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Particolare tenuità del fatto e guida in ebbrezza: no

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un autista, confermando la sua condanna per guida in stato di ebbrezza. È stata negata l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a causa dell’elevato pericolo generato dalla condotta: guidare un mezzo pesante su un’autostrada trafficata, unito all’abitudine all’alcol del conducente.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Ebbrezza e Particolare Tenuità del Fatto: Quando il Rischio Concreto Esclude il Beneficio

La questione della particolare tenuità del fatto nel contesto della guida in stato di ebbrezza è un tema dibattuto e di grande rilevanza pratica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiave di lettura, sottolineando come la valutazione del giudice non possa limitarsi al solo dato formale, ma debba estendersi a tutte le circostanze concrete della condotta. Analizziamo insieme questa decisione per capire perché, in alcuni casi, questo beneficio non può essere concesso.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un autista professionista condannato per guida in stato di ebbrezza. L’uomo era stato fermato mentre si trovava al volante di un mezzo pesante su un’autostrada caratterizzata da un intenso traffico. Un dettaglio significativo emerso durante il processo era che l’accertamento dello stato di ebbrezza era avvenuto in orario mattutino, un elemento che i giudici hanno interpretato come un indicatore di un’abitudine al consumo di alcol.

Dopo la condanna in primo grado, confermata anche in appello, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo principalmente su due motivi: il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.) e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo una sterile ripetizione di argomentazioni già adeguatamente respinte nei precedenti gradi di giudizio. Le motivazioni della Corte sono state chiare e logiche, fornendo principi applicabili a casi simili.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Il cuore della decisione riguarda il rigetto della richiesta di applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha ribadito che il giudizio sulla tenuità del fatto richiede una valutazione complessa e congiunta di tutte le peculiarità della fattispecie. Non è sufficiente una valutazione astratta del reato, ma è necessario calarsi nella realtà specifica dell’accaduto.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente evidenziato diversi elementi decisivi per escludere la tenuità:

1. La Gravità della Condotta: Mettersi alla guida di un mezzo pesante in condizioni di ebbrezza è una condotta intrinsecamente molto pericolosa.
2. Il Contesto: Il fatto si è verificato su un’autostrada ad elevato traffico, un’arteria dove un veicolo pesante può raggiungere velocità sostenute, amplificando esponenzialmente il rischio per l’incolumità degli altri utenti della strada.
3. L’Abitudine all’Alcol: L’accertamento avvenuto di mattina è stato considerato un valido indizio di un rapporto non occasionale con l’alcol, un fattore che denota una maggiore colpevolezza e pericolosità sociale.

La Corte ha specificato che la motivazione dei giudici di merito non era basata su mere clausole di stile, ma su un’analisi concreta e logica di questi elementi. Tale valutazione rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito e può essere censurata in sede di legittimità solo se manifestamente illogica, vizio che in questo caso non sussisteva.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alle attenuanti generiche, è stato respinto. La Corte ha osservato che l’imputato era gravato da precedenti penali e che non erano emersi elementi positivi tali da giustificare un’ulteriore mitigazione della pena. La decisione dei giudici di merito è stata quindi ritenuta coerente e correttamente motivata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione conferma un principio fondamentale: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può prescindere da un’analisi rigorosa del pericolo concreto generato dalla condotta illecita. Nel caso della guida in stato di ebbrezza, non è solo il tasso alcolemico a contare, ma l’intero contesto in cui il reato si inserisce. La guida di un veicolo pesante, il tipo di strada percorsa e gli indizi di un’abitudine al consumo di alcol sono tutti fattori che, se presenti, possono legittimamente portare il giudice a escludere l’applicazione del beneficio della non punibilità, ritenendo la condotta grave e meritevole della sanzione penale.

La guida in stato di ebbrezza può essere considerata un reato di ‘particolare tenuità del fatto’?
In linea di principio sì, ma la sua applicazione dipende da una valutazione complessiva della condotta. Come stabilito in questo caso, se la guida in stato di ebbrezza crea un pericolo concreto e significativo, il beneficio può essere escluso.

Quali elementi sono decisivi per escludere la particolare tenuità del fatto in un caso di guida in ebbrezza?
Secondo la Corte, sono decisivi elementi come la tipologia del veicolo (in questo caso un mezzo pesante), il contesto (un’autostrada trafficata), il potenziale pericolo per gli altri utenti e l’abitudine all’alcol del conducente, desumibile da indizi come l’orario mattutino dell’accertamento.

Il giudice deve analizzare tutti i parametri dell’art. 133 c.p. per decidere sulla tenuità del fatto?
No, non è necessaria la disamina di tutti gli elementi. È sufficiente che il giudice indichi quelli ritenuti rilevanti per motivare la sua decisione sulla gravità della condotta e sull’esclusione del beneficio della non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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