LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Partecipazione associazione a delinquere: la prova

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di partecipazione associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. La Corte ha stabilito che, per configurare la partecipazione, non sono sufficienti prove generiche come la frequentazione di altri affiliati o l’uso di appellativi amichevoli, ma è necessario un contributo causale, concreto e consapevole al sodalizio. Il caso è stato rinviato al Tribunale del riesame per una nuova valutazione, mentre sono stati ritenuti sussistenti i gravi indizi per specifici reati di spaccio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Partecipazione Associazione a Delinquere: I Criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9689 del 2024, torna a definire i confini probatori per il grave reato di partecipazione associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La pronuncia chiarisce che la semplice vicinanza a membri di un sodalizio criminale o manifestazioni di familiarità non sono sufficienti a dimostrare un inserimento organico nel gruppo, per il quale è richiesto un contributo concreto e funzionale al programma criminale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di un individuo accusato di far parte di un’associazione criminale dedita al narcotraffico, operante nei Quartieri spagnoli della città. Oltre al reato associativo, all’indagato erano contestati specifici episodi legati alla detenzione e cessione di cocaina. L’impianto accusatorio si fondava su intercettazioni, videosorveglianza e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Il Tribunale del riesame aveva confermato la misura, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza per tutti i reati contestati.

Il Ricorso in Cassazione e le Doglianze della Difesa

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la solidità delle prove, in particolare per quanto riguarda il reato associativo. I motivi principali del ricorso vertevano sulla mancanza di un apporto concreto e verificabile al programma criminoso dell’associazione. Secondo la difesa, gli elementi valorizzati dal Tribunale del riesame – come la frequentazione di altri affiliati o l’essersi definito ‘fratello’ del capo – erano suggestivi ma non dimostrativi di una vera e propria affiliazione. Inoltre, si contestava l’attribuzione di un ruolo di ‘vedetta’, desunto in modo apodittico e non supportato da prove concrete, nonché il travisamento di alcune intercettazioni ambientali.

Le motivazioni della Corte di Cassazione sulla partecipazione associazione a delinquere

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso, annullando l’ordinanza impugnata limitatamente al reato di partecipazione associazione a delinquere e rinviando il caso al Tribunale del riesame per un nuovo esame.

I giudici hanno ribadito un principio giurisprudenziale consolidato: per la configurabilità del reato associativo non è sufficiente una mera disponibilità o vicinanza ai membri del sodalizio, ma è indispensabile la ‘coscienza e volontà di far parte dell’associazione, di contribuire al suo mantenimento e di favorire la realizzazione del fine comune’. Serve, in altre parole, un contributo causale, consapevole e funzionale all’esistenza e al rafforzamento del gruppo.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto la motivazione del Tribunale del riesame generica e insufficiente. Elementi come la frequentazione, l’uso di un termine affettuoso come ‘fratello’ o il fatto di essere stato menzionato in una lista di nomi dal capo dell’organizzazione sono stati giudicati privi di quella forza dimostrativa necessaria a provare un apporto personale e consapevole al sodalizio. Anche il presunto ruolo di ‘vedetta’, che il Tribunale del riesame aveva considerato decisivo, è stato ritenuto ‘del tutto apodittico’ e non dimostrato in alcun modo.

Diversamente, la Corte ha giudicato generiche le censure relative ai singoli reati fine (art. 73 d.P.R. 309/90). Per questi episodi, la ricostruzione del Tribunale del riesame è stata considerata logica e ben fondata sulle risultanze delle intercettazioni e delle attività di polizia giudiziaria, che avevano permesso di inferire il concorso dell’indagato con un ruolo di vedetta in un’occasione e di intermediatore in un’altra.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un’importante affermazione della necessità di un rigoroso accertamento probatorio per il reato di partecipazione ad associazione a delinquere. La Cassazione traccia una linea netta tra l’essere contigui a un ambiente criminale e l’esserne parte integrante. Per affermare la responsabilità penale, l’accusa deve dimostrare un contributo attivo, volontario e funzionale agli scopi dell’organizzazione. L’ordinanza è stata quindi annullata su questo punto, e il Tribunale del riesame dovrà ora colmare le lacune motivazionali evidenziate, applicando i principi di diritto enunciati dalla Suprema Corte. Di conseguenza, anche la valutazione sulle esigenze cautelari dovrà essere riconsiderata all’esito del nuovo giudizio sulla sussistenza dei gravi indizi per il reato associativo.

Cosa è necessario per provare la partecipazione a un’associazione a delinquere?
Secondo la Corte, non basta dimostrare la frequentazione o la vicinanza con i membri dell’associazione. È indispensabile provare un contributo concreto, volontario e consapevole, che sia funzionale all’esistenza e al rafforzamento dell’organizzazione criminale.

È possibile essere condannati per singoli reati di spaccio senza far parte dell’associazione criminale?
Sì. La Corte ha ritenuto che, sebbene le prove per la partecipazione all’associazione fossero insufficienti, gli indizi relativi al concorso dell’indagato in specifici episodi di cessione di stupefacenti (in un caso come ‘vedetta’ e in un altro come ‘intermediatore’) fossero gravi e ben motivati.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare?
La Corte ha annullato l’ordinanza limitatamente all’accusa di associazione a delinquere perché ha ritenuto la motivazione del Tribunale del riesame generica e apodittica. Le prove addotte (frequentazioni, espressioni di familiarità) sono state giudicate suggestive ma non sufficienti a dimostrare un reale e consapevole apporto al sodalizio criminale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati