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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha analizzato un caso di ricettazione di un telefono. Ha respinto il motivo di ricorso sulla prova del reato presupposto (il furto), ma ha accolto quello sull’omessa motivazione riguardo la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sentenza è stata annullata con rinvio alla Corte d’Appello per una nuova valutazione su questo specifico punto, sottolineando che il giudice è sempre tenuto a motivare il rigetto di una tale istanza.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla la condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 38123/2024) offre importanti chiarimenti su due temi centrali del diritto penale: la prova del reato presupposto nella ricettazione e l’obbligo di motivazione del giudice sulla richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte, pur confermando la colpevolezza dell’imputato, ha annullato la sentenza di condanna per un vizio di motivazione, rinviando il caso alla Corte d’Appello.

I Fatti del Caso: La Ricettazione di un Telefonino

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di ricettazione, per essere stato trovato in possesso di un telefono cellulare risultato rubato. La condanna era stata fissata in quattro mesi di reclusione e 200 euro di multa. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su due principali motivi di contestazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha articolato il suo ricorso su due argomentazioni principali:

1. Sulla prova del reato presupposto: Si sosteneva che la prova del furto del telefonino (reato presupposto della ricettazione) fosse stata acquisita illegittimamente. La provenienza illecita del bene era stata infatti desunta unicamente dalla querela presentata dalla vittima, la quale non era stata sentita in dibattimento. Secondo la difesa, tale documento, acquisito senza il consenso delle parti, era inutilizzabile per provare il fatto storico del furto.
2. Sulla particolare tenuità del fatto: Si lamentava la totale assenza di motivazione da parte della Corte d’Appello riguardo alla richiesta di applicare l’art. 131 bis c.p., ovvero la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto. Questa richiesta era stata formalizzata dalla difesa, ma i giudici di secondo grado l’avevano completamente ignorata nella loro sentenza.

La Decisione della Corte: Focus sulla Particolare Tenuità del Fatto

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambi i motivi, giungendo a conclusioni opposte per ciascuno di essi.

La Prova del Reato Presupposto

Sul primo punto, la Corte ha dichiarato il motivo manifestamente infondato. Ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: ai fini della configurabilità della ricettazione, non è necessario un accertamento giudiziale definitivo del reato presupposto con una sentenza di condanna. È sufficiente che la sua esistenza sia provata logicamente, anche sulla base di elementi indiziari. Nel caso specifico, la provenienza furtiva del telefono poteva essere desunta da una pluralità di fattori concreti: le indagini svolte, il sequestro del bene presso l’imputato e, infine, la stessa querela di furto. Quest’ultima, secondo la Corte, non serve solo come condizione di procedibilità, ma costituisce un elemento concreto che, unito agli altri, contribuisce a provare l’origine illecita del bene.

L’Omessa Motivazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il secondo motivo di ricorso è stato invece accolto. La Cassazione ha rilevato che la Corte d’Appello aveva effettivamente omesso qualsiasi motivazione sulla richiesta di applicare l’art. 131 bis c.p. Tale omissione non poteva essere considerata una semplice dimenticanza o un rigetto implicito, ma un vero e proprio vizio di motivazione, poiché la sentenza non dava alcun segno di aver preso in considerazione l’istanza difensiva. Questo ha portato all’annullamento della sentenza impugnata, ma limitatamente a questo punto.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è cruciale per comprendere la gerarchia delle valutazioni che un giudice deve compiere. La Corte ha chiarito che l’esame della particolare tenuità del fatto è un posterius, ovvero una valutazione che interviene solo dopo che la responsabilità penale dell’imputato è stata pienamente accertata in tutti i suoi elementi, sia oggettivi (il fatto) sia soggettivi (il dolo o la colpa).

L’applicazione dell’art. 131 bis c.p. non nega l’esistenza del reato, ma esclude la punibilità di un fatto che, pur essendo penalmente rilevante e offensivo, risulta di gravità talmente esigua da non meritare una sanzione penale. Questo presuppone, per logica, che il reato sia stato prima integrato e attribuito al suo autore. Di conseguenza, avendo la Cassazione dichiarato inammissibile il ricorso sulla questione della colpevolezza, tale accertamento è divenuto definitivo. La Corte d’Appello, in sede di rinvio, non potrà più discutere della responsabilità dell’imputato (né, ad esempio, dichiarare la prescrizione), ma dovrà limitarsi a valutare se, stante la sua colpevolezza, il fatto commesso possa essere considerato di particolare tenuità.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma due principi fondamentali. Primo, la prova del reato presupposto nella ricettazione può essere raggiunta anche attraverso elementi indiziari concreti e concordanti, come una querela, senza che sia necessaria una condanna per il reato principale. Secondo, e più importante, il giudice ha l’obbligo di motivare esplicitamente su ogni richiesta difensiva rilevante, come quella sull’applicazione della particolare tenuità del fatto. Un’omissione totale su questo punto costituisce un vizio che determina l’annullamento della sentenza. La decisione sottolinea come la valutazione sulla tenuità del fatto sia l’ultimo passaggio del giudizio, successivo e subordinato all’accertamento definitivo della colpevolezza.

Per condannare una persona per ricettazione, è necessario che l’autore del furto sia stato processato e condannato?
No. La sentenza chiarisce che per affermare la responsabilità per ricettazione è sufficiente provare l’esistenza del reato presupposto (ad esempio il furto), anche attraverso elementi indiziari come la denuncia della vittima e il sequestro del bene, senza che sia necessaria una precedente sentenza di condanna per chi ha commesso il furto.

Cosa accade se un giudice non si pronuncia su una specifica richiesta della difesa, come l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
La sentenza diventa viziata per omessa motivazione. Come stabilito dalla Corte di Cassazione in questo caso, la totale mancanza di risposta a un motivo di appello specifico comporta l’annullamento della sentenza, con rinvio a un altro giudice per una nuova valutazione sul punto ignorato.

La non punibilità per particolare tenuità del fatto può essere decisa prima di stabilire se l’imputato è colpevole?
No. La Corte ha precisato che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto è un passaggio successivo all’accertamento della piena responsabilità penale. Prima il giudice deve stabilire, al di là di ogni ragionevole dubbio, che l’imputato ha commesso il reato con tutti i suoi elementi oggettivi e soggettivi, e solo dopo può valutare se quel reato, già accertato, sia talmente lieve da non essere punito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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