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Particolare tenuità del fatto: il pagamento non basta

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2788/2025, ha stabilito che il successivo pagamento integrale del debito tributario non è sufficiente a giustificare l’assoluzione per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) quando il reato originario consiste in un’evasione fiscale di importo rilevante. La condotta post-reato, pur positiva, deve essere bilanciata con la gravità iniziale del fatto, che resta il criterio centrale di valutazione.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Pagare il Debito Fiscale Non Sempre Assolve

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 2788/2025 offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto nei reati tributari. La Corte ha stabilito che, anche dopo le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia, il pagamento integrale del debito con il Fisco non è un ‘salvacondotto’ automatico se l’evasione originaria è di importo considerevole. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

Il Caso: Evasione Fiscale e Pagamento Tardivo

Un contribuente veniva condannato per il reato di cui all’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, ovvero per aver utilizzato fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere le imposte. La Corte di Appello, pur riconoscendo un’attenuante, aveva confermato una pena di 8 mesi di reclusione.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avrebbero dovuto assolverlo per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale. La sua difesa si basava su un punto cruciale: dopo la commissione del reato, egli aveva saldato integralmente il suo debito tributario, pagando anche una somma aggiuntiva tramite rateizzazione. Secondo il ricorrente, questa condotta successiva avrebbe dovuto essere valorizzata come decisiva per il riconoscimento della tenuità.

La Difesa e la Particolare Tenuità del Fatto

L’argomento difensivo si fondava sulla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), che ha modificato l’art. 131-bis c.p. introducendo tra i criteri di valutazione anche la “condotta susseguente al reato”. La difesa sosteneva che il pagamento del debito, essendo una condotta successiva positiva, avrebbe dovuto prevalere sugli altri elementi e rendere il fatto complessivamente di lieve entità, meritando così il proscioglimento.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una lettura rigorosa e bilanciata della norma.

Il Ruolo della Condotta Susseguente

I giudici hanno innanzitutto chiarito che la condotta successiva al reato è solo uno degli elementi che il giudice deve considerare. Esso si aggiunge, senza sostituirli, ai criteri tradizionali: le modalità della condotta e l’esiguità del danno o del pericolo. Il pagamento del debito non può, da solo, trasformare un reato grave in un fatto tenue. L’analisi deve essere complessiva e bilanciata.

La Gravità Originaria del Reato Resta Centrale

Il punto focale della decisione è che la valutazione sulla gravità del reato deve partire dal momento in cui esso è stato commesso. Nel caso specifico, l’evasione fiscale ammontava a oltre 132.000 euro di imponibile e circa 29.000 euro di IVA. Secondo la Corte, un’offesa di tale portata economica non può in alcun modo essere definita di ‘particolare tenuità’.

La sentenza afferma un principio netto: una condotta successiva, per quanto lodevole come il pagamento del dovuto, non può cancellare la gravità intrinseca di un reato caratterizzato da un danno economico significativo per lo Stato. Il proscioglimento è stato quindi giustamente negato dalla Corte di Appello.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale volto a evitare un’applicazione eccessivamente estensiva della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Per i reati tributari, il messaggio è chiaro: l’adempimento tardivo dell’obbligazione fiscale è un elemento positivo che può essere considerato, ad esempio per la determinazione della pena, ma non è sufficiente a rendere ‘tenue’ un’evasione di importo rilevante. La gravità del danno arrecato all’Erario al momento della consumazione del reato rimane il perno della valutazione giudiziale.

Il pagamento del debito tributario dopo la commissione del reato garantisce l’assoluzione per particolare tenuità del fatto?
No. Secondo la sentenza, il pagamento successivo è un elemento da valutare, ma non è di per sé sufficiente a rendere tenue un’offesa che, al momento della sua commissione, era di notevole gravità a causa dell’ingente importo evaso.

Come viene valutata la ‘condotta susseguente al reato’ ai fini dell’applicazione dell’art. 131-bis cod. pen.?
La condotta susseguente, come il risarcimento del danno, viene valutata insieme a tutti gli altri parametri previsti dalla legge (modalità dell’azione, entità del danno). Non è un criterio prevalente, ma deve essere bilanciato con la gravità complessiva del fatto.

Un’evasione fiscale di importo elevato può essere considerata di particolare tenuità?
No. La Corte ha stabilito che un’evasione pari a 132.093,17 euro di imponibile e 29.060,48 euro di IVA non può essere considerata di lieve entità. L’entità dell’evasione resta un fattore centrale e ostativo al riconoscimento del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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