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Particolare tenuità del fatto e obbligo di motivazione

Un automobilista, condannato per aver simulato un reato dopo aver causato un incidente sotto l’effetto di stupefacenti, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha respinto la maggior parte dei motivi, ma ha annullato la sentenza con rinvio perché i giudici d’appello non hanno motivato la loro decisione riguardo alla richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), violando così il diritto di difesa dell’imputato.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: la Cassazione Annulla per Omessa Motivazione

L’istituto della particolare tenuità del fatto, introdotto dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta un importante strumento di deflazione processuale e di proporzionalità della sanzione penale. Tuttavia, la sua applicazione richiede un’attenta valutazione da parte del giudice. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sent. n. 20054/2024) ribadisce un principio fondamentale: il giudice ha l’obbligo di motivare esplicitamente la sua decisione quando la difesa formula una specifica richiesta di proscioglimento per la particolare tenuità dell’offesa. L’omissione di tale motivazione costituisce una violazione del diritto di difesa.

I Fatti del Caso: Incidente e Falsa Denuncia

Il caso trae origine da un incidente stradale. L’imputato, dopo aver perso il controllo del proprio veicolo a causa della sua condotta di guida e di uno stato di alterazione dovuto all’assunzione di cannabis, decideva di denunciare falsamente un terzo ignoto. Nella sua denuncia, sosteneva che l’incidente e le lesioni da lui subite fossero state causate da un altro veicolo che lo aveva urtato per poi darsi alla fuga.

Per questa condotta, veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale di Chieti che in secondo grado dalla Corte d’appello di L’Aquila per il reato di simulazione di reato, previsto dall’art. 367 del codice penale.

I Motivi del Ricorso e la decisione sulla particolare tenuità del fatto

L’imputato presentava ricorso per Cassazione basato su diversi motivi, tra cui presunte violazioni procedurali e vizi probatori. Tuttavia, il motivo che si è rivelato decisivo riguardava proprio l’omessa motivazione sulla richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. La difesa, infatti, aveva formalmente richiesto il proscioglimento per la particolare tenuità del fatto durante l’udienza d’appello.

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti gli altri motivi, ritenendoli infondati. Ha confermato, ad esempio, che la riqualificazione del reato in udienza preliminare non imponeva la restituzione degli atti al pubblico ministero, al fine di evitare un’inutile regressione del procedimento. Allo stesso modo, ha considerato legittimo il rigetto della richiesta di una nuova perizia sulla dinamica dell’incidente, data la sua scarsa utilità a sei anni di distanza dai fatti.

Il punto di svolta è stata l’analisi del primo motivo di ricorso. La Suprema Corte ha constatato che la Corte d’appello aveva completamente ignorato la richiesta della difesa, non fornendo alcuna argomentazione né per accoglierla né per respingerla.

Le Motivazioni della Sentenza

Nelle motivazioni, la Cassazione ha sottolineato che l’omessa pronuncia su una specifica istanza difensiva integra una nullità per violazione del diritto di difesa. I giudici hanno osservato che, nel caso di specie, esistevano elementi astrattamente compatibili con il riconoscimento della particolare tenuità del fatto. La difesa aveva evidenziato condizioni quali la determinazione della pena nel minimo edittale, la sua successiva riduzione per le attenuanti generiche concesse per l’incensuratezza dell’imputato e la sospensione condizionale della pena.

Questi elementi, secondo la Corte, avrebbero dovuto indurre il giudice d’appello a esaminare nel merito la richiesta e a fornire una risposta motivata. Non è sufficiente che la richiesta sia implicitamente disattesa; è necessario che la sentenza contenga argomenti specifici che spieghino perché l’istituto non sia applicabile al caso concreto. La mancanza totale di una risposta costituisce un vizio insanabile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente alla questione della non punibilità ex art. 131-bis c.p. Ha rinviato il caso alla Corte di appello di Perugia per un nuovo giudizio su questo specifico punto. La condanna per il reato di simulazione resta, per il resto, confermata.

Questa decisione rafforza un principio cardine del giusto processo: il dovere del giudice di motivare le proprie decisioni, soprattutto quando rispondono a precise istanze delle parti. Ignorare una richiesta difensiva non è un’opzione, e tale omissione può portare all’annullamento della sentenza, garantendo che ogni aspetto della difesa venga debitamente considerato.

Un giudice può ignorare una richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’omessa pronuncia su una specifica richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. costituisce una nullità per violazione del diritto di difesa e comporta l’annullamento della sentenza sul punto.

Cosa succede se un reato viene riqualificato in udienza preliminare in una fattispecie che normalmente prevedrebbe la citazione diretta a giudizio?
Secondo la giurisprudenza citata nella sentenza (Sezioni Unite), per evitare un’indebita regressione del processo, il giudice dell’udienza preliminare può procedere senza restituire gli atti al pubblico ministero. Questa prassi garantisce l’efficienza processuale.

Qual è l’effetto dell’annullamento parziale della sentenza in questo caso specifico?
L’annullamento è limitato esclusivamente alla mancata valutazione della causa di non punibilità. Ciò significa che la colpevolezza dell’imputato per il reato contestato è stata confermata. Il nuovo processo in appello dovrà unicamente decidere se, nonostante la colpevolezza, il fatto sia da considerarsi di particolare tenuità e quindi non punibile, fornendo adeguata motivazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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