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Particolare tenuità del fatto e lesioni stradali

Un conducente, condannato per lesioni stradali colpose (art. 590 bis c.p.), ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.). La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che l’indennizzo versato dall’INAIL alla vittima non costituisce una condotta riparatoria volontaria dell’imputato e non è sufficiente a qualificare il danno come di speciale tenuità, confermando così la condanna.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: L’Indennizzo INAIL Non Esclude la Punibilità per Lesioni Stradali

L’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131 bis del codice penale, è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia, specialmente in relazione ai reati colposi come le lesioni stradali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, stabilendo che l’indennizzo erogato dall’INAIL alla persona offesa non può essere considerato un’efficace condotta riparatoria da parte del responsabile, tale da giustificare l’applicazione di tale beneficio. Analizziamo insieme la vicenda.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dalla condanna di un conducente, emessa in primo grado dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello, per il reato di lesioni personali stradali gravi o gravissime, ai sensi dell’art. 590 bis del codice penale. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione per la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la tesi difensiva, i giudici di merito avrebbero errato nel non considerare il fatto come lieve, nonostante alcune circostanze.

La Decisione della Corte di Cassazione e il diniego della particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo i motivi presentati manifestamente infondati e generici. I giudici hanno sottolineato come il ricorso mancasse di un confronto critico con le argomentazioni della sentenza impugnata, un requisito fondamentale per l’ammissibilità, come stabilito dalle Sezioni Unite.

L’Irrilevanza dell’Indennizzo INAIL

Il punto centrale della decisione riguarda l’interpretazione della condotta riparatoria. La Corte ha chiarito che il danno provocato alla persona offesa non poteva essere considerato di speciale tenuità. Inoltre, ha specificato che l’indennizzo corrisposto dall’INAIL alla vittima non può essere equiparato a una condotta riparatoria volontaria e spontanea da parte del conducente che ha causato l’incidente. Si tratta, infatti, di un’erogazione dovuta per legge dall’istituto assicuratore, che non denota alcuna volontà di risarcimento da parte del reo. Di conseguenza, tale pagamento non incide sulla valutazione della gravità del fatto ai fini dell’art. 131 bis c.p.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su un ragionamento logico e coerente con i principi del diritto penale. In primo luogo, ha ribadito che per applicare la causa di non punibilità, l’offesa deve essere oggettivamente e soggettivamente lieve. Nel caso di specie, le lesioni subite dalla vittima non permettevano di qualificare il fatto come di particolare tenuità del fatto.
In secondo luogo, e questo è l’aspetto più innovativo, la Corte ha distinto nettamente tra l’indennizzo obbligatorio per legge (INAIL) e un risarcimento volontario. Quest’ultimo può essere un indice della presa di coscienza del reo e della sua volontà di porre rimedio alle conseguenze del reato, mentre il primo è un automatismo di un sistema di tutela sociale. Il fatto che l’INAIL possa poi agire in rivalsa contro i responsabili civili non sposta i termini della questione penale, che si concentra sulla condotta dell’imputato.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: la valutazione della particolare tenuità del fatto deve basarsi su un’analisi concreta e completa della condotta e delle conseguenze del reato. Gli operatori del diritto e i cittadini devono essere consapevoli che affidarsi a meccanismi di indennizzo automatici, come quelli dell’INAIL, non è una strategia valida per ottenere la non punibilità. La condotta post-reato rilevante è quella che dimostra un’effettiva e volontaria volontà riparatoria da parte del responsabile. La decisione funge anche da monito sull’importanza di redigere ricorsi specifici e argomentati, pena la severa sanzione dell’inammissibilità e la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria.

L’indennizzo pagato dall’INAIL alla vittima di un incidente stradale può far considerare il reato di particolare tenuità del fatto?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennizzo INAIL non costituisce una condotta riparativa volontaria da parte del colpevole e quindi non è rilevante per riconoscere la particolare tenuità del fatto, poiché non deriva da un’iniziativa personale dell’imputato.

Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché i motivi erano manifestamente infondati, generici e privi di un reale confronto critico con la decisione della Corte d’Appello. Non analizzavano adeguatamente gli argomenti a fondamento della condanna.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso per cassazione in ambito penale?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una condanna al pagamento di tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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