LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto e rifiuto alcoltest

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. È stato escluso il riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità della condotta, consistente nell’insistenza a guidare in stato di ebbrezza e nel successivo rifiuto di collaborare con le autorità. La Corte ha ribadito che la valutazione sulla tenuità rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, basato sulle concrete modalità dell’azione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: non si applica a chi rifiuta l’alcoltest

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema della particolare tenuità del fatto in relazione al reato di rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. La decisione chiarisce che la volontà di mettersi alla guida in stato di ebbrezza e il successivo rifiuto di accertamento sono elementi che ostacolano l’applicazione di questa causa di non punibilità. Analizziamo insieme i dettagli della vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una conducente condannata sia in primo grado dal Tribunale che in appello per il reato previsto dall’art. 186, comma 7, del Codice della Strada. L’imputata si era rifiutata di sottoporsi al test alcolemico richiesto dalle forze dell’ordine. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel non riconoscere la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale.

La valutazione sulla particolare tenuità del fatto

Il motivo principale del ricorso si basava sulla presunta lieve entità della condotta. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La Suprema Corte ha ricordato che la valutazione sulla tenuità del fatto richiede un’analisi complessa e congiunta di tutte le circostanze del caso concreto, come le modalità della condotta, il grado di colpevolezza e l’entità del pericolo creato.

Questa valutazione rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito e può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione è mancante o palesemente illogica, cosa che non è avvenuta nel caso di specie.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la decisione impugnata si basa su principi corretti e una logica impeccabile. I giudici di merito hanno considerato decisivi due elementi per escludere la particolare tenuità del fatto:

1. L’insistenza nel voler guidare: L’imputata ha mostrato la chiara intenzione di mettersi alla guida nonostante un evidente stato di ubriachezza. Questo comportamento ha creato un pericolo concreto per la sicurezza della circolazione stradale.
2. L’intervento risolutivo degli agenti: Il pericolo è stato sventato solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine, che hanno impedito alla donna di proseguire la marcia.
3. Il rifiuto spregiudicato: Il successivo e deliberato rifiuto di sottoporsi all’alcoltest è stato interpretato come un’ulteriore manifestazione di una colpevolezza non trascurabile.

Queste circostanze, considerate nel loro insieme, delineano un quadro di offensività che va ben oltre la soglia della “particolare tenuità”. La Corte ha sottolineato come tali elementi rientrino pienamente nei parametri di valutazione previsti dall’art. 133 del codice penale, rendendo la motivazione dei giudici di merito congrua e adeguata.

Le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un automatismo, ma il risultato di un’attenta valutazione giudiziale. Comportamenti come l’ostinata volontà di guidare in stato di ebbrezza e il rifiuto di collaborare con le autorità per l’accertamento di tale stato dimostrano un grado di offensività e una colpevolezza tali da rendere necessaria l’applicazione della sanzione penale. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a chi si rifiuta di sottoporsi all’alcoltest?
No, secondo questa ordinanza, la non punibilità può essere esclusa se il rifiuto si inserisce in un contesto di condotta grave, come l’insistenza nel voler guidare in evidente stato di ebbrezza, mettendo a rischio la sicurezza stradale.

Quali elementi ha considerato la Corte per escludere la tenuità del fatto in questo caso?
La Corte ha considerato decisivi l’insistenza dell’imputata nel mettersi alla guida nonostante l’evidente ubriachezza, il pericolo per la circolazione stradale evitato solo dall’intervento degli agenti e il successivo, spregiudicato rifiuto di sottoporsi al test alcolemico.

La valutazione sulla tenuità del fatto è un diritto dell’imputato o una discrezionalità del giudice?
La valutazione sulla tenuità del fatto è un potere discrezionale del giudice di merito. La Corte di Cassazione può sindacare tale valutazione solo nei limiti della mancanza o della manifesta illogicità della motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati