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Particolare tenuità del fatto: il diritto al contraddittorio

Un tribunale aveva assolto un imputato per il reato di lieve entità relativo a stupefacenti, applicando la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto prima dell’inizio del processo e senza sentire le parti. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che tale proscioglimento richiede obbligatoriamente un’udienza in cui sia l’imputato che il pubblico ministero possano esprimere le proprie osservazioni. La violazione di questo diritto al contraddittorio determina la nullità assoluta della sentenza.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Particolare Tenuità del Fatto Esige il Contraddittorio: La Cassazione Annulla Assoluzione De Plano

Il principio del contraddittorio è una colonna portante del nostro sistema processuale penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo concetto, in particolare riguardo all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Anche una decisione apparentemente favorevole all’imputato, come un proscioglimento, non può essere presa senza garantirgli il diritto di essere ascoltato. Vediamo perché.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Bergamo, in fase predibattimentale, aveva prosciolto un imputato dal reato di cui all’art. 73, quinto comma, del Testo Unico Stupefacenti (fatto di lieve entità), ritenendo applicabile la causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

La particolarità, e il vizio, di questa decisione risiedeva nella modalità con cui era stata adottata: inaudita altera parte, ovvero senza aver prima sentito né l’imputato né il suo difensore. L’imputato, non soddisfatto di questa formula di proscioglimento che comunque lascia una traccia, ha impugnato la sentenza, lamentando la violazione del suo diritto al contraddittorio e alla difesa.

La Questione Giuridica: È Legittima l’Assoluzione per Particolare Tenuità del Fatto Senza Udienza?

Il nodo centrale della questione era stabilire se un giudice potesse, per ragioni di economia processuale, emettere una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto senza aver prima instaurato un confronto tra le parti. La difesa dell’imputato sosteneva che tale procedura violasse norme fondamentali del codice di procedura penale, della Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

La Corte d’Appello, riconoscendo l’inappellabilità di questo tipo di sentenze, ha trasmesso gli atti direttamente alla Corte di Cassazione per la valutazione della legittimità del provvedimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. La decisione si basa su una chiara interpretazione dell’articolo 469, comma 1-bis, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce esplicitamente che la sentenza di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto può essere pronunciata solo «previa audizione in camera di consiglio anche della persona offesa, se compare».

Il Collegio ha affermato che emettere tale sentenza de plano, ovvero senza un rituale avviso alle parti e una conseguente udienza, costituisce una nullità assoluta e insanabile ai sensi degli articoli 178 e 179 del codice di procedura penale. Questo perché viene leso il nucleo essenziale del diritto al contraddittorio.

La Corte ha inoltre chiarito perché questo diritto sia così cruciale anche in caso di proscioglimento. La declaratoria di non punibilità ex art. 131-bis c.p.:
1. Presuppone l’accertamento del fatto: Il giudice accerta che il reato è stato commesso dall’imputato, anche se lo ritiene non punibile.
2. Ha effetti non liberatori: La sentenza viene iscritta nel casellario giudiziale dell’imputato.
3. Osta a future applicazioni: L’iscrizione può impedire che lo stesso beneficio venga concesso in futuro per altri reati.

Per queste ragioni, l’imputato deve sempre avere la possibilità di interloquire, potendo avere interesse a un proscioglimento nel merito con formula piena (es. “perché il fatto non sussiste” o “per non aver commesso il fatto”), che è pienamente liberatorio e non lascia alcuna traccia negativa.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma un principio inviolabile: nessuna decisione che incide sulla sfera giuridica di un imputato può essere presa senza garantirgli la possibilità di difendersi e di essere ascoltato. L’applicazione della particolare tenuità del fatto non fa eccezione. Anche se finalizzata a deflazionare il carico giudiziario, questa procedura non può sacrificare il diritto fondamentale al contraddittorio. La Corte di Cassazione ha quindi annullato la sentenza e disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Bergamo, affinché proceda nel rispetto delle garanzie processuali, assicurando il necessario confronto tra accusa e difesa.

È possibile per un giudice assolvere un imputato per particolare tenuità del fatto senza un’udienza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che è obbligatoria un’udienza in camera di consiglio per sentire sia il pubblico ministero che l’imputato prima di poter emettere una sentenza di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Perché è necessario sentire l’imputato se la decisione è un proscioglimento?
Perché il proscioglimento per particolare tenuità del fatto non è pienamente liberatorio. Implica un accertamento della responsabilità, viene iscritto nel casellario giudiziale e può precludere l’applicazione futura dello stesso beneficio. L’imputato potrebbe quindi avere interesse a un’assoluzione nel merito con formula piena.

Cosa succede a una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto emessa senza rispettare il contraddittorio?
Tale sentenza è viziata da nullità assoluta e insanabile. La Corte di Cassazione, se investita della questione, la annulla senza rinvio e ordina la trasmissione degli atti al giudice di primo grado affinché proceda correttamente, garantendo il diritto delle parti a essere sentite.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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