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Particolare tenuità del fatto: furto in abitazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10410/2025, ha annullato un proscioglimento per il furto di un paio di scarpe del valore di 100 euro. La Corte ha chiarito che il reato di furto in abitazione non può beneficiare della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a causa dei limiti di pena troppo elevati previsti dalla legge per tale crimine.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Inapplicabile al Furto in Abitazione

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 10410 del 2025, ha ribadito un principio fondamentale riguardo all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L’istituto, previsto dall’articolo 131-bis del Codice Penale, non può essere invocato per il reato di furto in abitazione, a prescindere dal valore esiguo del bene sottratto. Questa decisione chiarisce i confini applicativi della norma, sottolineando come la gravità intrinseca di alcuni reati, desumibile dai limiti di pena, ne precluda l’applicazione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione del Tribunale di Caltagirone, che aveva dichiarato il non doversi procedere nei confronti di un individuo accusato di furto in abitazione. L’imputato aveva sottratto un paio di scarpe nuove del valore di 100 euro. Il giudice di primo grado aveva ritenuto che la condotta rientrasse nell’ambito della particolare tenuità del fatto, data l’esiguità del danno patrimoniale.

Contro questa sentenza, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Catania ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’erronea applicazione della legge. Secondo il ricorrente, il Tribunale non avrebbe considerato correttamente i limiti di pena previsti per il reato di furto in abitazione, che ostacolano l’applicazione dell’art. 131-bis c.p.

La Questione Giuridica: Limiti di Pena e Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della questione risiede nei criteri oggettivi fissati dal legislatore per l’applicazione della non punibilità. L’articolo 131-bis, comma 1, del Codice Penale stabilisce che questo beneficio si applica ai reati per i quali è prevista una pena detentiva non superiore nel minimo a due anni, oppure la sola pena pecuniaria.

Il reato di furto in abitazione, disciplinato dall’articolo 624-bis del Codice Penale, prevede una pena detentiva minima ben più alta. Nello specifico, la pena minima è di tre anni di reclusione. Questa soglia, come sottolineato dal Procuratore e confermato dalla Cassazione, supera il limite massimo previsto per l’applicazione della particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno spiegato che l’ambito applicativo dell’istituto della tenuità del fatto è definito in modo rigoroso attraverso la tecnica dei limiti edittali di pena. Il legislatore ha inteso escludere a priori dal beneficio i reati considerati di maggiore gravità, identificati proprio attraverso una sanzione minima elevata.

La Corte ha evidenziato che il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) presenta un limite minimo di pena detentiva di tre anni. Questo dato normativo è sufficiente a escludere categoricamente la possibilità di applicare l’art. 131-bis c.p. La valutazione sulla tenuità del danno o sulle modalità della condotta diventa irrilevante di fronte a questo sbarramento normativo. La scelta del legislatore è chiara: la violazione del domicilio è un elemento che conferisce al fatto una gravità tale da renderlo incompatibile con il giudizio di particolare tenuità, anche quando l’oggetto del furto ha un valore modesto.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale e ha rinviato il caso alla Corte di Appello di Catania per un nuovo giudizio. La decisione riafferma con forza che i criteri per l’applicazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto non sono discrezionali, ma ancorati a precisi limiti di pena stabiliti dalla legge. Per il reato di furto in abitazione, la soglia di pena minima è un ostacolo insuperabile, rendendo impossibile l’applicazione di questo istituto. La pronuncia serve come un importante monito sulla necessità di una corretta interpretazione dei presupposti normativi, evitando applicazioni estensive che vadano oltre la volontà del legislatore.

È possibile applicare la non punibilità per particolare tenuità del fatto al reato di furto in abitazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di furto in abitazione è escluso dall’applicazione dell’art. 131-bis c.p. a causa dei limiti di pena previsti per tale fattispecie.

Qual è il motivo tecnico-giuridico di tale esclusione?
Il motivo risiede nel fatto che l’art. 131-bis c.p. si applica solo ai reati con una pena detentiva minima non superiore a due anni. Il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) ha una pena minima di tre anni, superando quindi la soglia consentita.

Cosa accade all’imputato dopo la sentenza della Cassazione?
La sentenza di proscioglimento del Tribunale è stata annullata. Il procedimento è stato rinviato alla Corte di Appello per un nuovo giudizio, nel quale non potrà essere applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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