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Ordine di demolizione: vale per il nuovo proprietario

I nuovi proprietari di un immobile costruito abusivamente hanno impugnato un ordine di demolizione emesso anni prima del loro acquisto. Sostenevano di non essere responsabili e di aver ottenuto successivi permessi. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che l’ordine di demolizione è una sanzione reale che grava sull’immobile, non sulla persona. Di conseguenza, l’obbligo di demolire si trasferisce al nuovo proprietario, soprattutto se l’edificio si trova in un’area a vincolo paesaggistico dove il condono è escluso per legge.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: La Cassazione Conferma che la Sanzione Segue l’Immobile, Non il Reo

L’acquisto di un immobile può nascondere insidie legali significative, specialmente quando si tratta di abusi edilizi commessi in passato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’ordine di demolizione non è legato all’autore del reato, ma alla proprietà stessa. Questo significa che chi compra un immobile abusivo eredita anche l’obbligo di demolirlo, senza potersi appellare alla propria buona fede o al tempo trascorso.

Il Caso: L’Acquisto di un Immobile con un Abuso Edilizio Pregresso

I protagonisti della vicenda sono due cittadini che avevano acquistato un immobile dagli eredi della persona che, decenni prima, lo aveva costruito abusivamente. A seguito di una condanna penale, era stato emesso un ordine di demolizione per l’edificio, divenuto definitivo nel 1999. I nuovi proprietari, venuti a conoscenza dell’ordine, hanno presentato ricorso per chiederne la revoca, basando la loro difesa su diversi punti.

Le Argomentazioni dei Nuovi Proprietari

I ricorrenti sostenevano che l’ordine di demolizione dovesse essere annullato perché:
1. Non erano i responsabili dell’abuso edilizio.
2. Nel frattempo avevano ottenuto un parere favorevole dalla Soprintendenza e un permesso di costruire in sanatoria dal Comune.
3. L’ordine non era stato trascritto nei registri immobiliari, rendendoli ignari al momento dell’acquisto.
4. Ritenevano che la sanzione fosse prescritta, essendo trascorsi più di cinque anni.

L’Ordine di Demolizione e la sua Natura Giuridica

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, fornendo chiarimenti cruciali sulla natura dell’ordine di demolizione. La Corte ha spiegato che, anche se emesso da un giudice penale, l’ordine di demolizione non è una ‘pena’ in senso stretto, ma una sanzione amministrativa con una funzione specifica: ripristinare il bene giuridico leso, ovvero il territorio e il paesaggio.

Sanzione Reale e non Personale: Chi Deve Demolire?

Il punto centrale della decisione è il carattere reale della sanzione. Questo significa che l’obbligo di demolire è legato all’immobile abusivo (‘res’) e non alla persona che ha commesso l’illecito. Di conseguenza, l’obbligo si trasferisce automaticamente a chiunque diventi proprietario dell’immobile, anche se estraneo ai fatti. L’acquirente ha una responsabilità ‘sussidiaria’ e ha il dovere di informarsi sulla liceità dell’opera prima dell’acquisto. La colpevole ignoranza non costituisce una scusante.

L’Ordine di Demolizione non si Prescrive

Contrariamente a quanto sostenuto dai ricorrenti, la Cassazione ha ribadito che la sanzione demolitoria, non avendo finalità punitive ma ripristinatorie, non è soggetta a prescrizione. Il suo scopo è eliminare permanentemente le conseguenze di un illecito edilizio, un’esigenza che non viene meno con il passare del tempo.

Impossibilità di Condono in Aree con Vincolo Paesaggistico

Un altro aspetto decisivo del caso era la collocazione dell’immobile in un’area soggetta a vincolo paesaggistico. La Corte ha riaffermato la sua giurisprudenza consolidata secondo cui la realizzazione di nuove costruzioni abusive in zone vincolate non è mai suscettibile di condono edilizio. La presenza del vincolo rappresenta un ostacolo insormontabile alla sanatoria.

La Prevalenza della Normativa Nazionale su quella Regionale

I ricorrenti avevano invocato una legge regionale siciliana apparentemente più permissiva. Tuttavia, la Corte ha specificato che le normative regionali non possono essere interpretate in modo da porsi in conflitto con i principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia di tutela del territorio e del paesaggio. Pertanto, il parere favorevole ottenuto dalla Soprintendenza non poteva sanare un abuso che, per legge nazionale, era insanabile.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ritenuto le argomentazioni dei ricorrenti manifestamente infondate e contrarie a principi giuridici ormai consolidati. Ha sottolineato che la funzione dell’ordine di demolizione è quella di ripristinare l’ordine urbanistico violato, un obbligo che non può essere eluso attraverso il trasferimento di proprietà. La tutela del territorio e del paesaggio, specialmente in aree vincolate, è un valore preminente che non ammette deroghe o sanatorie postume per abusi di tale gravità. L’acquirente di un immobile ha l’onere di verificare la conformità edilizia e urbanistica del bene, e l’eventuale negligenza in tale verifica ricade su di lui.

Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro a chiunque intenda acquistare un immobile: è fondamentale eseguire una due diligence completa sulla storia urbanistica del bene. L’ordine di demolizione è una spada di Damocle che pende sulla proprietà, non sul suo originario costruttore. L’acquirente che non si informa adeguatamente rischia di trovarsi obbligato a demolire a proprie spese un edificio che ha regolarmente pagato, potendo al massimo rivalersi in sede civile contro il venditore. La tutela del territorio prevale sulla buona fede, presunta o reale, del nuovo proprietario.

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo si estingue se la proprietà viene venduta a un nuovo soggetto che non ha commesso l’abuso?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordine di demolizione ha ‘carattere reale’, ovvero segue l’immobile e non la persona che ha commesso l’illecito. Pertanto, l’obbligo di demolire si trasferisce al nuovo proprietario.

Un ordine di demolizione emesso da un giudice penale può andare in prescrizione come una pena?
No. Secondo la giurisprudenza costante, la demolizione è una sanzione amministrativa con funzione ripristinatoria del territorio. Non è considerata una ‘pena’ in senso stretto e, di conseguenza, non è soggetta alla prescrizione prevista per le sanzioni penali.

È possibile ottenere un condono edilizio per un immobile costruito abusivamente in un’area soggetta a vincolo paesaggistico, anche se si ottiene il parere favorevole della Soprintendenza?
No, la Corte ha ribadito che la realizzazione di nuove costruzioni in aree soggette a vincolo paesaggistico in assenza di permesso di costruire non è suscettibile di sanatoria o condono. La presenza del vincolo preclude a monte la possibilità di regolarizzare l’abuso, rendendo irrilevante il parere favorevole successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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