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Particolare tenuità: Cassazione annulla con rinvio

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza di condanna per dichiarazione fraudolenta. La decisione si basa sull’applicabilità retroattiva della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta da una modifica legislativa successiva alla sentenza d’appello. La Corte ha stabilito che, nonostante il reato sia stato commesso, il giudice di merito dovrà rivalutare il caso per verificare se l’offesa possa essere considerata di lieve entità alla luce della nuova normativa.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Particolare Tenuità del Fatto: Quando una Riforma Può Cambiare l’Esito di un Processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori su un istituto fondamentale del nostro ordinamento: la non punibilità per particolare tenuità del fatto. Il caso, riguardante reati tributari, dimostra come una modifica legislativa intervenuta dopo una condanna possa portare all’annullamento della sentenza e a una nuova valutazione del caso. Questa pronuncia offre spunti cruciali sull’applicazione retroattiva delle norme penali più favorevoli e sui poteri del giudice di legittimità.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un amministratore di due società. L’imputato era stato ritenuto responsabile per aver emesso, tramite una società, e utilizzato, tramite l’altra, una fattura per operazioni inesistenti per un importo di 38.000 euro. In primo grado, era stato condannato per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 D.Lgs. 74/2000) e di emissione delle stesse (art. 8 D.Lgs. 74/2000).

La Corte d’Appello, pur confermando l’impianto accusatorio, aveva dichiarato prescritto il reato di emissione e rideterminato la pena per il solo reato di dichiarazione fraudolenta.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basato su quattro motivi principali:

1. Mancanza di offensività: La difesa sosteneva che la condotta fosse inoffensiva, dato che l’IVA era stata successivamente versata all’Erario, eliminando così qualsiasi danno economico per lo Stato.
2. Errore di diritto: Un presunto errore dei giudici di merito nel valutare l’aliquota IVA applicabile.
3. Travisamento della prova: Una contestazione sulla valutazione delle testimonianze rese in dibattimento.
4. Applicabilità dell’art. 131-bis c.p.: Il motivo decisivo. La difesa ha chiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, alla luce della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), entrata in vigore dopo la pronuncia della sentenza d’appello, che ha esteso l’ambito di applicazione di tale istituto anche al reato di dichiarazione fraudolenta.

Le motivazioni della Cassazione sulla particolare tenuità del fatto

La Suprema Corte ha rigettato i primi tre motivi di ricorso. In particolare, ha ribadito un principio consolidato: il reato di dichiarazione fraudolenta è un reato formale e di pericolo. Ciò significa che si perfeziona nel momento stesso in cui viene presentata la dichiarazione fiscale mendace, indipendentemente dal fatto che si verifichi un’effettiva evasione o che il debito tributario venga successivamente saldato. La condotta è punita per il suo carattere fraudolento intrinseco, non per il danno patrimoniale che ne consegue.

Tuttavia, la Corte ha accolto il quarto motivo. Ha riconosciuto che la modifica legislativa che ha ampliato l’applicazione della particolare tenuità del fatto ha natura sostanziale ed è più favorevole all’imputato (lex mitior). Pertanto, deve essere applicata retroattivamente anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Poiché al momento della decisione d’appello la nuova norma non era ancora in vigore, quel giudice non aveva potuto valutare se il fatto concreto potesse essere qualificato come di particolare tenuità. La Cassazione ha specificato che una tale valutazione richiede un’analisi complessa e fattuale (gravità del danno, modalità della condotta, intensità del dolo), che esula dai poteri del giudice di legittimità, il quale si limita a un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, ma solo limitatamente alla questione dell’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. Ha rinviato il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello, che avrà il compito di effettuare un nuovo giudizio esclusivamente su questo punto. Il nuovo giudice dovrà valutare, sulla base degli indicatori previsti dalla legge e interpretati dalla giurisprudenza, se la condotta dell’imputato, sebbene penalmente rilevante, possa essere considerata di particolare tenuità del fatto e, di conseguenza, non punibile. Questa sentenza conferma l’importanza del principio del favor rei e chiarisce che le riforme legislative migliorative devono trovare applicazione anche nei processi in corso, potendo determinare un esito completamente diverso per l’imputato.

Il pagamento del debito tributario dopo la presentazione di una dichiarazione fraudolenta esclude il reato?
No. Secondo la Cassazione, il reato di dichiarazione fraudolenta è un reato formale che si perfeziona al momento della presentazione della dichiarazione contenente elementi fittizi. Il successivo pagamento del tributo non elimina la rilevanza penale della condotta fraudolenta già posta in essere.

Una modifica legislativa favorevole può essere applicata a un reato commesso prima della sua entrata in vigore?
Sì. La sentenza conferma che una norma penale più favorevole, come quella che estende l’applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ha efficacia retroattiva e deve essere applicata anche ai fatti commessi prima della sua introduzione, in base al principio del favor rei.

Perché la Cassazione non ha dichiarato direttamente la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Cassazione non ha potuto decidere direttamente perché la valutazione sulla particolare tenuità del fatto richiede un’analisi di merito, che include l’esame di aspetti fattuali come le modalità della condotta, l’entità del dolo e le conseguenze del reato. Questo tipo di accertamento spetta al giudice di merito (in questo caso, la Corte d’Appello in sede di rinvio) e non al giudice di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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