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Parcheggiatore abusivo: Cassazione sulla condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per il reato di abusiva occupazione di demanio marittimo. L’imputato, che svolgeva l’attività di parcheggiatore abusivo su una vasta area, aveva richiesto l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che l’organizzazione dell’attività, dimostrata dall’ampiezza dell’area (2520 mq) e dalla presenza di un cartello ‘parcheggio custodito’, esclude l’occasionalità della condotta, rendendo inapplicabile l’art. 131-bis c.p. e confermando la distinzione tra il reato penale e la mera sanzione amministrativa per l’attività di parcheggiatore.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Parcheggiatore abusivo: la Cassazione sulla condanna penale

L’attività di parcheggiatore abusivo su aree demaniali non è sempre un illecito di lieve entità. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha recentemente chiarito i confini tra la sanzione amministrativa e il reato di occupazione abusiva di suolo pubblico, stabilendo che l’organizzazione e la non occasionalità della condotta impediscono l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il Tribunale di Paola aveva condannato un individuo alla pena di 300 euro di ammenda per il reato previsto dall’art. 1161 del codice della navigazione, ovvero l’abusiva occupazione di uno spazio del demanio marittimo. L’imputato aveva, di fatto, adibito una vasta area demaniale (circa 2520 mq) a parcheggio non autorizzato, apponendo anche un cartello con la dicitura “parcheggio custodito”.

L’imputato ha presentato ricorso per cassazione avverso tale sentenza, lamentando diverse violazioni di legge e vizi di motivazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato la sua difesa su quattro motivi principali:
1. La violazione del principio del ne bis in idem (art. 649 c.p.p.), sostenendo che la sua condotta dovesse essere punita solo con la sanzione amministrativa prevista dal Codice della Strada per i parcheggiatori abusivi e non anche penalmente.
2. Il travisamento della prova, asserendo che il giudice di merito avesse interpretato erroneamente le testimonianze.
3. L’errata esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).
4. Un’eccessiva quantificazione della pena (dosimetria della pena).

La Decisione della Corte: l’inammissibilità del ricorso del parcheggiatore abusivo

La Corte di Cassazione ha rigettato tutte le argomentazioni, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza e genericità.

Distinzione tra reato e sanzione amministrativa

Sul primo punto, la Corte ha chiarito che non vi è alcuna sovrapposizione tra l’illecito amministrativo di chi esercita l’attività di parcheggiatore abusivo (art. 7, comma 15-bis, Codice della Strada) e il reato di abusiva occupazione di demanio marittimo (art. 1161 cod. nav.). Le due norme tutelano beni giuridici diversi: la prima sanziona un’attività non autorizzata, la seconda punisce l’occupazione materiale di un bene pubblico, impedendone l’uso collettivo. Non sussiste, quindi, l’identità del fatto richiesta per l’applicazione del ne bis in idem.

L’impossibilità di applicare la particolare tenuità del fatto

Il motivo centrale della decisione riguarda l’inapplicabilità dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha ritenuto logica e corretta la valutazione del Tribunale. L’esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo su un’area così vasta (2520 mq) e l’aver apposto un cartello indicante un “parcheggio custodito” sono elementi che denotano una certa professionalità e un’organizzazione stabile, del tutto incompatibili con il requisito dell'”occasionalità” della condotta richiesto dalla norma per escludere la punibilità. La scarsa gravità del fatto, che ha portato alla sola pena pecuniaria, non si confonde con la non occasionalità, che è un elemento distinto e ostativo all’applicazione del beneficio.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati. Il ricorso è stato giudicato generico perché non si è confrontato criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le stesse tesi già respinte in primo grado. Per quanto riguarda il travisamento della prova, il ricorrente non ha rispettato il principio di autosufficienza, non allegando gli atti processuali completi che avrebbero dovuto dimostrare l’errore del giudice. Infine, sulla dosimetria della pena, la Cassazione ha ribadito che il suo sindacato è limitato ai casi di motivazione manifestamente illogica o arbitraria, circostanza non ravvisata nel caso di specie, dove il giudice aveva applicato una pena mediana, tenendo conto delle attenuanti generiche.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida la distinzione tra l’illecito amministrativo del parcheggiatore abusivo e il più grave reato di occupazione abusiva di demanio. In secondo luogo, definisce i criteri per valutare l’occasionalità della condotta ai fini dell’applicazione dell’art. 131-bis c.p.: un’attività organizzata, estesa e protratta nel tempo, anche se sanzionata con una pena lieve, non può essere considerata di particolare tenuità. La decisione funge da monito, sottolineando che l’appropriazione di beni pubblici per fini di lucro, anche se apparentemente di modesta entità, costituisce un reato a tutti gli effetti, non derubricabile a semplice illecito amministrativo quando presenta caratteristiche di stabilità e organizzazione.

Svolgere l’attività di parcheggiatore abusivo su demanio marittimo è solo una violazione amministrativa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’attività di parcheggiatore abusivo (sanzionata amministrativamente dal Codice della Strada) e il reato di occupazione abusiva di demanio marittimo (art. 1161 cod. nav.) sono due illeciti distinti che possono concorrere, poiché tutelano beni giuridici diversi.

Quando l’attività di parcheggiatore abusivo non può essere considerata di ‘particolare tenuità’?
Secondo la sentenza, non può essere considerata di particolare tenuità ai sensi dell’art. 131-bis c.p. quando la condotta non è occasionale. Elementi come l’ampiezza dell’area occupata (nel caso di specie, 2520 mq) e l’apposizione di cartelli (es. ‘parcheggio custodito’) dimostrano una professionalità e un’organizzazione che escludono l’occasionalità, anche se la pena applicata è solo pecuniaria.

La Corte di Cassazione può riconsiderare la quantità della pena decisa dal giudice di merito?
No, di norma la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione sulla congruità della pena. Il suo controllo è limitato a verificare che la decisione del giudice di merito non sia frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che non è avvenuta nel caso esaminato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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