portato al rinvenimento di una modesta quantità di marijuana (pari a cinque dosi medie giornaliere), nascosta nel materasso dell’imputato in un appartamento condiviso con altre persone, mentre non veniva trovata alcuna traccia di eroina.

I Motivi del Ricorso e la valutazione della particolare tenuità del fatto

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali:
1. Nullità della sentenza per omessa traduzione, essendo l’imputato alloglotta.
2. Vizi di motivazione sulla colpevolezza, poiché gli indizi raccolti non erano univoci nel dimostrare la destinazione allo spaccio della sostanza.
3. Mancata motivazione su presunte irregolarità procedurali sollevate in appello.
4. Errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, motivata dalla corte d’appello con una presunta ‘abitualità’ della condotta.

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo, ma ha accolto tutti gli altri, ravvisando profonde lacune nel percorso argomentativo della sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha annullato con rinvio la sentenza di condanna, incaricando un’altra sezione della Corte d’appello di riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto enunciati.

Le motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su un’analisi rigorosa della logica e della coerenza della sentenza di merito. I giudici hanno ritenuto che la motivazione sulla colpevolezza fosse ‘radicalmente viziata’ e ‘sostanzialmente assertiva’.

In primo luogo, la Corte ha smontato il valore probatorio degli indizi. L’occultamento della marijuana nel materasso, ad esempio, non è stato considerato un elemento decisivo per provare lo spaccio, poiché compatibile anche con la necessità di un consumatore di nascondere la sostanza ad altri conviventi. Allo stesso modo, la somma di 340 euro non è stata ritenuta così ingente da essere sintomatica di un’attività illecita. Persino l’aver indicato spontaneamente il nascondiglio è stato visto come un dato ambiguo.

In secondo luogo, la Cassazione ha censurato la totale assenza di motivazione da parte della Corte d’appello sulle eccezioni procedurali sollevate dalla difesa, un vizio che da solo avrebbe potuto giustificare l’annullamento.

Infine, e con particolare rilevanza, è stato accolto il motivo relativo alla particolare tenuità del fatto. La Corte di merito aveva escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. basandosi sull’idea che la cessione di eroina e la detenzione di marijuana costituissero due condotte distinte, indicative di ‘abitualità’. La Cassazione ha corretto questa impostazione, chiarendo che, secondo l’orientamento delle Sezioni Unite, perché si configuri un ‘comportamento abituale’ ostativo, è necessario che l’autore abbia commesso almeno due illeciti oltre a quello per cui si procede. Due condotte sostanzialmente contestuali, come nel caso di specie, non possono essere considerate espressione di un comportamento criminale abituale. Pertanto, il giudice di rinvio dovrà rivalutare anche questo aspetto, qualora confermasse la colpevolezza.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per i giudici di merito sull’obbligo di fornire una motivazione completa, logica e non assertiva, specialmente quando la condanna si basa su prove indiziarie. Ogni elemento deve essere analizzato criticamente, considerando anche le possibili letture alternative favorevoli all’imputato, nel rispetto del principio del ‘ragionevole dubbio’. Inoltre, la decisione ribadisce i corretti criteri per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando che l’abitualità del comportamento non può essere presunta da condotte contestuali, ma deve emergere da una valutazione complessiva e rigorosa della storia criminale del soggetto.

Un imputato che non parla italiano ha sempre diritto alla traduzione della sentenza?
No. Secondo la Corte, l’imputato deve dimostrare un interesse concreto e attuale a ricorrere, provando in che modo la mancata tempestiva conoscenza della sentenza abbia influito negativamente sulle sue strategie difensive. La semplice allegazione di un pregiudizio potenziale non è sufficiente.

Nascondere della droga in casa è una prova sufficiente per una condanna per spaccio?
Non necessariamente. La sentenza chiarisce che l’occultamento della sostanza (in questo caso, in un materasso) è un’azione che può essere compatibile anche con il semplice possesso per uso personale, ad esempio per evitare che altri la sottraggano. Non è, quindi, una prova univoca di spaccio e deve essere valutata insieme ad altri elementi.

La commissione di due reati in materia di stupefacenti esclude automaticamente l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. La Corte ha stabilito che due condotte illecite sostanzialmente contestuali (come la presunta cessione di eroina e la detenzione di marijuana) non sono di per sé espressive di un ‘comportamento abituale’ che impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva e più approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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