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Ordine di demolizione: sanatoria inutile dopo l’abuso

La Corte di Cassazione conferma che un ordine di demolizione per un abuso edilizio non può essere revocato da un permesso in sanatoria ottenuto dopo che l’immobile è già stato acquisito al patrimonio del Comune. Il giudice dell’esecuzione ha il potere e il dovere di verificare la legittimità sostanziale del titolo abilitativo, che in questo caso è risultato illegittimo perché rilasciato a chi non era più proprietario e in violazione delle norme paesaggistiche. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di demolizione: perché la sanatoria tardiva non annulla l’abuso

Un ordine di demolizione è una delle conseguenze più severe per chi realizza un abuso edilizio. Ma cosa succede se, dopo l’ordine e addirittura dopo che il Comune è diventato proprietario dell’immobile, si ottiene un permesso di costruire in sanatoria? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che tale sanatoria è illegittima e non ferma la demolizione, delineando i precisi confini del potere del giudice e le responsabilità del costruttore.

I Fatti del Caso: un Abuso Edilizio e il Tentativo di Sanatoria

Il caso ha origine da un’ingiunzione a demolire emessa nel 2000, a seguito di una condanna per abusi edilizi commessi nel comune di Forio (Ischia) nel 1998. Il proprietario delle opere abusive ha successivamente tentato di bloccare l’esecuzione della demolizione, chiedendone la revoca. A sostegno della sua richiesta, ha presentato un permesso di costruire in sanatoria (n. 15/2023), sostenendo che l’immobile era ormai in uno ‘stato legittimo’ e che il giudice penale non potesse disapplicare un atto amministrativo come il permesso concesso dal Comune.

Il Tribunale, in funzione di giudice dell’esecuzione, ha respinto l’istanza. Contro questa decisione, il responsabile dell’abuso ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando una violazione di legge e un’errata valutazione dei fatti.

La Decisione della Corte: l’Ordine di Demolizione Resta Valido

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12520/2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in pieno la decisione del Tribunale. I giudici supremi hanno stabilito che l’ordine di demolizione rimane efficace e che la sanatoria ottenuta era, in questo specifico contesto, del tutto irrilevante per diversi motivi di diritto.

Le Motivazioni: Perché la Sanatoria non Salva l’Immobile

La Corte ha basato la sua decisione su tre pilastri fondamentali: la mancanza di legittimazione del ricorrente, l’illegittimità intrinseca del permesso in sanatoria e il potere del giudice penale di valutarlo.

Interesse ad Agire e Proprietà dell’Immobile

In primo luogo, la Corte ha evidenziato che l’immobile abusivo era già stato acquisito al patrimonio immobiliare del Comune di Ischia. Questo passaggio di proprietà è una sanzione automatica che scatta quando il responsabile non demolisce l’opera entro i termini prescritti. Di conseguenza, il ricorrente, non essendo più il proprietario, non aveva più alcun titolo per chiedere la revoca dell’ordine di demolizione, se non per offrirsi di eseguirlo a proprie spese. Essendo ormai un ‘terzo estraneo’ alle vicende giuridiche dell’immobile, la sua richiesta era priva di interesse.

Illegittimità del Permesso in Sanatoria e l’Ordine di Demolizione

Anche nel merito, la sanatoria è stata ritenuta illegittima. La Corte ha chiarito che un permesso di costruire in sanatoria rilasciato a un soggetto che non è più titolare del bene è privo di validità. Una volta che l’immobile è del Comune, spetta a quest’ultimo decidere se demolirlo o mantenerlo. Il rilascio della sanatoria non implica una rinuncia implicita del Comune al suo diritto di proprietà.

Inoltre, l’opera era stata realizzata in un’area soggetta a vincolo paesaggistico. In questi casi, la cosiddetta ‘sanatoria paesaggistica’ è ammessa solo per abusi minori che non abbiano creato nuove superfici o volumi, circostanza che non si verificava nel caso di specie. L’assenza di una valida autorizzazione paesaggistica preventiva rende illegittimo anche il successivo permesso di costruire in sanatoria, impedendo di fatto la regolarizzazione dell’abuso.

Il Ruolo del Giudice Penale nella Verifica degli Atti Amministrativi

La Cassazione ha ribadito un principio cruciale: il giudice penale, sia in fase di cognizione che di esecuzione, ha il potere e il dovere di verificare la legittimità sostanziale di un titolo abilitativo edilizio, come una sanatoria. Questo non è un esercizio di ‘disapplicazione’ dell’atto amministrativo, ma una doverosa verifica dei presupposti di fatto e di diritto. Se la sanatoria è illegittima perché, ad esempio, mancano i requisiti di conformità alla legge (come in questo caso), essa non produce l’effetto di estinguere il reato né può paralizzare un ordine di demolizione già emesso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza riafferma con forza alcuni principi cardine in materia di abusivismo edilizio. In primo luogo, la sanzione dell’acquisizione al patrimonio comunale è un punto di non ritorno: da quel momento, il responsabile dell’abuso perde la proprietà del bene e, con essa, la possibilità di sanarlo. In secondo luogo, il permesso in sanatoria non è un ‘salvacondotto’ automatico. La sua validità è subordinata al rispetto di tutte le normative, incluse quelle paesaggistiche, e il giudice penale è pienamente legittimato a controllarne la sostanza. Infine, la decisione sottolinea che le procedure di sanatoria devono essere avviate tempestivamente, prima che le sanzioni amministrative, come l’acquisizione, diventino definitive e preclusive di ogni regolarizzazione.

È possibile ottenere la revoca di un ordine di demolizione presentando un permesso di costruire in sanatoria?
No, il rilascio di un titolo abilitativo in sanatoria non determina l’automatica revoca dell’ordine di demolizione. Il giudice dell’esecuzione deve sempre accertare la legittimità sostanziale del titolo e la sua conformità alla legge per poter, eventualmente, revocare l’ordine.

Cosa succede se l’immobile abusivo viene acquisito dal Comune prima del rilascio della sanatoria?
Se l’immobile è già stato acquisito al patrimonio comunale a seguito del mancato rispetto dell’ordine di demolizione, il permesso in sanatoria rilasciato successivamente è illegittimo. Questo perché viene concesso a un soggetto che non è più proprietario del bene. L’ex proprietario perde la legittimazione a chiedere la revoca, se non per eseguire la demolizione a proprie spese.

Il giudice penale può valutare la legittimità di un permesso in sanatoria rilasciato dal Comune?
Sì, il giudice penale ha il potere e il dovere di verificare la legittimità sostanziale del titolo abilitativo in sanatoria. Non si tratta di una disapplicazione dell’atto amministrativo, ma di un controllo necessario per verificare se esistono i presupposti di fatto e di diritto che giustificherebbero la revoca dell’ordine di demolizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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