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Particolare tenuità del fatto e soglia di punibilità

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti di applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Nel caso di omesso versamento di contributi, un superamento della soglia di punibilità di quasi il 25% è stato ritenuto significativo e sufficiente a escludere il beneficio, a prescindere dallo stato di incensuratezza dell’imputato. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Oltre la Soglia, Nessuna Esclusione della Punibilità

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’art. 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per escludere la punibilità in casi di reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione incontra limiti precisi, specialmente quando la legge fissa una soglia monetaria per la configurazione del reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 38793 del 2024, ha offerto un importante chiarimento su questo tema, stabilendo che un superamento ‘significativo’ della soglia rende inapplicabile il beneficio, anche in presenza di altre circostanze favorevoli all’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda il legale rappresentante di una società, condannato in appello a quattro mesi di reclusione e 400 euro di multa per il reato di omesso versamento di ritenute previdenziali e assistenziali (art. 2, L. n. 638/1983). L’ammontare non versato all’INPS era di 12.210,28 euro, superando così la soglia di punibilità fissata per legge a 10.000 euro.

L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:
1. La mancata applicazione della particolare tenuità del fatto, sostenendo che il superamento della soglia era minimo (2.210,28 euro) e che il giudice non aveva considerato il suo stato di incensuratezza e l’occasionalità della condotta.
2. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, sempre in virtù della sua fedina penale pulita e della natura isolata dell’episodio.
3. L’erronea condanna al pagamento delle spese legali in favore della parte civile (INPS) nel giudizio di appello.

L’applicazione della particolare tenuità del fatto e la soglia di punibilità

Il cuore della questione giuridica risiede nella valutazione del primo motivo di ricorso. L’imputato sosteneva che un superamento ‘esiguo’ della soglia non dovesse precludere automaticamente l’accesso alla causa di non punibilità. Secondo la sua difesa, il giudice avrebbe dovuto compiere una valutazione complessiva della fattispecie, considerando anche elementi come la condotta e il grado di colpevolezza.

La difesa mirava a far prevalere una visione globale del fatto, dove il dato quantitativo, seppur superiore alla soglia, non fosse l’unico parametro decisivo. Si trattava di bilanciare il rigore della norma con i principi di proporzionalità ed offensività che ispirano l’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo una motivazione chiara e rigorosa su tutti i punti sollevati.

In primo luogo, riguardo alla particolare tenuità del fatto, i giudici hanno stabilito che il superamento della soglia non era affatto ‘minimo’. La somma eccedente, pari a 2.210,28 euro, rappresenta quasi il 25% del valore della soglia stessa (10.000 euro). Secondo la Corte, un simile scostamento non può essere considerato ‘prossimo’ o ‘vicinissimo’ alla soglia, come richiesto dalla giurisprudenza per poter procedere a una valutazione più ampia degli altri indici di tenuità. Il parametro quantitativo, in questo caso, è stato ritenuto ‘decisivo ed assorbente’, rendendo superflua l’analisi degli altri elementi, come l’incensuratezza dell’imputato.

In secondo luogo, la Corte ha respinto la richiesta di concessione delle attenuanti generiche. Ha ricordato che, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza non è più sufficiente per ottenere tale beneficio. È necessario che emergano elementi positivi e circostanze di segno favorevole, che nel caso di specie non erano stati addotti dal ricorrente, il quale si era limitato a richiamare la sua fedina penale pulita e l’episodicità del fatto. Il giudice di merito aveva legittimamente negato le attenuanti valorizzando l’ammontare delle somme non versate e la loro destinazione pubblica.

Infine, è stata confermata anche la condanna al pagamento delle spese della parte civile. La Corte ha spiegato che, sebbene il trattamento sanzionatorio fosse stato rideterminato in appello, il fatto storico e l’ammontare del debito verso l’INPS erano stati confermati. Di conseguenza, non vi era stata alcuna ‘soccombenza’ da parte dell’ente previdenziale che giustificasse una compensazione delle spese.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio di diritto importante: nei reati caratterizzati da una soglia di punibilità monetaria, il superamento significativo di tale soglia è un ostacolo insormontabile all’applicazione della particolare tenuità del fatto. La valutazione quantitativa diventa il criterio primario e decisivo, relegando in secondo piano altri indicatori potenzialmente favorevoli all’imputato. Questa pronuncia ribadisce un’interpretazione rigorosa della norma, volta a preservare la funzione deterrente delle soglie penali e a evitare che il beneficio della non punibilità venga esteso a fatti che, dal punto di vista numerico, hanno superato in modo non trascurabile il limite fissato dal legislatore.

Quando il superamento della soglia di punibilità impedisce l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Secondo questa sentenza, l’applicazione è preclusa quando il superamento è ‘significativo’. Nel caso di specie, un importo superiore di quasi il 25% rispetto alla soglia di 10.000 euro è stato considerato tale, rendendo il dato quantitativo decisivo per escludere il beneficio.

Lo stato di incensuratezza garantisce la concessione delle attenuanti generiche?
No. La Corte ha ribadito che, dopo la riforma del 2008, la sola assenza di precedenti penali non è più sufficiente. Per la concessione delle attenuanti generiche, è necessario che il giudice individui elementi o circostanze positive che giustifichino una riduzione della pena, elementi che non sono stati forniti nel caso specifico.

Se un ricorso viene parzialmente accolto, si devono comunque pagare le spese della parte civile?
Sì, se l’accoglimento parziale non riguarda il merito della pretesa della parte civile. In questo caso, nonostante una rideterminazione della pena in appello, il debito verso l’INPS è stato confermato. Pertanto, la parte civile non è risultata ‘soccombente’ (perdente) sulla sua richiesta e ha avuto diritto al rimborso delle spese processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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