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Ordine di demolizione: quando resta valido?

La Corte di Cassazione ha confermato un ordine di demolizione per opere abusive, stabilendo che, anche in caso di estinzione del reato edilizio, la condanna definitiva per il connesso reato paesaggistico è sufficiente a mantenere in vigore l’ordine di ripristino dei luoghi, che assorbe e comprende la demolizione. Le istanze di condono edilizio, in tale contesto, non sono rilevanti per bloccare l’esecuzione, essendo necessaria una specifica autorizzazione paesaggistica.

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Pubblicato il 29 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Legittimo Anche se il Reato Edilizio è Estinto?

Un ordine di demolizione può sopravvivere all’estinzione del reato edilizio che lo ha originato? La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha fornito una risposta chiara, affermando la piena legittimità dell’ordine quando, accanto all’abuso edilizio, sussiste una condanna definitiva per il reato paesaggistico. Questa decisione sottolinea la diversa natura e autonomia delle due tipologie di illecito, con importanti conseguenze pratiche per chi ha costruito in aree vincolate.

I Fatti del Caso: Un Contenzioso Lungo Decenni

Il caso trae origine da una vicenda giudiziaria complessa, iniziata negli anni ’90. Un cittadino era stato condannato in primo grado per aver realizzato opere abusive, tra cui un muro di contenimento e due tettoie, in un’area soggetta a vincolo paesaggistico. In appello, la Corte aveva dichiarato estinto per prescrizione il reato puramente edilizio, ma aveva confermato la condanna per il reato paesaggistico.

Sulla base di tale condanna, era stato emesso un ordine di demolizione per il ripristino dello stato dei luoghi. Il condannato si opponeva, avviando un incidente di esecuzione e sostenendo che l’ordine fosse illegittimo, data l’estinzione del reato edilizio e la pendenza di alcune domande di condono presentate decenni prima, nel 1994.

Le Ragioni del Ricorrente

Il ricorso in Cassazione si fondava su tre motivi principali:
1. Erroneità dell’ordine: Si sosteneva che l’ordine di demolizione fosse collegato al solo reato edilizio, per il quale era intervenuta la prescrizione. La condanna per il reato paesaggistico, secondo il ricorrente, avrebbe dovuto comportare un diverso tipo di sanzione (la rimessione in pristino), non la demolizione.
2. Mancata considerazione del condono: Il giudice dell’esecuzione non avrebbe tenuto conto delle istanze di condono edilizio ancora pendenti, la cui definizione non era imputabile al ricorrente.
3. Inclusione di opere assolte: L’ordine includeva anche manufatti per i quali, in primo grado, era stata pronunciata sentenza di assoluzione o proscioglimento.

La Decisione della Cassazione sull’Ordine di Demolizione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo il primo motivo infondato e gli altri due inammissibili. La sentenza chiarisce in modo definitivo la relazione tra reato edilizio, reato paesaggistico e le relative sanzioni ripristinatorie.

Le Motivazioni della Sentenza

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su alcuni principi giuridici fondamentali.

Autonomia del Reato Paesaggistico

Il punto centrale della motivazione è l’autonomia del reato paesaggistico rispetto a quello edilizio. I due illeciti tutelano beni giuridici diversi: il primo protegge il paesaggio come valore costituzionale, il secondo l’ordinato sviluppo del territorio. La condanna definitiva per il solo reato paesaggistico è di per sé sufficiente a giustificare un ordine di ripristino dello stato dei luoghi, a prescindere dalle sorti del reato edilizio.

L’Assorbimento dell’Ordine di Demolizione

La Corte ha specificato che l’ordine di “rimessione in pristino”, previsto per il reato paesaggistico, ha un contenuto più ampio e completo rispetto al semplice ordine di demolizione edilizio. Esso mira alla totale reintegrazione del bene protetto, ossia il paesaggio. Pertanto, l’ordine di demolizione impartito dal giudice è da considerarsi ricompreso e assorbito nel più ampio obbligo di ripristino paesaggistico. L’estinzione del reato edilizio non ha, quindi, alcun effetto sulla validità ed esecutività della sanzione ripristinatoria legata alla violazione paesaggistica.

Irrilevanza del Condono Edilizio

Per quanto riguarda le istanze di condono, la Cassazione ha ribadito che esse non possono paralizzare un ordine di ripristino paesaggistico. Per ottenere la revoca di tale ordine, non è sufficiente sanare l’abuso dal punto di vista urbanistico-edilizio; è indispensabile ottenere un’autorizzazione paesaggistica postuma, che il ricorrente non aveva mai neppure richiesto.

Inammissibilità dei Motivi Nuovi

Infine, la Corte ha dichiarato inammissibile il motivo relativo all’inclusione di opere già assolte, poiché tale questione non era stata sollevata davanti al giudice dell’esecuzione. È un principio consolidato che non si possano introdurre per la prima volta in Cassazione doglianze non presentate nei gradi di giudizio precedenti.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza

Questa pronuncia offre un importante insegnamento: la tutela del paesaggio è un valore preminente che gode di una protezione giuridica autonoma e rafforzata. Un ordine di demolizione derivante da una condanna per reato paesaggistico è pienamente esecutivo anche se il reato edilizio concorrente si è estinto. Chi costruisce in aree vincolate non può fare affidamento sul solo condono edilizio per sanare la propria posizione, ma deve necessariamente ottenere la compatibilità paesaggistica dell’opera. La sentenza ribadisce, inoltre, un principio processuale fondamentale: le questioni vanno sollevate tempestivamente nelle sedi appropriate, altrimenti si perde il diritto di farle valere.

Un ordine di demolizione può essere eseguito se il reato edilizio per cui era stato emesso è stato dichiarato estinto per prescrizione?
Sì, se insieme al reato edilizio era stato contestato anche un reato paesaggistico e la condanna per quest’ultimo è diventata definitiva. In questo caso, l’ordine di ripristino dello stato dei luoghi (che include la demolizione) resta valido ed esecutivo perché la tutela paesaggistica è autonoma e prevalente.

La presentazione di una domanda di condono edilizio è sufficiente a sospendere o revocare un ordine di demolizione derivante da un reato paesaggistico?
No. Per ottenere la revoca di un ordine di ripristino legato a un reato paesaggistico, non è sufficiente un condono edilizio, ma è necessario ottenere il rilascio postumo di una specifica autorizzazione paesaggistica, che attesti la compatibilità dell’opera con il vincolo.

È possibile presentare per la prima volta in Cassazione motivi di ricorso non discussi davanti al giudice dell’esecuzione?
No, è inammissibile. I motivi di ricorso in Cassazione devono riguardare questioni già sottoposte al giudice del grado precedente. Introdurre un punto nuovo, come contestare l’inclusione di opere specifiche nell’ordine di demolizione, è precluso se non sollevato tempestivamente nella fase dell’esecuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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