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Particolare tenuità del fatto: Cassazione annulla

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per soggiorno irregolare, accogliendo il ricorso di un cittadino straniero. Il Giudice di Pace aveva negato la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto basandosi su una presunta ‘condotta ripetuta’ e un vago ‘grado di colpevolezza’. La Suprema Corte ha ritenuto tale motivazione meramente apparente e illogica, specificando che la permanenza prolungata sul territorio è un reato unico e non una reiterazione. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare tenuità del fatto: quando la motivazione è solo apparente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 39158/2024) offre importanti chiarimenti sull’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, specialmente in relazione al reato di soggiorno illegale dello straniero. Questa pronuncia sottolinea il dovere del giudice di fornire una motivazione concreta e non meramente apparente, annullando una decisione che si basava su concetti vaghi come la “condotta ripetuta” e il “grado di colpevolezza”.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un cittadino straniero condannato dal Giudice di pace per essersi trattenuto illegalmente nel territorio italiano oltre il termine fissato da un ordine del Questore. La sentenza iniziale era già stata annullata una prima volta dalla Corte di Cassazione, che aveva ordinato al Giudice di pace di rivalutare il caso, specificamente per quanto riguarda la possibile applicazione della particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 34 del d.lgs. 274/2000.

Nel successivo giudizio di rinvio, il Giudice di pace confermava la condanna, respingendo nuovamente la richiesta di non punibilità. La decisione si fondava su due elementi: la presunta condotta “ripetuta” dell’imputato e il suo “grado di colpevolezza”. Insoddisfatto, l’imputato ha presentato un nuovo ricorso in Cassazione, contestando la validità di tale motivazione.

I Motivi del Ricorso e la valutazione della particolare tenuità del fatto

La difesa ha articolato il ricorso su due punti principali:
1. Errata applicazione della legge e motivazione illogica: Si contestava la decisione di negare la particolare tenuità del fatto. La difesa sosteneva che la motivazione del giudice fosse solo apparente. Il riferimento alla “condotta ripetuta” era infondato, poiché non erano state contestate altre condotte illecite. Inoltre, il concetto di “grado di colpevolezza” era stato usato in modo generico, senza alcun ancoraggio a elementi concreti del caso.
2. Mancata pronuncia sulle attenuanti generiche: Il ricorso lamentava anche che il giudice non si fosse pronunciato sulla richiesta di applicazione delle attenuanti generiche, nonostante la prima sentenza di Cassazione avesse annullato il provvedimento anche in relazione al trattamento sanzionatorio.

L’importanza di una motivazione concreta sulla particolare tenuità del fatto

L’istituto della particolare tenuità del fatto consente di non procedere penalmente quando il danno o il pericolo causato dal reato è esiguo, la condotta è occasionale e la colpevolezza è minima. Per valutarne l’applicazione, il giudice deve compiere un’analisi sintetica del fatto concreto, non della fattispecie astratta di reato. Questo principio si applica anche ai reati di pericolo, come il soggiorno illegale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato, e ha respinto il secondo.

La Corte ha stabilito che la motivazione del Giudice di pace era effettivamente “meramente apparente”. Il concetto di “reiterazione” della condotta è stato utilizzato in modo improprio. La permanenza continuativa nel territorio nazionale dopo un ordine di espulsione costituisce un unico reato permanente, non un susseguirsi di azioni distinte e ripetute. Per parlare di reiterazione, sarebbe stato necessario dimostrare l’esistenza di altri illeciti commessi dall’imputato, cosa che non è avvenuta.

Inoltre, il riferimento al “grado di colpevolezza” è stato giudicato del tutto vago e privo di agganci a elementi specifici del caso. Una motivazione che si limita a enunciazioni generiche, senza spiegare su quali basi fattuali si fonda il giudizio, non è una vera motivazione e vizia la sentenza.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile, rilevando che, dalla lettura del dispositivo della sentenza impugnata, le attenuanti generiche erano già state concesse. La censura era quindi palesemente infondata.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata limitatamente alla causa di improcedibilità per particolare tenuità del fatto. Ha rinviato il caso al Giudice di pace di Ascoli Piceno, che dovrà procedere a un nuovo esame del punto, ma in una diversa composizione fisica. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: ogni decisione giudiziaria, specialmente se limita i diritti di un individuo, deve essere supportata da una motivazione reale, logica e ancorata ai fatti concreti del processo. Formule generiche e astratte non sono sufficienti a giustificare il diniego di un istituto di favore come la non punibilità per particolare tenuità del fatto.

La prolungata permanenza di uno straniero sul territorio dopo un ordine di allontanamento costituisce una ‘condotta ripetuta’ che esclude la particolare tenuità del fatto?
No. Secondo la sentenza, la permanenza illegale è un reato unico e continuativo. La nozione di ‘reiterazione’ o ‘condotta ripetuta’ implica un susseguirsi di azioni distinte, che non è stato dimostrato nel caso di specie.

Quando la motivazione di un giudice sulla particolare tenuità del fatto è ‘meramente apparente’?
Una motivazione è ‘meramente apparente’ quando si basa su enunciazioni vaghe e generiche, come un non meglio specificato ‘grado di colpevolezza’, senza ancorarle a specifici elementi di fatto emersi nel processo. In pratica, è una motivazione che esiste solo formalmente ma non spiega le ragioni concrete della decisione.

È possibile applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto ai reati di pericolo astratto, come il soggiorno illegale?
Sì. La sentenza conferma che l’istituto si applica anche ai reati di pericolo astratto o presunto, come quello di ingresso e soggiorno illegale. La valutazione deve essere fatta sul fatto concreto, per individuare se, nonostante la natura del reato, l’offesa al bene giuridico tutelato sia stata minima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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