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Particolare tenuità del fatto e sicurezza sul lavoro

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26974/2025, ha rigettato il ricorso di un datore di lavoro condannato per una serie di violazioni in materia di sicurezza. L’imputato invocava l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), ma la Corte ha stabilito che la pluralità delle violazioni e l’esposizione di più lavoratori a rischio escludono la tenuità dell’offesa, limitando fortemente l’applicabilità di tale istituto in questo specifico settore.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Limiti in Materia di Sicurezza sul Lavoro

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 26974 del 2025, è intervenuta su un tema cruciale che interseca il diritto penale del lavoro e i principi generali di non punibilità. La pronuncia chiarisce i ristretti confini entro cui può operare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p., quando si tratta di violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il caso riguardava un datore di lavoro condannato per una serie di infrazioni, il quale, pur avendo adempiuto alle prescrizioni, si è visto negare il beneficio a causa della gravità complessiva della sua condotta.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Caltanissetta aveva condannato un imprenditore al pagamento di un’ammenda di 12.000,00 euro, con pena condizionalmente sospesa, per una serie di violazioni alla normativa sulla prevenzione degli infortuni (D.Lgs. 81/2008).

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando un unico motivo: la violazione dell’articolo 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, il Tribunale avrebbe erroneamente negato l’applicazione della causa di non punibilità basandosi unicamente sul numero delle violazioni contestate. Tale circostanza, a dire del ricorrente, non escluderebbe automaticamente la tenuità del fatto, specialmente considerando che l’imputato aveva ottemperato a tutte le prescrizioni impartite dall’organo di vigilanza.

La Valutazione della Particolare Tenuità del Fatto

L’articolo 131-bis c.p. introduce una causa di non punibilità quando un reato, pur essendo stato commesso, risulta di minima offensività. Per la sua applicazione, la legge richiede la compresenza di due requisiti fondamentali:

1. Particolare tenuità dell’offesa: valutata in base alle modalità della condotta e all’esiguità del danno o del pericolo.
2. Non abitualità del comportamento: il reato non deve essere espressione di una tendenza a delinquere.

La Corte di Cassazione ribadisce che il giudizio sulla tenuità non può basarsi su categorie astratte di reati, ma deve calarsi nella specifica manifestazione storica del fatto. Ogni elemento concreto, dalla natura dei mezzi usati al grado della colpa, fino alla condotta successiva al reato, contribuisce a definire il “disvalore” effettivo dell’azione.

Il Conflitto con le Procedure Speciali in Materia di Sicurezza sul Lavoro

La peculiarità del caso risiede nel confronto tra l’istituto generale della particolare tenuità del fatto e la procedura speciale estintiva prevista dal D.Lgs. 758/1994 per le contravvenzioni in materia di sicurezza. Tale procedura consente al contravventore di estinguere il reato adempiendo a specifiche prescrizioni e pagando una sanzione pecuniaria in via amministrativa.

La Suprema Corte evidenzia un rischio sistemico: un’applicazione indiscriminata dell’art. 131-bis potrebbe creare un effetto distorsivo. L’indagato potrebbe essere incentivato ad adempiere alle prescrizioni per eliminare il pericolo, ma a omettere il pagamento della sanzione, sperando di ottenere comunque un proscioglimento per tenuità del fatto. Ciò vanificherebbe lo scopo della procedura speciale, che si fonda proprio sulla combinazione di ripristino della sicurezza e sanzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ritenuto il ricorso infondato, confermando la decisione del Tribunale. Le motivazioni si articolano su due punti principali.

In primo luogo, la pluralità delle violazioni contestate non è un mero dato numerico, ma un indicatore qualitativo della gravità della condotta. Nel caso di specie, le molteplici infrazioni avevano esposto una pluralità di lavoratori a diversi fattori di rischio. Questo, secondo la Corte, incide direttamente sull’offensività complessiva e sull’entità del pericolo, rendendolo “certamente non esiguo” e quindi incompatibile con il requisito della particolare tenuità.

In secondo luogo, la condotta susseguente al reato non è stata valutata positivamente. Se da un lato l’imputato ha ottemperato alle prescrizioni, dall’altro la sua successiva “sostanziale inerzia”, concretizzatasi nel mancato pagamento della sanzione, è stata interpretata come un elemento negativo che non supporta la concessione di un beneficio premiale come quello previsto dall’art. 131-bis c.p.

Conclusioni

La sentenza n. 26974/2025 delinea un principio di rigore nell’applicazione della particolare tenuità del fatto ai reati in materia di sicurezza sul lavoro. La tutela della vita e della salute dei lavoratori è un bene giuridico di primaria importanza, e la sua messa in pericolo attraverso condotte omissive plurime non può essere liquidata come un fatto di lieve entità. La decisione rafforza l’efficacia della procedura estintiva speciale, chiarendo che l’adempimento alle sole prescrizioni, senza il pagamento della relativa sanzione, non apre automaticamente la porta alla non punibilità. Per i datori di lavoro, il messaggio è chiaro: la conformità alla normativa sulla sicurezza deve essere completa e sostanziale, poiché una pluralità di inadempienze, anche se sanate, costituisce un fatto di per sé grave che difficilmente potrà essere considerato “tenue”.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto in caso di multiple violazioni della sicurezza sul lavoro?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la pluralità delle violazioni, esponendo più lavoratori a molteplici fattori di rischio, incide sull’offensività della condotta e sull’entità del pericolo, rendendo il fatto non di particolare tenuità.

Aver ottemperato alle prescrizioni dell’organo di vigilanza garantisce l’applicazione dell’art. 131-bis cod. pen.?
No, non lo garantisce. L’ottemperanza è un elemento positivo, ma la valutazione deve considerare tutti i criteri, incluse le modalità della condotta e l’esiguità del danno. Inoltre, il mancato pagamento della sanzione pecuniaria prevista dalla procedura estintiva speciale viene valutato negativamente come condotta susseguente al reato.

Perché la Cassazione limita l’uso della particolare tenuità del fatto nei reati di sicurezza sul lavoro?
Per evitare di indebolire la procedura speciale di estinzione del reato (prevista dal D.Lgs. 758/1994), che si basa sulla combinazione di adempimento alle prescrizioni e pagamento di una sanzione. Un’applicazione estesa dell’art. 131-bis potrebbe incentivare gli indagati a ottemperare solo parzialmente alla procedura (senza pagare), vanificando lo scopo del sistema e creando una torsione del meccanismo legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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