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Parcheggiatore abusivo: reato anche senza soldi

Un uomo condannato per l’attività di parcheggiatore abusivo ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il reato non sussistesse in assenza di una provata richiesta di denaro. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo un principio fondamentale: il reato di parcheggiatore abusivo si configura con la sola attività non autorizzata di indirizzamento dei veicoli verso aree di sosta, indipendentemente dal fatto che venga richiesto o ricevuto un compenso. La condotta penalmente rilevante è l’esercizio stesso dell’attività, non il profitto che ne deriva.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Parcheggiatore Abusivo: Quando Scatta il Reato? La Cassazione Fa Chiarezza

L’attività del parcheggiatore abusivo è un fenomeno diffuso in molte città italiane, spesso fonte di dibattito sulla sua rilevanza penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante precisazione, stabilendo che il reato si configura anche in assenza di una esplicita richiesta di denaro. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, volto a tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza della circolazione stradale.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato sia in primo grado che in appello per il reato di esercizio non autorizzato dell’attività di parcheggiatore, previsto dall’articolo 7, comma 15-bis, del Codice della Strada. All’imputato era stata inflitta una pena di cinque mesi di arresto e 1.700 euro di ammenda, con sospensione condizionale della pena subordinata allo svolgimento di lavori di pubblica utilità. La condanna si basava sull’accertamento che l’uomo, già sanzionato in passato per la medesima violazione, svolgeva abitualmente tale attività in una via di Palermo.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Erronea configurazione del reato: Secondo il ricorrente, la semplice presenza sul luogo e l’indicazione di un posto auto, senza una provata richiesta di denaro, non sarebbero sufficienti a integrare il reato.
2. Vizio di motivazione: La sentenza d’appello sarebbe stata illogica nel non specificare come l’imputato avesse richiesto o percepito un compenso, data l’assenza di testimoni, denaro o prove video.
3. Mancata confisca obbligatoria: Si contestava che la mancata confisca delle somme percepite, prevista dalla norma in caso di recidiva, costituisse una violazione di legge che avrebbe dovuto invalidare la condanna.

L’Analisi della Corte sul Reato di Parcheggiatore Abusivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le argomentazioni della difesa. La decisione si fonda su principi giuridici consolidati e chiarisce in modo definitivo gli elementi costitutivi del reato.

La Sufficienza dell’Attività di Indicazione dei Posti

Il punto centrale della decisione riguarda il primo motivo di ricorso. I giudici hanno ribadito che, ai fini della configurabilità del reato di parcheggiatore abusivo, è sufficiente accertare l’attività di direzione e indicazione agli automobilisti dei posti liberi per parcheggiare. Il possesso di proventi o la richiesta esplicita di denaro non sono elementi costitutivi del reato. La norma penale, infatti, punisce lo svolgimento dell’attività non autorizzata in sé, poiché essa interferisce con la gestione pubblica degli spazi e con la sicurezza della circolazione.

L’Irrilevanza della Mancata Confisca

Anche il terzo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha spiegato che la mancata adozione di un provvedimento accessorio come la confisca, per quanto obbligatoria, non incide sulla sussistenza degli elementi costitutivi del reato. Si tratta, al più, di un’irregolarità procedurale che non inficia l’affermazione di responsabilità penale, la quale si basa unicamente sulla condotta tenuta dall’imputato, correttamente accertata dai giudici di merito.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si radicano nella natura stessa del reato contestato. La norma non intende punire l’arricchimento illecito, ma l’usurpazione di una funzione pubblica e il potenziale disturbo all’ordine pubblico e alla circolazione stradale. L’attività di parcheggiatore abusivo viene considerata penalmente rilevante a prescindere dal suo esito economico. Il reato si perfeziona nel momento in cui un soggetto, senza alcuna autorizzazione, si arroga il compito di gestire e indirizzare il flusso di veicoli in cerca di sosta. La dazione di denaro è una possibile conseguenza, ma non un presupposto necessario. La Corte, inoltre, ha sottolineato come il suo ruolo sia quello di giudice di legittimità, che non può riesaminare le prove e i fatti già vagliati nei gradi di merito, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme di diritto.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza della Cassazione conferma che per essere condannati per il reato di parcheggiatore abusivo non è necessario essere colti in flagrante mentre si riceve denaro. È sufficiente che venga provato lo svolgimento dell’attività di indirizzamento delle auto. Questa interpretazione rigorosa ha importanti implicazioni pratiche: rafforza gli strumenti di contrasto al fenomeno, chiarendo che la semplice condotta di chi si atteggia a gestore di un’area di sosta è di per sé sufficiente per integrare il reato. I cittadini sono così più tutelati da un’attività illegale che può creare disagio e insicurezza.

È necessario che un parcheggiatore abusivo chieda dei soldi per commettere il reato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il reato si configura con la semplice attività non autorizzata di indicazione e direzione degli automobilisti verso i posti liberi, a prescindere dalla richiesta o dalla ricezione effettiva di denaro.

Cosa succede se gli agenti non confiscano i soldi guadagnati illecitamente dal parcheggiatore?
La mancata confisca delle somme percepite è un’irregolarità procedurale che non incide sulla sussistenza del reato. La responsabilità penale per l’attività di parcheggiatore abusivo rimane valida, poiché si fonda sulla condotta e non sulle sue conseguenze economiche.

Quale comportamento specifico integra il reato di parcheggiatore abusivo?
Il reato è integrato dallo svolgimento dell’attività di direzione e indicazione agli automobilisti dei posti liberi per parcheggiare, quando tale attività è esercitata senza la prescritta autorizzazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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