LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ordine di demolizione: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione di una sopraelevazione abusiva. La decisione si fonda sulla mancanza di specificità dei motivi di ricorso, che mescolavano diverse censure senza rispettare i requisiti formali imposti dalla legge. Inoltre, la Corte ha ritenuto le argomentazioni del ricorrente, relative a presunti rischi strutturali e al diritto all’abitazione, manifestamente infondate e non provate.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: L’Importanza della Specificità nel Ricorso in Cassazione

L’abusivismo edilizio rappresenta una problematica costante nel nostro Paese, che spesso culmina con un ordine di demolizione. Tuttavia, cosa accade quando si cerca di opporsi a tale provvedimento in sede di legittimità? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 11834/2024) offre chiarimenti cruciali, sottolineando come la precisione e il rigore tecnico nella formulazione del ricorso siano requisiti imprescindibili per superare il vaglio di ammissibilità.

I Fatti del Caso: Una Sopraelevazione Abusiva

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale che rigettava la richiesta di revoca o sospensione di un ordine di demolizione relativo a una sopraelevazione abusiva. Il provvedimento era stato emesso a seguito di una sentenza di condanna per reati edilizi, divenuta definitiva anni prima. Il condannato decideva di ricorrere in Cassazione, adducendo una serie di motivi a sostegno della sua richiesta.

I Motivi del Ricorso: Rischio Strutturale e Diritto all’Abitazione

Il ricorrente basava la sua impugnazione su diverse argomentazioni:

1. Rischio per la stabilità: Si sosteneva che la demolizione della sopraelevazione avrebbe compromesso la statica dell’intero edificio.
2. Mancata valutazione delle prove: Il Tribunale non avrebbe considerato adeguatamente la consulenza tecnica di parte (CTP) che attestava tale rischio.
3. Violazione del diritto all’abitazione: La demolizione avrebbe leso le esigenze abitative del suo nucleo familiare, che includeva anziani genitori residenti nell’immobile.
4. Principio di proporzionalità: L’ordine di demolizione sarebbe stato sproporzionato, non tenendo conto dei potenziali danni strutturali e della situazione familiare.

In sostanza, la difesa tentava di dimostrare che l’esecuzione della demolizione avrebbe creato un danno maggiore rispetto a quello causato dall’abuso stesso.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per due ragioni fondamentali: un difetto di specificità e la manifesta infondatezza delle censure.

I giudici hanno evidenziato come il ricorrente avesse mescolato in modo confuso e generico diversi vizi di motivazione (mancanza, contraddittorietà, illogicità), senza articolarli in modo chiaro e distinto come richiesto dalla legge. Questo approccio rende l’impugnazione “assolutamente aspecifica” e, di conseguenza, non meritevole di un esame nel merito.

Le Motivazioni: Perché l’Ordine di Demolizione è Stato Confermato

Il Difetto di “Duplice Specificità”

La Corte ha ribadito un principio cardine del processo di legittimità: i motivi di ricorso in Cassazione costituiscono un numerus clausus, ovvero un elenco chiuso e tassativo previsto dall’art. 606 del codice di procedura penale. Chi ricorre ha l’onere di una “duplice specificità”: deve non solo indicare quale, tra i vizi previsti, intende denunciare, ma anche specificare in quali parti del provvedimento impugnato esso si manifesti.

Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a lamentele generiche come “motivazione incomprensibile” o “lettura disattenta”, senza qualificare giuridicamente le censure. Questo modo di procedere trasforma il ricorso in un coacervo indifferenziato di doglianze, impedendo al giudice di legittimità di svolgere il proprio ruolo di controllo.

La Manifesta Infondatezza nel Merito

Anche superando il vizio formale, la Corte ha ritenuto le argomentazioni manifestamente infondate. Il giudice dell’esecuzione aveva correttamente spiegato che:

* Nessuna sanatoria: La SCIA presentata era stata annullata dal Comune, quindi le opere rimanevano abusive.
* Nessuna prova del rischio: L’impossibilità tecnica di demolire non era stata adeguatamente dimostrata, e la consulenza di parte era stata motivatamente ritenuta inaffidabile.
* Diritto all’abitazione non dimostrato: Il ricorrente non aveva fornito alcuna prova concreta dell’impossibilità di trovare una soluzione abitativa alternativa, né che la porzione abusiva fosse effettivamente abitata.

In assenza di prove concrete, il richiamo a principi generali come il diritto all’abitazione non può essere sufficiente a paralizzare un ordine di demolizione che mira a ripristinare la legalità violata.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito sulla necessità di rigore tecnico e precisione nella redazione degli atti processuali, specialmente nel giudizio di Cassazione. Le lamentele generiche e la commistione di censure non sono ammesse. Inoltre, conferma che, sebbene il diritto all’abitazione e la sicurezza strutturale siano valori importanti, non possono essere invocati in modo astratto per giustificare un abuso edilizio. Per opporsi efficacemente a un ordine di demolizione, è indispensabile fornire prove concrete, specifiche e tecnicamente ineccepibili che dimostrino l’esistenza di un pregiudizio sproporzionato e l’impossibilità di soluzioni alternative.

È possibile evitare un ordine di demolizione sostenendo che l’intervento danneggerebbe la stabilità dell’edificio?
Sì, è una tesi ammissibile, ma deve essere supportata da prove tecniche concrete e attendibili. Nella sentenza in esame, la consulenza tecnica presentata dal ricorrente è stata ritenuta inaffidabile dal Tribunale e la Cassazione ha confermato che non vi erano elementi sufficienti per dimostrare tale rischio.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per ‘difetto di specificità’?
Un ricorso è inammissibile per difetto di specificità quando i motivi di impugnazione sono esposti in modo generico e confuso, senza indicare chiaramente quale specifico vizio di legge (tra quelli tassativamente previsti) si contesta e in quale punto della decisione impugnata si trova l’errore. La legge richiede una precisione rigorosa.

Il diritto all’abitazione può prevalere su un ordine di demolizione?
Sebbene il diritto all’abitazione sia tutelato, non può essere usato per sanare un illecito edilizio in modo automatico. La sentenza chiarisce che il ricorrente deve dimostrare concretamente una situazione di necessità, come l’impossibilità di trovare una sistemazione alternativa e l’inadeguatezza dei redditi familiari, cosa che nel caso specifico non è avvenuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati