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Ordine di demolizione: pena o sanzione amministrativa?

Una donna condannata per abusi edilizi chiede la revoca dell’ordine di demolizione, sostenendo che questo si sia estinto con la pena principale. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando che l’ordine di demolizione è una sanzione amministrativa e non una pena, pertanto non si estingue con essa. La sua funzione è ripristinare il bene urbanistico violato, non punire il reo.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione per Abuso Edilizio: Non Si Annulla con l’Estinzione della Pena

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo è una conseguenza molto temuta di una condanna per reati urbanistici. Molti credono che, una volta espiata la pena (ad esempio con l’affidamento in prova), anche l’obbligo di demolire venga meno. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 17293/2025) ha ribadito un principio fondamentale e consolidato: non è così. L’ordine di demolire sopravvive all’estinzione della pena perché la sua natura giuridica è diversa. Analizziamo insieme la decisione per capire perché.

I Fatti del Caso

Una persona veniva condannata dal Tribunale di Palermo per reati urbanistici. Oltre alla pena detentiva, la sentenza imponeva anche la demolizione dell’immobile abusivo. Dopo aver scontato la pena, prima in detenzione domiciliare e poi con affidamento in prova al servizio sociale, la condannata otteneva dal Tribunale di Sorveglianza la dichiarazione di estinzione della pena e di ogni altro effetto penale della condanna.

Forte di questo provvedimento, si opponeva all’ingiunzione di demolizione emessa dalla Procura, sostenendo che, essendo la demolizione una ‘pena accessoria’, dovesse considerarsi estinta insieme alla pena principale. Il Tribunale di Palermo, in qualità di giudice dell’esecuzione, respingeva la sua istanza. Contro questa decisione, la donna presentava ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno confermato la decisione del Tribunale, ribadendo un orientamento ormai granitico nella giurisprudenza italiana. Il punto centrale è la corretta qualificazione giuridica dell’ordine di demolizione: non si tratta di una pena, ma di una sanzione amministrativa.

L’ordine di demolizione non è una pena: le motivazioni

La Corte ha spiegato che la demolizione disposta dal giudice penale non ha una funzione punitiva, bensì ripristinatoria. Il suo obiettivo non è punire il colpevole per l’illecito commesso, ma eliminare le conseguenze materiali del reato, ristabilendo l’equilibrio urbanistico e territoriale violato dalla costruzione abusiva.

Per questa ragione, la demolizione è classificata come una ‘sanzione amministrativa accessoria’ alla condanna penale. Essendo una misura amministrativa e non penale, essa segue regole diverse e non è soggetta alle cause di estinzione previste per le pene.

La legge che prevede l’estinzione della pena a seguito del buon esito dell’affidamento in prova (art. 47, comma 12, L. 354/1975) si riferisce esplicitamente a ‘la pena detentiva ed ogni altro effetto penale’. L’ordine di demolizione, non essendo un ‘effetto penale’, ne rimane escluso.

Inoltre, la sanzione colpisce il bene abusivo e produce effetti sul soggetto che si trova in rapporto con esso, indipendentemente dal fatto che sia stato l’autore materiale dell’abuso. Questo ne rafforza la natura oggettiva e amministrativa, slegata dalla responsabilità penale individuale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza consolida un principio di estrema importanza pratica: chi viene condannato per un abuso edilizio non può sperare di evitare la demolizione semplicemente estinguendo la pena detentiva. L’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi rimane in piedi, poiché persegue un interesse pubblico superiore: la tutela del territorio e del paesaggio. La distinzione tra pena criminale e sanzione amministrativa è netta e ha conseguenze dirette e inevitabili. Pertanto, l’estinzione della condanna penale non cancella l’illecito amministrativo e la conseguente necessità di demolire la costruzione abusiva.

Qual è la natura giuridica dell’ordine di demolizione per un abuso edilizio?
Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, l’ordine di demolizione non è una pena (né principale né accessoria), ma una sanzione amministrativa specifica. La sua funzione non è punitiva, ma ripristinatoria del bene urbanistico violato.

L’estinzione della pena penale, ad esempio dopo l’affidamento in prova, comporta anche l’estinzione dell’ordine di demolizione?
No. Poiché la demolizione è una sanzione amministrativa e non un ‘effetto penale’ della condanna, non è soggetta alle cause di estinzione previste per le pene. L’obbligo di demolire rimane valido anche dopo l’estinzione della pena detentiva.

Perché la demolizione è considerata una sanzione amministrativa e non penale?
Perché il suo scopo non è punire il reo, ma eliminare l’opera abusiva per ripristinare l’ordine urbanistico e territoriale violato. Essa produce effetti sul bene e sul soggetto che ne ha la disponibilità, indipendentemente dal fatto che sia l’autore materiale dell’abuso, sottolineando la sua natura oggettiva e non legata alla colpevolezza penale individuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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