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Ordine di demolizione: quando si perde l’interesse?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7720/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un ordine di demolizione. La Corte ha stabilito che, una volta che l’immobile abusivo viene automaticamente acquisito dal patrimonio del Comune per mancata demolizione, il precedente proprietario perde l’interesse giuridico a impugnare l’ordine, diventando a tutti gli effetti un terzo estraneo alla vicenda.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di demolizione: cosa succede se il Comune acquisisce l’immobile?

Un ordine di demolizione rappresenta la conclusione di un procedimento per abuso edilizio, ma cosa accade se, prima che questo venga eseguito, l’immobile passa di proprietà al Comune? Si può ancora contestare la demolizione? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7720 del 2024, offre un chiarimento fondamentale: una volta che l’immobile abusivo è acquisito dal patrimonio comunale, il precedente proprietario perde ogni interesse giuridico a opporsi, diventando un soggetto terzo rispetto al bene.

I fatti del caso: la vicenda di un immobile abusivo

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un cittadino condannato per aver realizzato un manufatto completamente abusivo. A seguito della condanna, era stato emesso un ordine di demolizione. Il proprietario aveva richiesto al giudice dell’esecuzione di sospendere tale ordine, sostenendo principalmente due argomenti: in primo luogo, era pendente una domanda di sanatoria dal 2008; in secondo luogo, non avendo ottemperato alla demolizione entro 90 giorni, l’immobile era stato automaticamente acquisito dal patrimonio del Comune di Paola. A suo dire, questa circostanza gli impediva materialmente di eseguire la demolizione, trattandosi ormai di un bene di proprietà altrui.

L’ordine di demolizione e la perdita dell’interesse ad agire

Il Tribunale di Paola aveva respinto la richiesta, e il caso è approdato in Cassazione. Il ricorrente ha insistito sulla presunta illogicità della decisione, ribadendo l’impossibilità di demolire un bene non più suo e la potenziale sanabilità dell’opera. La Procura Generale presso la Corte di Cassazione ha chiesto di dichiarare il ricorso inammissibile.

La Corte ha accolto questa posizione, centrando la propria analisi sul concetto di “interesse ad agire”. L’acquisizione gratuita dell’opera abusiva al patrimonio del Comune, che avviene automaticamente in caso di inottemperanza all’ingiunzione a demolire, ha un effetto drastico sulla posizione del precedente proprietario.

La decisione della Cassazione sull’ordine di demolizione

La Cassazione ha affermato che tale acquisizione fa venire meno l’interesse del responsabile dell’abuso a chiedere la revoca o la sospensione dell’ordine di demolizione. Il bene, infatti, non è più di sua proprietà e su di esso non può più vantare alcun interesse giuridicamente tutelato. Diventa un “terzo estraneo alle vicende giuridiche dell’immobile”.

È importante sottolineare che, secondo la Corte, l’acquisizione da parte dell’ente pubblico non è incompatibile con l’ordine di demolizione emesso dal giudice penale. L’esecuzione dell’ordine può comunque procedere ad opera del Pubblico Ministero. L’unico ostacolo potrebbe essere una delibera del consiglio comunale che riconosca l’esistenza di prevalenti interessi pubblici al mantenimento dell’opera abusiva, magari per destinarla a scopi sociali.

I limiti della sanatoria in zone vincolate

La Corte ha anche colto l’occasione per smontare le argomentazioni relative alla sanabilità dell’opera. Il giudice dell’esecuzione aveva già accertato, tramite perizia, che l’immobile era “completamente abusivo” e realizzato in una zona vincolata e sismica. In questi casi, la legge è molto restrittiva. Non è possibile applicare né la cosiddetta “fiscalizzazione” (sostituire la demolizione con una multa), né la sanatoria. Per ottenere la sanatoria è infatti richiesta la “doppia conformità”: l’opera deve essere conforme alle norme urbanistiche sia al momento della sua realizzazione sia al momento della presentazione della domanda, un requisito impossibile da soddisfare per un edificio costruito senza alcun titolo in zona vincolata.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio cardine del diritto processuale: l’interesse a ricorrere. Questo interesse deve essere concreto e attuale, ovvero il ricorrente deve poter ottenere un vantaggio pratico dall’accoglimento della sua richiesta. Nel caso di specie, l’ex proprietario, avendo perso la titolarità del bene, non avrebbe ottenuto alcun beneficio dalla sospensione della demolizione di un immobile che non gli appartiene più. La sua posizione è giuridicamente irrilevante. Inoltre, la Corte ha ribadito che l’acquisizione automatica al patrimonio comunale è un meccanismo sanzionatorio che non paralizza l’esecuzione dell’ordine giudiziale di ripristino della legalità violata.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 7720/2024 stabilisce un principio netto: chi commette un abuso edilizio e non ottempera all’ordine di demolizione, subendo l’acquisizione del bene da parte del Comune, non può più contestare la demolizione stessa. La perdita della proprietà comporta la perdita dell’interesse processuale. Questa decisione rafforza l’efficacia degli strumenti repressivi contro l’abusivismo edilizio, chiarendo che le conseguenze dell’illecito permangono anche dopo il trasferimento della proprietà del bene all’ente pubblico.

L’acquisizione di un immobile abusivo da parte del Comune annulla l’ordine di demolizione del giudice?
No, l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale non è incompatibile con l’ordine di demolizione emesso dal giudice. La demolizione può ancora essere eseguita, a meno che il Comune non deliberi l’esistenza di un prevalente interesse pubblico al mantenimento dell’opera.

Il vecchio proprietario può opporsi all’ordine di demolizione dopo che il Comune ha acquisito l’immobile?
No. Secondo la sentenza, una volta che l’immobile è acquisito dal Comune, il precedente proprietario perde l’interesse giuridico a chiedere la revoca o la sospensione dell’ordine di demolizione, poiché è ormai considerato un terzo estraneo alle vicende giuridiche del bene.

È possibile ottenere la sanatoria per un immobile costruito illegalmente in una zona vincolata e sismica?
No, la sentenza chiarisce che la sanatoria non è applicabile per opere realizzate in zone vincolate o sismiche senza i necessari permessi. Tali interventi sono considerati in difformità totale e non possono soddisfare il requisito della “doppia conformità”, necessario per la regolarizzazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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