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Particolare tenuità del fatto e guida senza patente

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida senza patente. La Corte ha stabilito che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è incompatibile con tale reato, poiché esso presuppone la recidiva nel biennio, condizione che per definizione esclude la non abitualità del comportamento richiesta dalla norma. La decisione è stata rafforzata dal tentativo di fuga dell’imputato.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Incompatibile con la Guida Senza Patente

L’istituto della particolare tenuità del fatto rappresenta una valvola di sfogo del sistema penale, volta a escludere la punibilità per reati di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è universale e incontra precisi limiti, come chiarito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda il reato di guida senza patente e offre spunti fondamentali per comprendere quando questo beneficio non può essere concesso, specialmente in presenza di una condotta abituale.

I Fatti di Causa

Un soggetto, già noto alle forze dell’ordine, veniva condannato per il reato di guida senza patente. La difesa presentava ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. A sostegno della propria tesi, la difesa riteneva che la condotta non avesse causato danni significativi. Tuttavia, i giudici di merito avevano già respinto tale richiesta, evidenziando non solo i precedenti specifici dell’imputato, che ne confermavano l'”abitualità nel delinquere”, ma anche il comportamento tenuto al momento del controllo: l’individuo aveva infatti tentato di accelerare e allontanarsi per sfuggire alla pattuglia che lo aveva riconosciuto.

La Decisione della Cassazione e la Particolare Tenuità del Fatto

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. La decisione si fonda su un duplice binario argomentativo: uno di carattere generale, legato alla natura stessa del reato, e uno specifico, relativo alle circostanze del caso concreto.

Le Motivazioni

La Corte ha innanzitutto ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è applicabile al reato di guida senza patente. La motivazione è strettamente giuridica e risiede nella struttura stessa della norma incriminatrice. Ai sensi dell’art. 116, comma 15, del Codice della Strada, la guida senza patente assume rilevanza penale solo nel caso di recidiva nel biennio. In altre parole, non è la singola violazione a costituire reato, ma la sua ripetizione in un arco temporale definito.

Questa caratteristica è cruciale. Per poter applicare l’esclusione della punibilità, la legge richiede che il comportamento non sia “abituale”. Poiché il reato di guida senza patente si configura penalmente proprio a causa della sua ripetizione (la recidiva), la condotta è intrinsecamente e per definizione “abituale”. Viene quindi a mancare uno dei requisiti fondamentali per l’applicazione del beneficio.

In secondo luogo, la Corte ha valorizzato le argomentazioni della sentenza impugnata riguardo alla gravità oggettiva della condotta. Il tentativo di fuga, descritto come un tentativo di “allontanarsi velocemente dal luogo dei fatti, distanziando gli operanti”, è stato considerato un elemento di disvalore che, di per sé, sarebbe stato sufficiente a escludere la tenuità del fatto. Tale comportamento dimostra una maggiore consapevolezza e una deliberata volontà di sottrarsi alle conseguenze delle proprie azioni, aggravando la valutazione complessiva del fatto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Viene stabilito con chiarezza che chi commette il reato di guida senza patente non può sperare di beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto. La struttura stessa del reato, che si fonda sulla recidiva, crea un’incompatibilità logico-giuridica con il requisito della non abitualità. Inoltre, la decisione ricorda che, al di là dei requisiti formali, il giudice valuta sempre la gravità concreta del comportamento, e azioni come il tentativo di fuga possono precludere qualsiasi valutazione di particolare tenuità.

È possibile invocare la particolare tenuità del fatto per il reato di guida senza patente?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non si applica al reato di guida senza patente, poiché tale reato presuppone la recidiva nel biennio, condizione che esclude il requisito della non abitualità del comportamento.

Perché la recidiva impedisce l’applicazione della causa di non punibilità?
La legge richiede che il comportamento del colpevole non sia ‘abituale’ per poter applicare la particolare tenuità del fatto. Poiché il reato di guida senza patente diventa penalmente rilevante solo in caso di recidiva nel biennio, la condotta è intrinsecamente considerata abituale, rendendo inapplicabile il beneficio.

Quali altre circostanze ha considerato la Corte per negare il beneficio?
Oltre all’abitualità, la Corte ha dato rilievo al disvalore oggettivo della condotta specifica. Nel caso esaminato, l’imputato aveva tentato di allontanarsi velocemente per sfuggire alla pattuglia che lo aveva riconosciuto, un comportamento che la Corte ha ritenuto un elemento di gravità tale da giustificare la decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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