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Particolare tenuità del fatto: guida in stato di ebrezza

La Corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione per particolare tenuità del fatto di un automobilista trovato con un tasso alcolemico di 1,61 g/l. La decisione si fonda sull’assenza di una condotta di guida pericolosa, sul comportamento collaborativo dell’imputato e sulla sua incensuratezza, elementi ritenuti prevalenti rispetto al solo dato del tasso alcolemico elevato.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la guida in ebbrezza non è punibile

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 35724/2024, offre un’importante chiave di lettura sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto nel reato di guida in stato di ebbrezza. Anche in presenza di un tasso alcolemico significativamente superiore al limite di legge, la condotta complessiva dell’automobilista e l’assenza di pericolo concreto possono portare all’assoluzione. Analizziamo questa decisione per comprendere i criteri valutati dai giudici.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva fermato per un controllo di routine durante la notte. Sottoposto all’alcoltest, risultava avere un tasso alcolemico pari a 1,44 g/l alla prima prova e 1,61 g/l alla seconda, valori che configurano l’ipotesi più grave del reato di guida in stato di ebbrezza (art. 186, comma 2, lett. c del Codice della Strada). Mentre il Tribunale di primo grado lo aveva condannato, la Corte d’Appello ribaltava la decisione, assolvendolo per la particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Il Ricorso del Procuratore Generale

Contro l’assoluzione, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello proponeva ricorso in Cassazione. Secondo l’accusa, la Corte territoriale aveva errato nel concedere la non punibilità, sottovalutando elementi di gravità quali:
* L’elevato tasso alcolemico, pari a oltre il triplo del limite amministrativo.
* La commissione del fatto in orario notturno, circostanza che aumenta il pericolo per la circolazione.
* La presenza di indici fisici di ubriachezza (alito vinoso, linguaggio sconnesso, ecc.).

Il Procuratore sosteneva che l’incensuratezza e il comportamento sereno dell’imputato fossero elementi ‘neutri’, non sufficienti a giustificare l’applicazione del beneficio.

L’Applicazione della Particolare Tenuità del Fatto secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la sentenza di assoluzione. I giudici supremi hanno chiarito che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può basarsi solo sul dato numerico del tasso alcolemico, ma richiede un’analisi complessiva della condotta. Il ricorso del Procuratore è stato interpretato come un mero ‘dissenso soggettivo’ rispetto alla valutazione, discrezionale ma non illogica, compiuta dai giudici di merito.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Cassazione si fonda su una serie di elementi concreti che, nel loro insieme, hanno delineato un quadro di minima offensività. In primo luogo, è stato decisivo il fatto che l’imputato non stesse tenendo una condotta di guida anomala o pericolosa. Il controllo era di tipo ‘routinario’ e non scaturito da manovre irregolari che avessero attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Questo ha permesso di escludere un pericolo concreto per la circolazione, nonostante l’orario notturno.

In secondo luogo, la Corte ha valorizzato il comportamento collaborativo e corretto tenuto dall’automobilista durante il controllo, unitamente alla sua assoluta incensuratezza. Questi fattori, contrariamente a quanto sostenuto dall’accusa, non sono stati ritenuti ‘neutri’, ma indici significativi dell’assoluta occasionalità della condotta. Il valore del tasso alcolemico, seppur superiore alla soglia più grave, è stato considerato ‘di poco superiore’ al limite di 1,5 g/l, e quindi non ostativo di per sé all’applicazione del beneficio in presenza degli altri elementi favorevoli.

Conclusioni

La sentenza stabilisce un principio fondamentale: per escludere la punibilità per particolare tenuità del fatto non è sufficiente un tasso alcolemico elevato. Il giudice deve effettuare una valutazione globale che tenga conto delle modalità concrete della condotta, del grado di pericolo effettivamente causato e della personalità dell’imputato. L’assenza di manovre di guida pericolose e un profilo personale non incline a delinquere possono essere decisivi per ritenere l’episodio occasionale e di minima gravità, giustificando così la non punibilità anche per la fattispecie più severa di guida in stato di ebbrezza.

Un tasso alcolemico elevato esclude automaticamente l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No, secondo la sentenza, un tasso alcolemico elevato (in questo caso 1,61 g/l) non esclude di per sé l’applicazione della causa di non punibilità. È necessario valutare l’intera condotta e il contesto.

Quali elementi ha considerato la Corte per confermare l’assoluzione per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha considerato determinanti l’assenza di condotte di guida pericolose o anomale (il controllo era di routine), il comportamento collaborativo e corretto dell’imputato, e la sua totale incensuratezza, che insieme indicavano l’assoluta occasionalità del fatto.

Perché la guida in orario notturno non è stata considerata un elemento sufficiente a negare la non punibilità?
Sebbene la guida notturna possa aumentare il pericolo, in questo caso specifico la Corte d’appello ha ritenuto tale pericolo non attuale, poiché la sentenza ha accertato la mancanza di ‘comportamenti di guida inappropriati, imprudenti o pericolosi’ da parte dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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