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Particolare tenuità del fatto: guida in ebbrezza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che dichiarava non punibile per particolare tenuità del fatto un conducente per guida in stato di ebbrezza. Secondo la Corte, il giudice di merito ha errato nel non considerare adeguatamente la gravità oggettiva della condotta, data dall’elevato tasso alcolemico, limitandosi a valorizzare l’incensuratezza dell’imputato e l’episodicità del comportamento. Il caso è stato rinviato per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto e Guida in Ebbrezza: I Limiti secondo la Cassazione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per il principio di proporzionalità della pena. Tuttavia, la sua applicazione a reati di pericolo, come la guida in stato di ebbrezza, solleva questioni complesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito i paletti che i giudici devono rispettare, sottolineando che una fedina penale pulita e un singolo episodio non bastano a escludere la punibilità se la condotta è oggettivamente grave.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Vercelli aveva dichiarato non punibile un automobilista accusato del reato di guida in stato di ebbrezza, nella sua forma più grave (art. 186, comma 2, lett. c) del Codice della Strada). La decisione del giudice di primo grado si fondava su due elementi principali: lo stato di incensuratezza dell’imputato e la natura apparentemente isolata ed episodica della sua condotta.

Insoddisfatto di questa valutazione, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che il Tribunale avesse violato la legge. L’accusa principale era quella di non aver operato una valutazione concreta dell’offensività del fatto, ignorando il significativo superamento della soglia alcolemica prevista dalla norma.

La Questione Giuridica: I Criteri per la Particolare Tenuità del Fatto

Il nodo centrale della questione riguarda i criteri che il giudice deve utilizzare per valutare la particolare tenuità del fatto. Può un reato di pericolo, che mette a rischio la sicurezza pubblica, essere considerato ‘tenue’ solo perché commesso da una persona senza precedenti penali?

Il ricorrente ha richiamato un importante principio stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza Tushaj, n. 13681/2016), secondo cui “quanto più ci si allontana dal valore soglia, tanto più è verosimile che ci si trovi in presenza di un fatto non specialmente esiguo”. In altre parole, l’entità del superamento del limite alcolemico è un indice fondamentale della gravità oggettiva del reato e non può essere ignorato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso del Procuratore Generale. Ha annullato la sentenza del Tribunale di Vercelli e ha disposto il rinvio del caso alla Corte d’Appello di Torino per un nuovo giudizio. Secondo gli Ermellini, la valutazione del giudice di primo grado è stata errata e incompleta.

Le Motivazioni

La sentenza impugnata, secondo la Cassazione, presentava tre profili di erroneità:

1. Mancata esplorazione degli elementi oggettivi: Il Tribunale si è concentrato esclusivamente su aspetti soggettivi (l’incensuratezza e l’occasionalità), tralasciando completamente di analizzare gli elementi oggettivi del reato. In particolare, non ha considerato la pericolosità concreta della condotta, desumibile dal grado di sforamento del tasso alcolemico, che rientrava nell’ipotesi più grave prevista dalla legge.

2. Erroneo utilizzo del canone dell’occasionalità: La Corte ha precisato che l’unicità di un episodio non diminuisce di per sé la sua pericolosità. Un singolo atto di guida in stato di ebbrezza grave può avere conseguenze devastanti e, pertanto, la sua natura ‘occasionale’ non è sufficiente a renderlo ‘tenue’.

3. Uso di un parametro di giudizio sbagliato: Il Tribunale ha parlato di condotta di «non particolare gravità», mentre la norma richiede una valutazione sulla “particolare tenuità” del fatto. Si tratta di due concetti diversi: il secondo impone un giudizio più rigoroso e selettivo. Il giudice non deve limitarsi a verificare che il fatto non sia grave, ma deve accertare che sia, positivamente, di minima offensività.

Le Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto richiede un’analisi completa e bilanciata di tutti gli indici previsti dalla norma, sia soggettivi che oggettivi. Per la guida in stato di ebbrezza, il livello del tasso alcolemico è un elemento oggettivo cruciale che non può essere trascurato. Una fedina penale pulita non è un ‘pass’ automatico per l’impunità se la condotta ha messo concretamente a repentaglio la sicurezza stradale. I giudici di merito sono chiamati a motivare in modo approfondito le ragioni per cui un fatto, pur superando una soglia di legge, possa essere considerato di offensività minima.

È possibile applicare la non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di guida in stato di ebbrezza?
Sì, la giurisprudenza ammette in astratto l’applicabilità, ma richiede una valutazione molto rigorosa di tutti i presupposti. La decisione deve essere motivata con riferimento alle concrete modalità della condotta e non solo a profili soggettivi come l’assenza di precedenti penali.

Una persona incensurata che guida in stato di ebbrezza per la prima volta può sempre beneficiare della non punibilità?
No, non automaticamente. Come chiarito dalla sentenza, l’incensuratezza e l’occasionalità della condotta sono solo alcuni degli elementi da considerare. Se il fatto presenta una gravità oggettiva rilevante, ad esempio per un tasso alcolemico molto superiore al limite, questi elementi soggettivi non sono sufficienti a giustificare la non punibilità.

Quali errori ha commesso il giudice di primo grado secondo la Cassazione?
Il giudice ha commesso tre errori principali: 1) Ha omesso di valutare gli elementi oggettivi del fatto (come il livello del tasso alcolemico); 2) Ha attribuito un valore decisivo all’occasionalità dell’episodio, senza considerare la sua pericolosità intrinseca; 3) Ha utilizzato un parametro di giudizio errato, parlando di «non particolare gravità» anziché di “particolare tenuità” del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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