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Particolare tenuità del fatto e cibi mal conservati

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un esercente condannato per cattiva conservazione di alimenti. La Corte ha escluso la particolare tenuità del fatto a causa della notevole quantità di cibo (mozzarella e carne scaduta) e della sistematicità della condotta, confermando che la valutazione spetta al giudice di merito.

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Pubblicato il 27 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Niente Sconti per la Cattiva Conservazione degli Alimenti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 37921/2025, ha ribadito un principio fondamentale in materia di sicurezza alimentare: la non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis c.p., non può essere applicata con leggerezza quando sono in gioco la salute pubblica e la corretta conservazione dei cibi. La decisione chiarisce che la valutazione sulla gravità del reato spetta ai giudici di merito e che la presenza di quantitativi significativi di alimenti mal conservati indica una condotta non trascurabile, incompatibile con il beneficio.

Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il legale rappresentante di una società operante nel settore alimentare era stato condannato in primo e secondo grado al pagamento di un’ammenda di € 2.000,00 per aver detenuto per la vendita, all’interno del proprio esercizio commerciale, prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione. Nello specifico, i controlli avevano accertato la presenza di un notevole quantitativo di mozzarella (circa 3,5 kg) e carne scaduta, conservata senza l’ausilio di macchinari idonei.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo: la violazione di legge in relazione all’art. 131-bis c.p. La difesa sosteneva che la Corte d’Appello avesse erroneamente negato l’applicazione della causa di non punibilità, nonostante la sussistenza di tutti i presupposti, quali l’esigua quantità di merce e la natura occasionale dell’irregolarità.

L’Applicazione della Particolare Tenuità del Fatto nei Reati Alimentari

Il fulcro del ricorso era la richiesta di applicare il beneficio della particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, l’assenza di analisi di laboratorio, unita a testimonianze che avrebbero chiarito la natura temporanea del problema, doveva condurre a un giudizio di non punibilità. Si contestava, inoltre, la responsabilità diretta del legale rappresentante, oberato dalla gestione di più locali commerciali.

La questione sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se le circostanze del caso concreto potessero rientrare nella nozione di ‘minima offensività’ richiesta dalla norma, e se la Cassazione potesse intervenire direttamente per applicare tale beneficio, ribaltando la decisione dei giudici di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. I giudici hanno chiarito che il motivo di ricorso, sebbene formalmente incentrato su una violazione di legge, si traduceva in una richiesta di rivalutazione delle prove e del giudizio di merito, operazione preclusa in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su due pilastri fondamentali.

In primo luogo, la valutazione sulla sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è un apprezzamento di fatto rimesso al giudice di merito, il cui verdetto non è sindacabile in Cassazione se sorretto da una motivazione congrua, logica e rispettosa dei principi di diritto. In questo caso, la Corte d’Appello aveva ampiamente e coerentemente spiegato le ragioni del suo diniego.

In secondo luogo, l’offesa non poteva essere qualificata di ‘minima entità’. Gli elementi emersi durante il processo, quali “la presenza di un quantitativo notevole di mozzarelle” e “la mancanza di idonei macchinari per la conservazione della carne (peraltro scaduta)”, sono stati considerati tutt’altro che trascurabili. La Corte territoriale ha logicamente dedotto da questi fatti che non si trattava di ‘isolate irregolarità’, ma di ‘errati metodi di conservazione dei cibi… usuali all’interno dell’esercizio commerciale’. Di conseguenza, mancava il presupposto fondamentale per l’applicazione della causa di non punibilità.

La Cassazione ha inoltre respinto le argomentazioni difensive relative all’assenza di analisi di laboratorio e alla responsabilità del legale rappresentante, confermando che la prova può essere desunta anche da un controllo visivo e che la responsabilità gestionale e di autocontrollo grava sempre sull’imputato.

Conclusioni: Le Implicazioni per gli Operatori del Settore

Questa ordinanza invia un messaggio chiaro agli operatori del settore alimentare: la gestione della sicurezza e della conservazione dei prodotti è un dovere non delegabile e la cui violazione difficilmente può essere considerata di lieve entità. La decisione conferma che, ai fini della non punibilità, non conta solo la natura del reato, ma anche le modalità concrete della condotta. La presenza di quantitativi non irrisori di merce mal conservata e di carenze strutturali (come l’assenza di macchinari adeguati) può essere interpretata come un indicatore di una prassi operativa pericolosa, precludendo l’accesso al beneficio della particolare tenuità del fatto e confermando la piena responsabilità penale del gestore.

Quando un reato di cattiva conservazione di alimenti non è considerato di particolare tenuità del fatto?
Secondo la Corte, non si può invocare la particolare tenuità del fatto quando le circostanze indicano una condotta non trascurabile. Nel caso specifico, la presenza di un “quantitativo notevole” di mozzarella (3,5 kg) e la mancanza di macchinari idonei per la conservazione della carne (peraltro scaduta) sono stati ritenuti elementi sufficienti a escludere la minima entità dell’offesa, suggerendo che gli errati metodi di conservazione fossero una prassi abituale nell’esercizio.

La Corte di Cassazione può valutare autonomamente se applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
No. La valutazione sulla sussistenza dei presupposti per l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è riservata al giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Il controllo della Corte di Cassazione è limitato alla verifica della correttezza e logicità della motivazione della sentenza impugnata, senza poter entrare nel merito delle prove o sovrapporre una propria interpretazione dei fatti.

È sempre necessario un accertamento tecnico di laboratorio per dimostrare il cattivo stato di conservazione di un alimento?
No. La Corte territoriale ha chiarito, e la Cassazione ha confermato, che la prova del cattivo stato di conservazione può essere desunta anche da altri elementi, come un controllo visivo effettuato da personale competente. La responsabilità gestionale e di autocontrollo grava sul legale rappresentante dell’attività, che non può giustificarsi con l’assenza di analisi di laboratorio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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