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Particolare tenuità del fatto: esclusa per evasione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. La difesa sosteneva la particolare tenuità del fatto, ma i giudici hanno confermato la decisione della Corte d’Appello, escludendo tale beneficio a causa della durata dell’allontanamento (quasi un’ora), delle complesse ricerche necessarie per rintracciare l’imputato e di un precedente controllo infruttuoso. La Corte ha stabilito che la valutazione della particolare tenuità del fatto deve basarsi solo sull’offensività della condotta, non sulle sue conseguenze indirette.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando un’Evasione non è Lieve

L’istituto della particolare tenuità del fatto, disciplinato dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale che consente di escludere la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e dipende da una valutazione concreta del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui criteri per escludere questo beneficio nel caso del reato di evasione, sottolineando l’importanza di elementi fattuali come la durata della condotta e le difficoltà causate alle forze dell’ordine.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto condannato in primo e secondo grado per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello lamentando un’insufficienza di motivazione riguardo al diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La difesa sosteneva che la condotta del proprio assistito rientrasse in questa fattispecie, meritando quindi l’esclusione della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato le argomentazioni della difesa, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici hanno ritenuto che la motivazione fornita dalla Corte d’Appello fosse logica, coerente e, pertanto, non censurabile in sede di legittimità. Di conseguenza, è stata confermata la condanna e l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Durata e Difficoltà di Ricerca Escludono la Particolare Tenuità del Fatto

Il fulcro della decisione risiede nelle ragioni che hanno portato i giudici a escludere l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. La Corte di Cassazione ha validato il ragionamento della Corte territoriale, che si basava su elementi concreti e specifici:

1. La durata dell’allontanamento: L’evasione si era protratta per quasi un’ora, un lasso di tempo considerato non trascurabile.
2. Le laboriose ricerche: Gli operatori di polizia avevano dovuto impiegare tempo e risorse significative per rintracciare l’imputato, che si era nascosto all’interno di un cortile.
3. Un precedente controllo infruttuoso: Pochi mesi prima si era verificato un altro episodio simile, che indicava una non occasionalità del comportamento.

La Cassazione ha inoltre precisato un punto di diritto fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto deve concentrarsi esclusivamente sul grado di offensività della condotta in sé. Sono irrilevanti, a tal fine, le conseguenze indirette che la condanna può avere sulla libertà dell’autore, come quelle in ambito penitenziario. La difesa aveva tentato di far leva su tali conseguenze, ma la Corte ha ribadito che l’analisi deve rimanere ancorata al disvalore oggettivo del reato commesso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio consolidato: la valutazione sulla tenuità del fatto è una questione di merito, ampiamente discrezionale, che si fonda su un’analisi attenta delle circostanze concrete del caso. Per il reato di evasione, non è sufficiente che l’allontanamento sia breve, ma occorre considerare l’impatto complessivo della condotta, incluse le difficoltà operative causate alle forze dell’ordine. La decisione serve come monito: tentare di sottrarsi a un controllo, anche per un periodo limitato, e costringere la polizia a una ricerca complessa sono fattori che pesano negativamente e possono precludere l’accesso al beneficio della non punibilità. La sentenza chiarisce, infine, che l’offensività del fatto va giudicata in astratto, senza farsi influenzare dalle ripercussioni personali che la condanna comporta per il reo.

Un’evasione che dura quasi un’ora può essere considerata di particolare tenuità?
No. Secondo questa ordinanza, una durata significativa dell’allontanamento, unita alle laboriose ricerche necessarie per rintracciare il soggetto, costituisce un elemento sufficiente per escludere l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Le conseguenze della condanna sulla vita del reo (ad esempio, in ambito penitenziario) sono rilevanti per valutare la tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha specificato che la valutazione deve avere riguardo esclusivamente al grado di offensività del fatto in sé, a prescindere dalle sue conseguenze indirette sulla libertà e sullo status dell’autore.

Quali sono i criteri principali usati dalla Corte per decidere sulla particolare tenuità in un caso di evasione?
I giudici hanno basato la loro decisione su elementi concreti, quali la durata dell’allontanamento, la complessità delle ricerche effettuate dalla polizia per localizzare l’imputato, il suo comportamento (nello specifico, l’essersi nascosto) e l’esistenza di precedenti episodi simili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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