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Particolare tenuità del fatto e risarcimento tardivo

La Corte di Cassazione ha analizzato il caso di un uomo condannato per l’uso illecito di una carta di credito per un importo di 67,20 euro. La Corte ha confermato che le videoregistrazioni private sono prove documentali valide. Tuttavia, ha annullato la decisione della Corte d’Appello che negava la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Cassazione ha stabilito che i giudici devono valutare anche il comportamento successivo al reato, come il risarcimento tardivo del danno, soprattutto alla luce delle nuove norme più favorevoli all’imputato, rinviando il caso per una nuova valutazione su questo specifico punto.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione apre al risarcimento tardivo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di particolare tenuità del fatto: la valutazione del giudice deve essere onnicomprensiva e non può ignorare il comportamento tenuto dall’imputato dopo la commissione del reato, come il risarcimento del danno, anche se avvenuto tardivamente. Il caso riguardava un addebito per l’utilizzo illecito di una carta di credito per un importo esiguo, ma le conclusioni della Corte hanno implicazioni ben più ampie.

I fatti del processo

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di cui all’art. 493-ter del codice penale, per aver utilizzato una carta di credito di provenienza illecita per effettuare tre transazioni per un totale di 67,20 euro. La Corte d’appello aveva confermato la responsabilità penale, negando però la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso in Cassazione lamentando due vizi principali:
1. L’illegittima acquisizione delle videoregistrazioni di sorveglianza privata, considerate semplici ‘documenti’ senza le garanzie tecniche previste per le prove digitali.
2. Il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto, dovuto all’omessa valutazione del risarcimento del danno, seppur tardivo, effettuato a favore della parte lesa.

La questione delle videoregistrazioni private come prova

La Suprema Corte ha rapidamente liquidato il primo motivo di ricorso, ritenendolo infondato. Ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui le videoregistrazioni effettuate da privati tramite sistemi di sorveglianza rientrano a pieno titolo nella categoria delle prove documentali, acquisibili ai sensi dell’art. 234 del codice di procedura penale. Tali filmati, formati al di fuori e non in funzione del procedimento penale, non richiedono le complesse procedure di acquisizione previste per le prove digitali (come la copia forense), a meno che non vi siano concreti e specifici dubbi sulla loro autenticità e integrità, che nel caso di specie non erano stati sollevati.

Il riconoscimento della particolare tenuità del fatto

Di ben altro avviso è stata la Corte riguardo al secondo motivo di ricorso, che è stato accolto. La Corte d’Appello aveva negato il beneficio basandosi sulla ‘pluralità’ degli utilizzi della carta di credito. La Cassazione ha censurato questa motivazione, definendola contraddittoria e in contrasto con la giurisprudenza consolidata.

Si è chiarito che la presenza di più reati, anche se unificati dal vincolo della continuazione, non osta di per sé all’applicazione dell’art. 131-bis c.p. Il giudice deve invece procedere a una valutazione complessiva e concreta della fattispecie, tenendo conto di una serie di indicatori quali la natura degli illeciti, l’entità del danno, le modalità della condotta e l’intensità del dolo.

L’importanza del risarcimento tardivo del danno

Il punto cruciale della decisione risiede nell’omessa valutazione, da parte della corte territoriale, del comportamento post delictum dell’imputato: il risarcimento del danno. Sebbene il pagamento fosse avvenuto tardivamente, la Cassazione ha evidenziato come tale condotta sia diventata un elemento rilevante ai fini della valutazione della particolare tenuità del fatto a seguito delle modifiche legislative introdotte nel 2022. Questa nuova normativa, essendo più favorevole all’imputato, deve essere applicata retroattivamente, anche a reati commessi in precedenza.

Le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su un’errata interpretazione dell’istituto della particolare tenuità del fatto da parte del giudice di merito. Quest’ultimo ha negato il beneficio basandosi su un automatismo (pluralità di condotte = esclusione del beneficio) che la giurisprudenza ha da tempo superato. La valutazione richiesta dall’art. 131-bis c.p. deve essere globale, analizzando non solo la gravità del fatto in sé, ma anche indicatori successivi che possono ridimensionarne il disvalore complessivo. Il risarcimento del danno, anche se non idoneo a integrare l’attenuante di cui all’art. 62 n. 6 c.p., rappresenta un elemento fondamentale da considerare per valutare la tenuità dell’offesa. L’aver ignorato tale circostanza, resa ancora più rilevante dalla normativa sopravvenuta più favorevole, ha costituito un vizio di motivazione tale da giustificare l’annullamento della sentenza sul punto.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata, limitatamente al mancato riconoscimento della causa di non punibilità, e ha rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello di Torino per un nuovo giudizio. Questa decisione ribadisce che per valutare la particolare tenuità del fatto, il giudice non può fermarsi alla mera materialità della condotta, ma deve esaminare tutti gli aspetti della vicenda, inclusi i comportamenti riparatori dell’imputato. Un principio che rafforza la funzione rieducativa della pena e valorizza le condotte volte a elidere o attenuare le conseguenze dannose del reato.

Le registrazioni di una telecamera di sorveglianza privata sono una prova valida in un processo penale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, le videoregistrazioni effettuate da privati sono considerate prove documentali ai sensi dell’art. 234 cod. proc. pen. e sono pienamente utilizzabili, a meno che non vi siano elementi concreti che ne mettano in dubbio l’autenticità o l’integrità.

Più utilizzi di una carta di credito rubata escludono automaticamente la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No. La pluralità di reati unificati dal vincolo della continuazione non è di per sé ostativa al riconoscimento della causa di non punibilità. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva della fattispecie concreta, considerando tutti gli indicatori previsti dalla legge, come la gravità del danno, le modalità della condotta e l’intensità del dolo.

Il risarcimento del danno effettuato molto tempo dopo il reato può essere considerato per ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Sì. La sentenza chiarisce che il comportamento successivo al reato, come il risarcimento tardivo, è un elemento che il giudice deve valutare nel giudizio sulla particolare tenuità del fatto, soprattutto alla luce delle recenti modifiche legislative che hanno reso tale condotta rilevante e che si applicano retroattivamente in quanto più favorevoli al reo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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