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Particolare tenuità del fatto e droga: quando è esclusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due soggetti condannati per detenzione di stupefacenti. La Corte ha confermato la decisione di merito che negava l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, sottolineando come la gravità della condotta fosse evidente da diversi elementi: la detenzione di circa 60 dosi di sostanze diverse già pronte per la vendita, l’uso di un deposito e di un’auto a noleggio, e la pendenza di un altro procedimento per un reato simile a carico di uno degli imputati. La decisione ribadisce che la valutazione della tenuità del fatto richiede un’analisi complessiva del contesto criminale.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: La Cassazione chiarisce i limiti in materia di stupefacenti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sui criteri per l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto in relazione ai reati di droga. La decisione sottolinea come una valutazione complessiva degli indici di gravità della condotta possa precludere questo beneficio, anche in assenza di un quantitativo eccezionale di sostanza stupefacente. Analizziamo insieme i dettagli del caso e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da due individui condannati dalla Corte d’Appello di Roma per detenzione illecita di sostanze stupefacenti. La difesa aveva richiesto l’applicazione della causa di non punibilità per la particolare tenuità del fatto, sostenendo la scarsa offensività della condotta. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva rigettato tale richiesta, motivando la propria decisione sulla base di una serie di elementi che, nel loro complesso, delineavano un quadro di significativa gravità.

Contro questa decisione, i due soggetti proponevano ricorso per Cassazione, sperando in una diversa valutazione. La Suprema Corte, tuttavia, ha ritenuto i ricorsi manifestamente infondati, confermando la decisione precedente e dichiarandoli inammissibili.

La Decisione della Corte e la particolare tenuità del fatto

La Settima Sezione Penale della Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente motivato il diniego del beneficio. Secondo i giudici, non è sufficiente considerare solo il quantitativo di droga per valutare la tenuità del fatto. È necessario, invece, un esame globale di tutte le circostanze concrete, che possono rivelare una pericolosità e un’organizzazione tali da rendere il fatto tutt’altro che “tenue”.

La Corte ha quindi dichiarato i ricorsi inammissibili, condannando i ricorrenti non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, una sanzione tipica per i ricorsi ritenuti pretestuosi o palesemente infondati.

Le Motivazioni: Indici di Gravità che Escludono la Tenuità

Il cuore della decisione risiede nell’analisi degli elementi che, secondo la Corte, dimostrano la gravità della condotta e impediscono di qualificarla come di particolare tenuità. Questi indici sono stati attentamente elencati e valutati:

* Quantità e Preparazione delle Dosi: Gli imputati sono stati trovati in possesso di circa 60 dosi medie di stupefacenti di diverso genere. Un aspetto cruciale è che le sostanze erano già state suddivise, un chiaro indicatore della loro destinazione alla cessione a terzi e non a un uso personale.
* Organizzazione dell’Attività: La condotta non era estemporanea, ma inserita in un contesto organizzato. L’utilizzo di un deposito apposito e di una vettura noleggiata per l’attività di spaccio è stato considerato un sintomo di una pianificazione e di una professionalità criminale che mal si concilia con la nozione di fatto tenue.
* Pendenze Giudiziarie: A carico di uno dei ricorrenti risultava pendente un altro procedimento penale per un reato della stessa indole. Questo elemento è stato ritenuto rilevante per escludere il carattere occasionale della condotta, uno dei presupposti fondamentali per l’applicazione del beneficio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza della Cassazione offre un importante promemoria: la particolare tenuità del fatto non è una scorciatoia applicabile automaticamente a tutti i reati con un danno quantitativamente modesto. Nel contesto dei reati di droga, i giudici devono effettuare un’analisi olistica, guardando oltre il mero peso della sostanza per cogliere il disvalore complessivo dell’azione.

La presenza di una struttura organizzativa, anche minima (come un’auto a noleggio e un deposito), la preparazione delle dosi per la vendita e la non occasionalità del comportamento (desumibile anche da procedimenti pendenti) sono tutti fattori che, sommati, dipingono un quadro di gravità incompatibile con la non punibilità. La decisione rafforza un orientamento giurisprudenziale che mira a riservare il beneficio della tenuità solo a quelle condotte che sono genuinamente marginali e sporadiche, escludendo quelle che, seppur non su larga scala, mostrano i tratti di una vera e propria attività criminale.

Quando è esclusa la particolare tenuità del fatto nei reati di droga?
Secondo questa ordinanza, è esclusa quando emergono indici di gravità complessiva, come la detenzione di un numero significativo di dosi già confezionate (in questo caso 60), l’uso di un’organizzazione logistica (deposito, auto a noleggio) e la non occasionalità della condotta.

Avere un procedimento penale pendente per un reato simile influisce sulla valutazione della tenuità del fatto?
Sì, la Corte ha confermato che la pendenza di un procedimento per un reato della stessa indole è un elemento rilevante. Contribuisce a dimostrare che la condotta non è occasionale, uno dei requisiti fondamentali per poter beneficiare della causa di non punibilità.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Comporta che la Corte non entra nel merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, al versamento di una somma pecuniaria alla Cassa delle ammende a titolo di sanzione per aver presentato un ricorso ritenuto manifestamente infondato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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