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Parcheggiatore abusivo: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per l’attività di parcheggiatore abusivo. La decisione si fonda sul fatto che l’appello riproponeva motivi già respinti in precedenza, senza un confronto critico con la sentenza impugnata. La condanna a quattro mesi di arresto e 1400 euro di ammenda è stata quindi confermata, con l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una sanzione alla Cassa delle Ammende.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Parcheggiatore Abusivo: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’attività di parcheggiatore abusivo, soprattutto quando reiterata, costituisce un reato. Ma cosa accade quando la difesa in Cassazione si limita a ripetere argomenti già esaminati e respinti nei gradi precedenti? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i requisiti di ammissibilità del ricorso, confermando la condanna per un individuo sorpreso a svolgere tale attività illecita.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva condannato sia in primo grado dal Tribunale che in secondo grado dalla Corte d’Appello alla pena di quattro mesi di arresto e 1400 euro di ammenda. L’accusa era quella di aver esercitato l’attività di parcheggiatore senza autorizzazione, un fatto che assume rilevanza penale ai sensi dell’art. 7, comma 15-bis del Codice della Strada quando, come in questo caso, il soggetto è già stato sanzionato in precedenza per la medesima violazione amministrativa. L’imputato, sorpreso da un agente di Polizia Giudiziaria mentre indirizzava gli automobilisti per farli parcheggiare su suolo pubblico, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione sia riguardo alla sua responsabilità penale sia al mancato riconoscimento dei benefici di legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che il ricorso non era altro che una riproposizione dei medesimi motivi già presentati in appello, senza un confronto specifico e critico con le ragioni esposte nella sentenza della Corte d’Appello. Questo approccio, secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, rende l’impugnazione inammissibile.

Le motivazioni: Perché il ricorso del parcheggiatore abusivo è stato respinto?

La Corte ha evidenziato come i giudici di merito avessero già compiuto una valutazione completa e logica della condotta dell’imputato. L’agente di P.G., sentito come testimone, aveva confermato di aver sorpreso l’uomo nell’atto di gestire i parcheggi. La giustificazione fornita dall’imputato, ovvero di trovarsi lì per acquistare delle medicine, era stata ritenuta non credibile perché non supportata da alcun elemento di prova.

Inoltre, i giudici avevano correttamente rilevato la recidiva nella condotta, dato che l’uomo era già stato sanzionato per la stessa violazione in passato, elemento che fa scattare l’ipotesi di reato. Anche la richiesta di concessione delle attenuanti generiche era stata legittimamente respinta. La Corte ha ricordato che, a seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale, non basta più la sola incensuratezza (che in questo caso non c’era) per ottenere uno sconto di pena, ma è necessaria la presenza di elementi positivi che qui mancavano.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta conseguenze significative per il ricorrente. In primo luogo, la condanna a quattro mesi di arresto e 1400 euro di ammenda diventa definitiva. In secondo luogo, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorso inammissibile. Infine, un aspetto tecnico ma cruciale: l’inammissibilità impedisce alla Corte di rilevare l’eventuale prescrizione del reato che potrebbe essere maturata dopo la sentenza d’appello, ‘cristallizzando’ così la condanna.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché si limitava a riproporre gli stessi motivi di gravame già presentati e respinti dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata.

La giustificazione dell’imputato è stata considerata valida?
No, la sua giustificazione di trovarsi sul posto per acquistare medicinali non è stata ritenuta credibile dai giudici, in quanto non supportata da alcuna prova e in contrasto con la testimonianza dell’agente che lo aveva visto indirizzare le auto per il parcheggio.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità?
Oltre alla conferma della pena, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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