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Particolare tenuità del fatto e precedenti penali

La Corte di Cassazione analizza un caso di evasione per un ritardo di 40 minuti nel rientro agli arresti domiciliari. Pur confermando il reato, la Corte annulla la sentenza per un vizio di motivazione sul diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Viene chiarito che un mero richiamo ai precedenti penali non è sufficiente a escludere il beneficio, essendo necessaria una valutazione specifica sulla natura abituale del comportamento dell’imputato.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: i Precedenti Penali non Bastano

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 23208 del 2024, offre un’importante lezione sulla corretta applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, specialmente quando l’imputato ha dei precedenti penali. Il caso, relativo a un’accusa di evasione per un breve ritardo, dimostra come un semplice richiamo al certificato penale non sia sufficiente per negare questo beneficio, richiedendo invece un’analisi più approfondita da parte del giudice.

Il Caso: Evasione per un Ritardo di 40 Minuti

Un soggetto, sottoposto alla misura della detenzione domiciliare, ricorreva in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la sua condanna per il reato di evasione. Il fatto contestato era un ritardo di 40 minuti nel rientro presso la propria abitazione, giustificato dalla difesa come conseguenza di un errore di valutazione sui tempi di percorrenza, aggravato dal traffico e dalla difficoltà di trovare parcheggio.

La difesa sosteneva che tale condotta fosse al più una negligenza e non una volontà di sottrarsi alla misura, e che, in ogni caso, il fatto dovesse essere considerato di particolare tenuità ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Cassazione: tra Conferma e Annullamento

La Suprema Corte ha esaminato i due motivi di ricorso presentati, giungendo a una decisione divisa: ha confermato la sussistenza del reato di evasione ma ha annullato la sentenza per quanto riguarda il diniego della particolare tenuità del fatto.

La Configurazione del Reato di Evasione

Sul primo punto, i giudici hanno dichiarato il motivo inammissibile. Hanno ribadito un principio consolidato: la detenzione domiciliare è equiparata alla custodia in carcere per quanto riguarda l’obbligo di permanenza nel luogo stabilito. Di conseguenza, qualsiasi allontanamento o ritardo nel rientro, al di fuori degli orari autorizzati, integra il reato di evasione. Non rileva che l’agente non intendesse sottrarsi in via definitiva alla misura; è sufficiente la consapevolezza di violare le prescrizioni imposte. Le giustificazioni addotte (traffico, parcheggio) non sono state ritenute idonee a configurare una causa di forza maggiore.

L’Annullamento sulla Particolare Tenuità del Fatto

Il secondo motivo di ricorso è stato, invece, accolto. La Corte di Cassazione ha censurato la motivazione della Corte d’Appello, giudicandola erronea e carente. Il giudice di secondo grado aveva negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. basandosi unicamente sull’esistenza di precedenti penali a carico dell’imputato, senza però analizzarli nel dettaglio.

Le Motivazioni: la valutazione del comportamento abituale

La Corte ha richiamato l’insegnamento delle Sezioni Unite (sentenza Tushaj, n. 13681/2016), secondo cui il presupposto del “comportamento abituale” – che osta all’applicazione della causa di non punibilità – non può essere desunto dal mero dato formale dell’esistenza di precedenti. Il giudice ha l’obbligo di verificare se tali precedenti si riferiscano a reati della stessa indole e se, nel loro insieme, delineino una vera e propria “serialità” della condotta, indicativa di una tendenza a delinquere.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello si era limitata a menzionare i precedenti, anche se risalenti e relativi a reati estinti, senza specificare quali fossero e senza spiegare perché essi rendessero “abituale” il comportamento dell’imputato. Questo vizio di motivazione è stato considerato decisivo, poiché ha impedito un corretto bilanciamento di tutti gli elementi richiesti dalla norma.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia rafforza un principio di garanzia fondamentale: una condanna non può basarsi su automatismi. Per escludere la particolare tenuità del fatto, non basta dire che l’imputato “ha precedenti”. È necessario un esame concreto che dimostri perché quei specifici precedenti, per la loro natura e ripetitività, configurino un comportamento abituale ostativo. La sentenza è stata quindi annullata con rinvio ad un’altra sezione della Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il punto attenendosi a questo rigoroso criterio di valutazione.

Un breve ritardo nel rientro agli arresti domiciliari costituisce reato di evasione?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che qualsiasi violazione delle prescrizioni orarie imposte con la detenzione domiciliare, anche un breve ritardo, integra il reato di evasione, essendo sufficiente la consapevolezza di non rispettare le condizioni della misura.

I precedenti penali di un imputato escludono automaticamente la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No. La sentenza chiarisce che il mero richiamo ai precedenti penali non è sufficiente a escludere l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. È necessaria una valutazione specifica da parte del giudice per accertare se tali precedenti configurino un “comportamento abituale”.

Cosa deve fare il giudice per negare la particolare tenuità del fatto in presenza di precedenti penali?
Il giudice deve esaminare concretamente i precedenti, verificare se si tratti di reati della stessa indole e valutare se la loro pluralità indichi una serialità o una ripetitività delle condotte illecite. Una motivazione generica che si limita a citare l’esistenza di precedenti è considerata carente e illegittima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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