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Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per ingresso e soggiorno illegale, stabilendo che il Giudice di Pace aveva erroneamente negato l’applicazione della causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto. La motivazione del rigetto è stata giudicata illogica e basata su precedenti penali inesistenti agli atti. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame che valuti correttamente i presupposti della particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione annulla condanna per motivazione illogica

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 414/2024, è intervenuta su un caso di ingresso e soggiorno illegale, offrendo importanti chiarimenti sull’applicazione della causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto. La pronuncia ha annullato la decisione di un Giudice di Pace, ritenendo la sua motivazione errata e basata su presupposti non verificati, riaffermando la necessità di una valutazione rigorosa e concreta dei criteri previsti dalla legge.

I Fatti di Causa

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace di Pescara per il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, previsto dall’art. 10-bis del D.Lgs. n. 286/1988. La condanna prevedeva una pena di 5.000 euro di ammenda.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando la mancata applicazione dell’art. 34 del D.Lgs. n. 274/2000. Questa norma introduce la causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto nei procedimenti davanti al Giudice di Pace. Secondo la difesa, il giudice di primo grado aveva erroneamente escluso questa possibilità, violando la legge e fornendo una motivazione viziata.

I Criteri per la Particolare Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha ribadito che il principio di particolare tenuità del fatto è pienamente applicabile anche al reato di ingresso e soggiorno illegale. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una verifica attenta e rigorosa di specifici presupposti. Questi includono:

* Esiguità dell’offesa: il danno o il pericolo per l’interesse protetto dalla norma deve essere minimo.
* Natura occasionale della violazione: il comportamento dell’imputato non deve essere abituale.
* Ridotto grado di colpevolezza: l’elemento soggettivo del reato deve essere di lieve entità.
* Valutazione del pregiudizio: si deve considerare il danno che il procedimento penale potrebbe arrecare alle esigenze di lavoro, studio, famiglia o salute dell’imputato.

L’istituto funge da strumento moderatore, volto a evitare che il sistema giudiziario si occupi di vicende di scarsissima rilevanza penale, che non destano un reale allarme sociale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, giudicando la motivazione della sentenza impugnata come ‘non conforme alle risultanze processuali’. I giudici di legittimità hanno individuato due vizi principali nel ragionamento del Giudice di Pace:

1. Motivazione apodittica ed erronea sull’interesse tutelato: Il giudice di primo grado aveva rigettato la richiesta sostenendo che il reato di ingresso illegale lede un ‘rilevante interesse dello Stato’. La Cassazione ha definito questa affermazione ‘apodittica’ (cioè priva di argomentazione) e ‘manifestamente erronea’. Infatti, il fatto che il reato sia punito con la sola pena dell’ammenda dimostra che il legislatore stesso non lo considera di particolare gravità.

2. Riferimento a precedenti penali inesistenti: La motivazione faceva riferimento a ‘numerosi procedimenti penali’ a carico dell’imputato per negare il requisito della occasionalità della condotta. Tuttavia, la Corte ha accertato che tali procedimenti non risultavano affatto dal certificato penale presente agli atti del processo. Una decisione non può fondarsi su fatti non provati o, peggio, inesistenti.

Sulla base di queste gravi lacune motivazionali, la sentenza è stata annullata.

Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito per i giudici di merito. La decisione di escludere l’applicabilità della particolare tenuità del fatto non può basarsi su affermazioni generiche o su elementi fattuali non riscontrabili negli atti processuali. Ogni valutazione deve essere ancorata a parametri concreti e verificabili, come richiesto dalla giurisprudenza consolidata. La Corte ha quindi disposto l’annullamento con rinvio al Giudice di Pace di Pescara, che, in persona di un diverso magistrato, dovrà procedere a un nuovo giudizio, sanando i vizi motivazionali e valutando correttamente se sussistano i presupposti per la non procedibilità.

La causa di non procedibilità per particolare tenuità del fatto è applicabile al reato di ingresso e soggiorno illegale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’istituto previsto dall’art. 34 del d.lgs. n. 274/2000 è applicabile al reato di cui all’art. 10-bis del d.lgs. n. 286/1988, come stabilito dalla consolidata giurisprudenza.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza del Giudice di Pace?
La Corte ha annullato la sentenza perché la motivazione era viziata. In particolare, era apodittica riguardo alla rilevanza dell’interesse protetto dalla norma e si basava sull’esistenza di numerosi precedenti penali che, in realtà, non risultavano dal certificato penale agli atti.

Un giudice può basare la propria decisione su precedenti penali non documentati nel processo?
No. La sentenza chiarisce che la motivazione di un provvedimento giudiziario deve fondarsi esclusivamente sulle risultanze processuali. Riferirsi a procedimenti penali che ‘non risultano affatto dal certificato penale agli atti’ costituisce un grave vizio di motivazione che porta all’annullamento della decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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