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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla

Un imprenditore viene condannato per l’occultamento di sei fatture. La Corte di Cassazione, pur confermando la responsabilità penale, annulla la sentenza della Corte d’Appello che aveva negato l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la Suprema Corte, il giudice non può considerare altre condotte penalmente irrilevanti per escludere tale beneficio. Il caso è stato rinviato per una nuova valutazione sul punto.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando le condotte non penalmente rilevanti non contano

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 34072 del 2025, offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), specialmente in ambito di reati tributari. La Suprema Corte ha stabilito un principio cruciale: per valutare se un reato è di lieve entità, il giudice non può considerare altre condotte dell’imputato che, di per sé, non costituiscono reato. Questa decisione annulla parzialmente una sentenza di condanna, imponendo una nuova valutazione più rigorosa.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un imprenditore, legale rappresentante di una società, accusato di due reati tributari previsti dal D.Lgs. 74/2000: l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8) e l’occultamento o distruzione di scritture contabili (art. 10).

In primo grado, l’imprenditore era stato assolto dall’accusa di emissione di fatture fittizie ma condannato per l’occultamento della documentazione. La Corte di Appello ha parzialmente riformato la decisione: ha riqualificato una parte della condotta (relativa a 21 fatture modificate nell’importo) come dichiarazione fraudolenta (art. 3), ma ha assolto l’imputato perché la soglia di punibilità non era stata superata. Tuttavia, ha confermato la condanna per l’occultamento di altre sei fatture, mantenendo la pena di un anno di reclusione.

L’imprenditore ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando, tra le altre cose, la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data l’esiguità del residuo illecito contestato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto i primi tre motivi di ricorso, confermando la sussistenza del reato di occultamento. Ha ribadito che anche la semplice mancata esibizione volontaria delle fatture agli organi di controllo fiscale integra il reato, poiché ostacola l’accertamento. Tuttavia, ha accolto il quarto motivo, quello relativo all’art. 131-bis c.p.

La Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al punto in cui negava il beneficio della non punibilità e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte di Appello di Milano per una nuova valutazione. La condanna per il reato, quindi, rimane in piedi, ma dovrà essere riconsiderata la possibilità di non applicare la pena.

Le motivazioni sulla particolare tenuità del fatto

Il cuore della sentenza risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha censurato la decisione della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva negato la particolare tenuità del fatto basandosi su un ragionamento ritenuto errato. Per giustificare la non irrilevanza dell’offesa, i giudici di merito avevano valorizzato altre condotte dell’imputato (come le alterazioni delle 21 fatture) che, pur essendo state giudicate penalmente irrilevanti perché sotto soglia, avrebbero dimostrato una generale propensione all’illecito.

La Cassazione ha smontato questa tesi, affermando un principio di diritto di grande rilevanza: le condotte che sono ab origine prive di rilevanza penale non possono essere utilizzate per escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. In altre parole, un comportamento che la legge non considera reato non può essere usato per aggravare la valutazione di un altro comportamento che, invece, costituisce reato.

Secondo la Corte, confondere il piano della rilevanza penale con quello amministrativo o della moralità generale è un errore. Se un’azione non supera la soglia di punibilità, è come se, per il diritto penale, non fosse mai avvenuta. Utilizzarla per negare un beneficio su un altro reato sarebbe una violazione del principio di legalità. Inoltre, la Corte ha sottolineato che neanche la mancata ammissione di colpa da parte dell’imputato può essere un fattore ostativo, in ossequio al principio nemo tenetur se detegere (nessuno è obbligato ad accusare se stesso).

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza rafforza le garanzie per l’imputato, tracciando un confine netto tra ciò che è penalmente rilevante e ciò che non lo è. Le implicazioni pratiche sono notevoli:

1. Valutazione Circoscritta: Ai fini dell’applicazione della particolare tenuità del fatto, il giudice deve concentrarsi esclusivamente sulla gravità del reato per cui si procede, senza farsi influenzare da altri comportamenti dell’imputato che non costituiscono illecito penale.
2. Irrilevanza delle Condotte Sotto Soglia: Nei reati tributari, dove esistono soglie di punibilità, le condotte che rimangono al di sotto di tali soglie non possono essere considerate per negare la non punibilità per fatti di lieve entità che, invece, le superano di poco.
3. Tutela del Diritto di Difesa: La scelta difensiva di non ammettere la propria responsabilità non può pregiudicare l’accesso a benefici di legge come quello previsto dall’art. 131-bis c.p.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha riaffermato che il giudizio sulla tenuità del fatto deve essere rigoroso e ancorato esclusivamente agli elementi costitutivi del reato, evitando valutazioni morali o basate su condotte penalmente neutre.

Condotte penalmente irrilevanti possono escludere l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per valutare la non punibilità per particolare tenuità del fatto, non si può tener conto di condotte che ‘ab origine’ erano prive di rilevanza penale, come quelle al di sotto delle soglie di punibilità.

Cosa succede in caso di annullamento parziale della sentenza limitato alla valutazione della particolare tenuità del fatto?
La sentenza di condanna per il reato rimane valida, ma il caso viene rinviato a un altro giudice dello stesso grado (in questo caso, un’altra sezione della Corte d’Appello) che dovrà riesaminare esclusivamente la possibilità di applicare la causa di non punibilità. Il giudice del rinvio non potrà dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata dopo l’annullamento parziale.

La semplice mancata esibizione di fatture agli organi accertatori integra il reato di occultamento?
Sì. Secondo la giurisprudenza costante richiamata dalla Corte, la semplice mancata e volontaria esibizione della documentazione contabile ai soggetti preposti alle verifiche fiscali è una condotta idonea a integrare il reato di occultamento, in quanto impedisce o rende più difficile la ricostruzione dei redditi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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