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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per detenzione di un’arma bianca (baionetta), poiché il giudice di primo grado non aveva motivato in alcun modo il rigetto della richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sentenza sottolinea l’obbligo del giudice di fornire una motivazione su ogni istanza difensiva, rinviando il caso per un nuovo esame sul punto.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Annullamento per Mancata Motivazione

L’obbligo di motivazione è uno dei pilastri del nostro sistema giudiziario. Ogni decisione del giudice, specialmente se sfavorevole all’imputato, deve essere supportata da un’argomentazione chiara e logica. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce questo principio fondamentale, annullando una condanna per il reato di detenzione di armi a causa della totale assenza di motivazione su un punto cruciale sollevato dalla difesa: l’applicazione della particolare tenuità del fatto.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una sentenza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, emessa a seguito di un giudizio abbreviato. Un individuo veniva dichiarato colpevole del reato previsto dall’articolo 697 del codice penale per aver detenuto presso la propria abitazione una baionetta senza averne fatto denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza. La condanna consisteva in una pena di 240,00 euro di ammenda, già ridotta per la scelta del rito processuale.

Il Ricorso in Cassazione e la Mancata Motivazione sulla Particolare Tenuità del Fatto

L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza. Il motivo principale del ricorso era la violazione di legge derivante dalla totale assenza di motivazione in merito alla richiesta di applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale. Questa norma disciplina la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, un istituto che consente di escludere la pena per reati di minima offensività.

La difesa aveva esplicitamente richiesto, in sede di conclusioni, che venisse valutata tale causa di esclusione della punibilità. Tuttavia, il giudice di primo grado, nel condannare l’imputato, aveva completamente omesso qualsiasi considerazione su questo punto, ignorando di fatto l’istanza difensiva. Questo silenzio è stato posto al centro del ricorso come un grave vizio della sentenza.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato. In primo luogo, ha precisato che, trattandosi di una condanna alla sola pena dell’ammenda, la sentenza non era appellabile e quindi il ricorso diretto in Cassazione era il rimedio corretto.

Nel merito, i giudici di legittimità hanno evidenziato come il provvedimento impugnato avesse completamente ignorato la richiesta difensiva. La Corte ha ricordato che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto richiede un’analisi complessa e congiunta di tutti gli elementi della fattispecie concreta. Come stabilito dalle Sezioni Unite, il giudice deve considerare le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del danno o del pericolo, secondo i parametri dell’articolo 133 del codice penale.

L’omissione di qualsivoglia considerazione, anche implicita, su una richiesta così specifica e potenzialmente decisiva per l’esito del giudizio, costituisce un vizio di motivazione che impone l’annullamento della decisione. Il giudice non può semplicemente ignorare un’istanza difensiva, ma ha il dovere di esaminarla e fornire una risposta, positiva o negativa che sia, adeguatamente argomentata.

Le Conclusioni

Per questi motivi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma limitatamente al punto relativo alla causa di non punibilità. Ha quindi disposto il rinvio degli atti al Tribunale di Ragusa affinché un giudice proceda a un nuovo giudizio, questa volta esaminando esplicitamente la richiesta di applicazione dell’articolo 131-bis c.p. e motivando adeguatamente la propria decisione. Questa pronuncia riafferma un principio cardine: il diritto alla difesa si esplica anche nel diritto a ricevere una risposta motivata su ogni punto sollevato, garantendo trasparenza e controllo sull’operato del giudice.

È obbligatorio per un giudice motivare il rigetto della richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omissione di qualsiasi considerazione, anche implicita, su una specifica richiesta difensiva di applicare l’art. 131-bis c.p. costituisce un vizio di motivazione che comporta l’annullamento della sentenza.

Una sentenza di condanna alla sola pena dell’ammenda è appellabile?
No. La sentenza chiarisce che una condanna alla sola pena dell’ammenda non è soggetta ad appello, ma può essere impugnata direttamente con ricorso per cassazione.

Cosa accade quando la Cassazione annulla una sentenza per difetto di motivazione su un punto specifico?
In questo caso, la Corte ha annullato la sentenza limitatamente alla questione non motivata (l’applicazione della causa di non punibilità) e ha rinviato il caso al giudice di primo grado per un nuovo giudizio su quel punto, che dovrà essere debitamente motivato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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