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Particolare tenuità del fatto e pesca professionale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un pescatore condannato per aver pescato 45 kg di oloturie. La difesa sosteneva la particolare tenuità del fatto, dato che il pescato era stato rigettato in mare vivo. La Corte ha stabilito che il carattere professionale e organizzato dell’attività di pesca è incompatibile con il beneficio della non punibilità per particolare tenuità del fatto, rendendo irrilevanti le altre circostanze.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: Incompatibile con la Pesca Professionale

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale, escludendo la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione attenta da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questo beneficio, specialmente quando la condotta illecita assume carattere professionale e sistematico, come nel caso della pesca di frodo.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna, confermata in appello, di un soggetto a sette mesi di arresto per aver pescato, in concorso con altri, 45 kg di oloturie, comunemente note come ‘cetrioli di mare’. L’imputato era stato ritenuto responsabile della violazione degli artt. 110 del codice penale e 8 del d.lgs. n. 4/2012, che disciplina la materia della pesca.

Il Ricorso in Cassazione: la Tesi Difensiva

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo: il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo il ricorrente, i giudici di merito avevano errato nel non applicare l’art. 131-bis c.p. per diverse ragioni:

* Il prodotto ittico pescato era stato rinvenuto ancora in vita e prontamente rigettato in mare, annullando di fatto il danno alla fauna marina.
* L’offesa al bene giuridico tutelato (l’ambiente marino) sarebbe stata, di conseguenza, minima o addirittura inesistente.
* Il quantitativo, seppur pari a 45 kg, corrispondeva a un numero esiguo di esemplari e aveva un modesto valore economico.

In sintesi, la difesa contestava una valutazione generica da parte dei giudici, che non avrebbero analizzato in modo approfondito gli elementi concreti a favore della tenuità.

Le Motivazioni della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la motivazione della Corte d’Appello logica e corretta. Gli Ermellini hanno sottolineato un aspetto decisivo che prevale su tutte le altre considerazioni: il carattere professionale dell’attività di pesca.

I giudici di merito avevano correttamente evidenziato che l’applicazione della causa di non punibilità trovava un ostacolo insormontabile nella natura dell’attività illecita. Non si trattava di un episodio isolato e di minima offensività, ma dell’espressione di un’attività organizzata e sistematica. Questa professionalità nella condotta è, per sua natura, incompatibile con il concetto di particolare tenuità del fatto.

La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: il giudizio sulla tenuità dell’offesa si basa sui criteri dell’art. 133 del codice penale (modalità della condotta, gravità del danno, etc.). Tuttavia, non è necessario che il giudice analizzi tutti i parametri, essendo sufficiente indicare quelli ritenuti decisivi per escludere il beneficio. In questo caso, la modalità organizzata della raccolta è stata considerata un elemento dirimente che, da solo, giustificava il rigetto della richiesta difensiva.

Le Conclusioni

La decisione in esame offre un importante principio di diritto: la professionalità e la sistematicità di una condotta criminale precludono l’accesso alla causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Anche se il danno concreto appare limitato o, come nel caso specifico, annullato dalla restituzione del pescato, la natura organizzata del reato denota una maggiore pericolosità sociale e una volontà criminosa che non possono essere considerate ‘tenui’. Questa pronuncia conferma che l’art. 131-bis c.p. è destinato a condotte occasionali e veramente marginali, non a chi delinque in modo strutturato.

È possibile ottenere la non punibilità per particolare tenuità del fatto se il prodotto di una pesca illegale viene rigettato in mare?
No, non necessariamente. La Corte di Cassazione ha chiarito che il carattere professionale e organizzato dell’attività è un fattore decisivo che può impedire l’applicazione del beneficio, anche se il pescato viene restituito all’ambiente naturale.

Quali criteri usa il giudice per valutare la particolare tenuità del fatto?
Il giudice si basa sui criteri indicati nell’art. 133 del codice penale, come le modalità dell’azione e la gravità del danno. Tuttavia, per escludere il beneficio è sufficiente che il giudice evidenzi gli elementi ritenuti decisivi, come la professionalità del reato, senza doverli analizzare tutti.

Un’attività illecita considerata ‘professionale’ può mai essere ritenuta di particolare tenuità?
Secondo questa ordinanza, è incompatibile. La Corte afferma che un’attività organizzata e sistematica non può essere considerata un episodio isolato e di minima offensività, caratteristiche necessarie per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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