LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Parcheggiatore abusivo: Cassazione conferma la condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per l’attività di parcheggiatore abusivo. La Corte ha stabilito che la valutazione dei fatti non è contestabile in sede di legittimità e ha confermato che la violazione dell’ordine del Questore di non accedere a una zona cittadina costituisce reato di per sé, senza la necessità di dimostrare un pericolo effettivo per la sicurezza urbana.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Parcheggiatore Abusivo: Quando la Violazione dell’Ordine del Questore è Reato

L’attività di parcheggiatore abusivo è un fenomeno diffuso che pone questioni non solo di ordine pubblico ma anche di rilevanza penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito importanti chiarimenti sui limiti del ricorso in sede di legittimità e sulla natura del reato connesso alla violazione delle ordinanze a tutela della sicurezza urbana. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio i principi di diritto applicati.

I Fatti del Caso: L’Attività di Parcheggiatore Abusivo

Il caso trae origine dalla condanna di un uomo per aver svolto l’attività di parcheggiatore non autorizzato. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, confermata dalla sentenza impugnata, l’imputato era stato osservato direttamente dagli agenti operanti mentre, con gesti inequivocabili, invitava i veicoli a entrare e uscire da un’area di parcheggio. Subito dopo, tendeva la mano verso i conducenti per richiedere somme di denaro. Tale condotta aveva portato alla sua condanna nei precedenti gradi di giudizio.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Contestazione della ricostruzione dei fatti: Il ricorrente lamentava che i giudici avessero valutato le prove in modo generico e illogico, sostenendo che l’attività non fosse stata provata con certezza.
2. Errata applicazione della norma incriminatrice: Si sosteneva che, per configurare il reato previsto dall’art. 10, comma 2, del D.L. n. 14 del 2017, fosse necessaria la dimostrazione di una concreta situazione di pericolo per la sicurezza urbana, che nel suo caso non si era verificata.

L’Ordinanza della Corte: Il Ruolo del Giudizio di Legittimità sul Parcheggiatore Abusivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambi i motivi. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi distinti, uno di natura processuale e l’altro di diritto sostanziale.

La Valutazione dei Fatti è Insindacabile in Cassazione

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio fondamentale del nostro ordinamento: il giudizio di Cassazione è un ‘giudizio di legittimità’, non un terzo grado di merito. Questo significa che la Suprema Corte non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione delle prove a quella dei giudici dei gradi precedenti. Il ricorso su questo punto è stato ritenuto un tentativo di sollecitare ‘apprezzamenti di merito’, estranei alle competenze della Corte. La motivazione della sentenza impugnata, basata sull’osservazione diretta degli agenti, è stata giudicata né illogica né giuridicamente errata.

La Violazione dell’Ordine del Questore e la Sicurezza Urbana

Sul secondo motivo, la Corte lo ha definito ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno chiarito che la norma incriminatrice (art. 10, co. 2, D.L. 14/2017) sanziona la semplice disobbedienza all’ordine del Questore di non accedere a una determinata zona cittadina. Il reato si perfeziona con la mera violazione di tale ordine, indipendentemente dal fatto che si sia concretamente verificata una situazione di pericolo per la sicurezza dei cittadini o degli utenti della strada. La legge, in questo caso, punisce il comportamento disobbediente in sé, in un’ottica di prevenzione.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si basano sulla netta distinzione tra il giudizio di fatto e il giudizio di diritto. I fatti, come l’attività del parcheggiatore abusivo, una volta accertati con motivazione logica nei primi due gradi di giudizio, diventano un presupposto non più discutibile in Cassazione. Dal punto di vista del diritto, la Corte ha fornito un’interpretazione chiara della norma sulla sicurezza urbana, affermando che il legislatore ha inteso punire la violazione formale del provvedimento amministrativo, considerandola di per sé lesiva dell’ordine pubblico, senza richiedere un’ulteriore prova di un pericolo concreto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza ha due importanti implicazioni. In primo luogo, rafforza il principio secondo cui la Corte di Cassazione non è un ‘terzo giudice’ dei fatti, limitando i ricorsi a questioni di pura legittimità. In secondo luogo, chiarisce la portata dei provvedimenti a tutela della sicurezza urbana: la violazione di un ordine del Questore, come quello che vieta l’accesso a certe aree per prevenire fenomeni come quello dei parcheggiatori abusivi, costituisce reato di per sé. Per i cittadini, ciò significa che la semplice presenza in un’area interdetta in violazione di un’ordinanza può avere conseguenze penali, anche in assenza di ulteriori condotte pericolose.

È possibile contestare davanti alla Corte di Cassazione la ricostruzione dei fatti fatta dal giudice di appello?
No, la Corte di Cassazione svolge un giudizio di legittimità e non può riesaminare i fatti o le prove (apprezzamenti di merito), a meno che la motivazione della sentenza precedente non sia palesemente illogica o giuridicamente viziata.

Perché l’attività di parcheggiatore abusivo è considerata reato in questo caso?
In questo specifico caso, il reato sanzionato non è l’attività di parcheggiatore in sé, ma la violazione dell’ordine del Questore di non accedere a una determinata area urbana, come previsto dall’art. 10, comma 2, del d.l. n. 14 del 2017. La condotta di parcheggiatore è il fatto che ha portato all’applicazione della misura.

Il reato di violazione dell’ordine del Questore richiede che si sia creata una situazione di pericolo concreto per la sicurezza?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la norma sanziona la mera violazione dell’ordine (la disobbedienza), a prescindere dal fatto che si sia verificata una concreta situazione di pericolo per la sicurezza dei cittadini.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati