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Osservazione scientifica in carcere: è obbligatoria?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per i condannati per specifici reati gravi, l’osservazione scientifica in carcere della durata di almeno un anno è un presupposto obbligatorio e non sostituibile per accedere a misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova. Un percorso riabilitativo svolto all’esterno, anche se di analogo contenuto, non è considerato equipollente. La Corte ha rigettato il ricorso di un detenuto, confermando che la normativa vigente impone che tale valutazione avvenga all’interno dell’istituto penitenziario, sebbene con il possibile ausilio di esperti esterni.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Osservazione Scientifica in Carcere: È Obbligatoria per i Benefici?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale per l’accesso alle misure alternative alla detenzione per i condannati per reati gravi. La questione centrale riguarda la necessità dell’osservazione scientifica in carcere della personalità del detenuto, un percorso di valutazione che, secondo la Corte, non può essere sostituito da programmi riabilitativi svolti all’esterno dell’istituto penitenziario. Questa decisione chiarisce i presupposti inderogabili per l’ottenimento di benefici come l’affidamento in prova al servizio sociale.

I Fatti del Caso: Il Percorso di Riabilitazione Esterno al Carcere

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un detenuto, condannato per il reato previsto dall’art. 609-quater del codice penale, che aveva richiesto di essere ammesso all’affidamento in prova al servizio sociale. Il Tribunale di Sorveglianza di Firenze aveva dichiarato la sua istanza inammissibile. Il motivo? Mancava il presupposto richiesto dall’art. 4-bis, comma 1-quater, dell’Ordinamento Penitenziario: lo svolgimento di un periodo di almeno un anno di osservazione scientifica della personalità condotta all’interno del carcere.

Il detenuto, tramite il suo difensore, aveva impugnato questa decisione, sostenendo di aver completato un percorso riabilitativo di analogo contenuto e durata presso una cooperativa sociale esterna. A suo avviso, tale percorso doveva essere considerato equipollente. Inoltre, la difesa ha sollevato dubbi sulla costituzionalità della norma, ritenendola discriminatoria e contraria al principio rieducativo della pena.

La Decisione sull’Osservazione Scientifica in Carcere

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando in toto la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Gli Ermellini hanno stabilito che, per i reati ostativi di cosiddetta ‘terza fascia’ (tra cui quello per cui il ricorrente era stato condannato), l’osservazione scientifica in carcere è un requisito necessario e non surrogabile.

La Corte ha precisato che il percorso di valutazione della personalità del detenuto deve obbligatoriamente svolgersi in istituto, cioè all’interno delle mura carcerarie. Un programma svolto all’esterno, seppur valido, non può sostituire questa fase cruciale del trattamento penitenziario prevista dalla legge per reati di particolare allarme sociale.

Le Motivazioni della Corte: Perché l’Osservazione Scientifica in Carcere non è Sostituibile

Le motivazioni della sentenza si basano su una rigorosa interpretazione della normativa e sulla sua ratio.

L’interpretazione dell’Art. 4-bis Ord. Pen.

La difesa del ricorrente si era appellata all’uso della congiunzione ‘anche’ nel testo dell’art. 4-bis, comma 1-quater, che prevede la possibilità di partecipazione di esperti esterni. Secondo il ricorrente, ciò implicava che l’osservazione potesse svolgersi anche interamente al di fuori del carcere.
La Cassazione ha respinto questa lettura. La parola ‘anche’ indica che il gruppo di osservazione interno all’istituto, composto dal personale penitenziario, può essere integrato da professionisti esterni (psicologi, criminologi, etc., come previsto dall’art. 80 Ord. pen.), ma non che questi possano sostituire l’osservazione inframuraria. L’osservazione svolta in carcere permette una valutazione a più ampio spettro, coinvolgendo figure professionali che operano esclusivamente all’interno degli istituti e che possono monitorare il detenuto in un contesto strutturato.

La Ragionevolezza della Norma e l’Infondatezza della Questione di Costituzionalità

La Corte ha inoltre ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale. La norma non crea una preclusione assoluta e irragionevole all’accesso ai benefici, ma stabilisce una modalità di accesso differenziata e più rigorosa per gli autori di reati di particolare gravità. Questa scelta del legislatore è giustificata dall’esigenza di una valutazione più penetrante e affidabile del percorso di risocializzazione del condannato, al fine di scongiurare il pericolo di recidiva. Si tratta di un binario differenziato, non di un muro invalicabile, pienamente coerente con l’obiettivo di recupero e reinserimento sociale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per i condannati per determinati reati gravi, non esistono scorciatoie per accedere alle misure alternative. L’osservazione scientifica in carcere per almeno un anno è un passaggio obbligato che serve a garantire una valutazione approfondita e multidisciplinare della personalità del detenuto. La decisione sottolinea che la gravità del reato commesso giustifica un percorso di verifica più strutturato e controllato, che solo l’ambiente penitenziario, con il suo staff specializzato (anche integrato da esterni), può assicurare. Per i detenuti e i loro difensori, ciò significa che qualsiasi programma di trattamento deve essere pianificato tenendo conto di questo presupposto inderogabile, concentrando gli sforzi sul percorso riabilitativo interno prima di poter aspirare a benefici extramurari.

Per i reati ostativi, un percorso di riabilitazione svolto fuori dal carcere può sostituire l’osservazione scientifica della personalità prevista dalla legge?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’osservazione scientifica della personalità, condotta collegialmente per almeno un anno in istituto, è un presupposto necessario e non surrogabile per accedere ai benefici penitenziari.

Cosa significa la parola “anche” nell’art. 4-bis, comma 1-quater, dell’Ordinamento Penitenziario?
Significa che l’osservazione, che deve obbligatoriamente svolgersi in carcere, può avvenire con la partecipazione aggiuntiva di esperti esterni (previsti dall’art. 80 Ord. pen.), i quali si affiancano al team interno ma non lo sostituiscono.

La norma che impone l’osservazione scientifica in carcere è incostituzionale?
No, secondo la Corte la norma non è manifestamente irragionevole né viola i principi costituzionali. Prevede una modalità di accesso ai benefici più rigorosa e differenziata, giustificata dalla particolare gravità di alcuni reati, al fine di garantire una valutazione approfondita del percorso di risocializzazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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