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Particolare tenuità del fatto e ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per commercializzazione di prodotti contraffatti. L’appello si basava sul mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto e delle attenuanti generiche. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando come la professionalità dell’attività illecita, desunta dal numero di supporti, osti alla concessione del beneficio della non punibilità. Anche la richiesta di attenuanti è stata rigettata per genericità.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: No al beneficio se l’attività è professionale

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito importanti principi in materia di particolare tenuità del fatto e di attenuanti generiche, dichiarando inammissibile il ricorso di un imputato. La decisione sottolinea come la professionalità dimostrata nell’attività illecita, anche se desunta da elementi come la quantità di merce, possa precludere l’applicazione della causa di non punibilità. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le motivazioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto per la violazione della legge sul diritto d’autore (art. 171-ter, L. 633/41), a causa della detenzione e commercializzazione di un notevole numero di supporti audiovisivi contraffatti. La condanna, emessa dal Tribunale, veniva confermata anche dalla Corte d’Appello.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, basando le sue doglianze su due punti principali:
1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.
2. La mancata concessione delle attenuanti generiche, previste dall’art. 62-bis del codice penale.

Secondo la difesa, i giudici di merito avrebbero errato nel valutare i presupposti per l’applicazione di tali istituti.

La Valutazione della Corte sul diniego della particolare tenuità del fatto

Il primo motivo di ricorso è stato respinto dalla Cassazione, che ha ritenuto corretta e ben motivata la decisione della Corte d’Appello. I giudici di merito avevano negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. valorizzando la professionalità dimostrata dall’imputato nell’attività illecita. Tale professionalità era stata desunta dal “notevole numero di supporti contraffatti” rinvenuti.

La Suprema Corte ha chiarito che, ai fini della valutazione sulla tenuità del fatto, il giudice deve fare riferimento ai criteri dell’art. 133 c.p., tra cui la capacità a delinquere del reo. Non è necessario un esame analitico di tutti i parametri, essendo sufficiente l’indicazione di quelli ritenuti decisivi. In questo caso, la quantità del materiale illecito è stata considerata un valido indicatore dell’intensità dell’elemento soggettivo e della professionalità della condotta, elementi che ostano alla qualificazione del fatto come “particolarmente tenue”. Le argomentazioni della difesa sono state quindi liquidate come un tentativo di rivalutare il merito della vicenda, inammissibile in sede di legittimità.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso è stato giudicato inammissibile. La Corte d’Appello aveva escluso le attenuanti generiche evidenziando la gravità del quadro probatorio a carico dell’imputato e la genericità della richiesta difensiva, priva di specifiche indicazioni a supporto.

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio consolidato: dopo la riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di elementi di segno positivo che giustifichino una riduzione di pena. In assenza di tali elementi, il diniego del giudice è pienamente legittimo. Anche in questo caso, il ricorso dell’imputato si è limitato a una critica della valutazione di merito, senza individuare vizi di legge.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso perché le censure proposte non vertevano su una reale violazione di legge o su un vizio logico della motivazione, ma si risolvevano in una richiesta di rilettura dei fatti. La valutazione sulla professionalità dell’imputato, così come quella sull’assenza di elementi positivi per le attenuanti, rientra nella discrezionalità del giudice di merito, e se logicamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità. La Corte ha quindi confermato che l’approccio dei giudici di appello era coerente con i principi giurisprudenziali consolidati.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti spunti pratici. In primo luogo, consolida l’orientamento secondo cui la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un beneficio accessibile quando la condotta, seppur di modesto valore economico, rivela una certa professionalità e abitualità. Elementi come la quantità di merce possono essere legalmente utilizzati per inferire tale professionalità. In secondo luogo, ricorda che la richiesta di attenuanti generiche non può essere una formula di stile, ma deve essere supportata da elementi specifici e positivi, poiché la sola assenza di precedenti penali non è più un fattore determinante per la loro concessione.

Quando un giudice può negare l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
Un giudice può negare il beneficio della particolare tenuità del fatto quando valuta negativamente la capacità a delinquere del reo e l’intensità del suo dolo. Nel caso specifico, la professionalità dimostrata nell’attività illecita, desunta dal notevole numero di supporti contraffatti, è stata considerata un elemento ostativo alla concessione.

È sufficiente avere la fedina penale pulita per ottenere le attenuanti generiche?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata, a seguito della riforma del 2008, il solo stato di incensuratezza non è più sufficiente per il riconoscimento delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di elementi o circostanze di segno positivo che giustifichino una diminuzione della pena, e la richiesta della difesa deve essere specifica e non generica.

Per quale motivo il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le censure proposte dalla difesa non denunciavano reali vizi di legge o di motivazione, ma si limitavano a proporre una personale e diversa valutazione dei fatti già esaminati dai giudici di merito. Tale attività di riesame del fatto è preclusa in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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