LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto e reato estinto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6759/2024, si è pronunciata su un caso di guida in stato di ebbrezza. Ha rigettato il motivo di ricorso relativo all’inutilizzabilità dell’etilometro, ma ha accolto quello sulla particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che un reato estinto non osta all’applicazione della causa di non punibilità ex art. 131-bis c.p. e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce di questo principio e della nuova normativa più favorevole.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: un reato estinto non è un ostacolo

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 6759 del 2024, offre importanti chiarimenti su due temi di grande rilevanza pratica: la validità delle prove raccolte con l’etilometro e i presupposti per l’applicazione della particolare tenuità del fatto. In particolare, la Corte ha stabilito un principio fondamentale: un precedente reato, se dichiarato estinto, non può essere considerato come elemento ostativo per il riconoscimento della causa di non punibilità prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna per guida in stato di ebbrezza, emessa dal Tribunale e confermata in Appello, a carico di un neopatentato. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due argomentazioni principali: l’inutilizzabilità dei risultati dell’alcoltest e il mancato riconoscimento della particolare tenuità del fatto.

I Motivi del Ricorso e la Posizione della Cassazione

L’imputato ha sollevato due questioni distinte davanti alla Suprema Corte.

La Questione dell’Etilometro

Il primo motivo di ricorso contestava l’affidabilità dell’etilometro. La difesa sosteneva che, sebbene lo strumento fosse regolarmente omologato, non vi era prova della sua sottoposizione alle periodiche revisioni previste dalla legge, rendendo così i risultati inattendibili.

La Cassazione ha rigettato questa tesi, uniformandosi al suo orientamento più recente e consolidato. I giudici hanno chiarito che, una volta che l’etilometro è omologato e calibrato, il suo risultato positivo costituisce prova della guida in stato di ebbrezza. Spetta all’imputato, e non all’accusa, fornire la ‘prova contraria’, dimostrando concretamente l’assenza o l’inadeguatezza dei controlli periodici. Una semplice contestazione generica non è sufficiente a invalidare l’accertamento.

Le Motivazioni sul Riconoscimento della Particolare Tenuità del Fatto

Il secondo motivo di ricorso, che è stato accolto, riguardava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte d’Appello aveva negato tale beneficio valorizzando un precedente penale dell’imputato, sebbene il relativo reato fosse stato dichiarato estinto a seguito del positivo svolgimento dei lavori di pubblica utilità.

La Cassazione ha ritenuto questa motivazione errata. Ha affermato un principio di diritto cruciale: i reati estinti, proprio in virtù della loro estinzione, perdono ogni effetto penale. Di conseguenza, non possono essere considerati come ‘comportamento abituale’ che impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. L’estinzione del reato ‘cancella’ il precedente, rendendolo irrilevante ai fini di questa specifica valutazione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che la nuova formulazione dell’art. 131-bis, introdotta dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), è più favorevole all’imputato e deve essere applicata immediatamente, anche ai fatti commessi in precedenza. Questa nuova versione consente al giudice di tenere conto anche della condotta successiva al reato, ampliando così i margini di valutazione per concedere il beneficio.

Conclusioni

La sentenza annulla parzialmente la decisione della Corte d’Appello, rinviando il caso per una nuova valutazione sulla sola questione della particolare tenuità del fatto. Questa decisione ha due importanti implicazioni. In primo luogo, consolida l’onere della prova a carico della difesa per quanto riguarda il malfunzionamento dell’etilometro. In secondo luogo, e in modo ancora più significativo, stabilisce che un reato estinto non preclude l’accesso alla causa di non punibilità per tenuità del fatto, rafforzando gli effetti premiali degli istituti che portano all’estinzione del reato e garantendo l’applicazione della normativa più favorevole all’imputato.

È sufficiente contestare il funzionamento dell’etilometro per renderne nullo il risultato?
No. Secondo la Cassazione, l’esito positivo di un etilometro omologato costituisce prova legale. È onere della difesa dimostrare in modo specifico e concreto la mancanza dei controlli periodici prescritti o il malfunzionamento dello strumento.

Un reato precedente, se dichiarato estinto, impedisce l’applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. La Corte ha chiarito che un reato dichiarato estinto perde ogni effetto penale e, pertanto, non può essere considerato un comportamento ostativo ai fini del riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ai sensi dell’art. 131-bis c.p.

La nuova disciplina sulla particolare tenuità del fatto si applica anche ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La sentenza afferma che la nuova e più favorevole formulazione dell’art. 131-bis c.p. è immediatamente applicabile anche ai fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, in quanto permette al giudice di valutare anche la condotta del reo successiva alla commissione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati