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Ordine di demolizione: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una cittadina contro l’ordinanza che rigettava la sospensione di un ordine di demolizione per un immobile abusivo. La Corte ha chiarito che la competenza per l’esecuzione spetta al giudice che ha emesso la condanna, non al tribunale del nuovo circondario. Inoltre, la sospensione è possibile solo con atti amministrativi concreti, non con la sola pendenza di un’istanza di condono.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Competenza e Limiti alla Sospensione

L’ordine di demolizione conseguente a una condanna per reati edilizi rappresenta un momento cruciale nel ripristino della legalità. Tuttavia, la sua esecuzione può sollevare complesse questioni giuridiche, come quelle affrontate dalla Corte di Cassazione in una recente sentenza. La pronuncia chiarisce aspetti fondamentali sulla competenza del giudice dell’esecuzione e sui presupposti per ottenere una sospensione del provvedimento. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una cittadina era stata condannata per reati edilizi con una sentenza divenuta irrevocabile nel 2008, la quale includeva un’ingiunzione a demolire l’opera abusiva. Anni dopo, la stessa presentava un’istanza al Tribunale per ottenere la sospensione o la revoca di tale ingiunzione. Il Tribunale, con un’ordinanza del 2016, rigettava la richiesta. Contro questa decisione, la cittadina ha proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni.

L’Ordinanza Impugnata e i Motivi del Ricorso

La ricorrente lamentava principalmente tre vizi dell’ordinanza impugnata:

1. Errata individuazione del giudice competente: Sosteneva che, a seguito di una modifica delle circoscrizioni giudiziarie, la competenza a decidere sull’esecuzione non spettasse più al Tribunale che aveva emesso la condanna, ma al Tribunale nel cui circondario ricadeva ora il Comune interessato.
2. Invasione delle competenze amministrative: Affermava che il giudice penale non avrebbe potuto pronunciarsi sull’ordine di demolizione in pendenza di un’istanza di condono edilizio, trattandosi di una valutazione riservata all’autorità amministrativa.
3. Irrilevanza di un fatto decisivo: Evidenziava la presenza di un sequestro sull’immobile, che a suo dire le avrebbe impedito di adempiere all’ordine di demolizione entro i termini previsti.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché l’Ordine di Demolizione va Eseguito

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo tutti i motivi manifestamente infondati.

Sulla Competenza Giudiziale

Il primo motivo è stato respinto con chiarezza. La Corte ha spiegato che le normative sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie (in particolare il D.Lgs. 155/2012 e successive modifiche) non hanno cambiato la regola fondamentale in materia di esecuzione penale. La competenza rimane radicata presso il giudice che ha emesso il provvedimento da eseguire. Pertanto, correttamente il Tribunale che aveva pronunciato la sentenza di condanna si era ritenuto competente a decidere sull’istanza di sospensione, nonostante il territorio fosse passato sotto un’altra giurisdizione.

Sulla Sospensione dell’Ordine di Demolizione e il Condono

Anche il secondo motivo è stato giudicato infondato. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la revoca o la sospensione dell’ordine di demolizione sono ammissibili solo in presenza di atti della pubblica amministrazione (o dell’autorità giudiziaria amministrativa) che siano assolutamente incompatibili con la demolizione stessa. Non è sufficiente la mera pendenza di un’istanza di condono. È necessario che vi sia una ragionevole e concreta probabilità che un provvedimento favorevole venga emanato a breve. In assenza di tali elementi concreti, il giudice penale non può sospendere l’esecuzione dell’ordine.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza due principi cardine in materia di abusi edilizi. In primo luogo, la competenza funzionale del giudice dell’esecuzione non viene meno a seguito delle riforme territoriali dei tribunali. In secondo luogo, l’ordine di demolizione, essendo un provvedimento ripristinatorio della legalità violata, non può essere paralizzato dalla semplice presentazione di una domanda di condono. Per ottenerne la sospensione, è indispensabile dimostrare l’esistenza di atti o situazioni concrete che rendano altamente probabile una sanatoria imminente. La Corte, dichiarando il ricorso inammissibile, ha anche condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, a causa della colpa nella proposizione di un ricorso privo di fondamento.

Quale giudice è competente per l’esecuzione di un ordine di demolizione in caso di modifica delle circoscrizioni giudiziarie?
La competenza per il procedimento di esecuzione continua ad essere attribuita al giudice che ha emesso il provvedimento di condanna, anche se il territorio in cui si trova l’immobile è stato successivamente assegnato a un’altra circoscrizione giudiziaria.

La sola presentazione di un’istanza di condono edilizio è sufficiente per sospendere un ordine di demolizione?
No. La sospensione è consentita solo in presenza di atti della pubblica amministrazione che siano assolutamente incompatibili con la demolizione, o quando vi sia la ragionevole e concreta probabilità che tali provvedimenti vengano emanati in breve tempo. La mera pendenza di una domanda non è sufficiente.

La presenza di un sequestro sull’immobile abusivo impedisce l’esecuzione dell’ordine di demolizione?
No, la Corte ha ritenuto tale motivo, al pari degli altri, manifestamente infondato, dichiarando l’intero ricorso inammissibile. Ciò implica che la presenza di un sequestro non costituisce un ostacolo insormontabile all’esecuzione della demolizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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