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Ordine di demolizione: obbligatorio per abusi edilizi

La Corte di Cassazione interviene su un caso di abuso edilizio, chiarendo la natura obbligatoria dell’ordine di demolizione. A seguito di una condanna in cui il giudice di primo grado aveva omesso di disporre la demolizione, la Procura Generale ha presentato ricorso. La Suprema Corte ha annullato la sentenza limitatamente all’omissione, impartendo direttamente l’ordine di demolizione e specificando che si tratta di una sanzione amministrativa ripristinatoria, un atto dovuto non soggetto a prescrizione.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: Un Atto Dovuto del Giudice in caso di Abuso Edilizio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 678 del 2024, ribadisce un principio fondamentale in materia di abusi edilizi: l’ordine di demolizione del manufatto illegale non è una scelta discrezionale del giudice, ma un atto obbligatorio che consegue a una sentenza di condanna. Questo caso offre uno spunto essenziale per comprendere la natura di tale sanzione e i rimedi previsti dall’ordinamento in caso di sua omissione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una sentenza del Tribunale di Palermo, che aveva condannato un individuo per il reato di cui all’art. 44, lett. b), del d.P.R. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), concedendogli il beneficio della sospensione condizionale della pena. Tuttavia, il giudice di primo grado aveva omesso di emettere il conseguente e obbligatorio ordine di demolizione del manufatto abusivo.

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la decisione, lamentando due specifiche mancanze: la prima, appunto, l’omessa pronuncia sull’ordine di demolizione; la seconda, la mancata subordinazione della sospensione condizionale della pena all’effettiva esecuzione della demolizione stessa.

La Natura Giuridica dell’Ordine di Demolizione

La Corte di Cassazione, nell’analizzare il ricorso, ha colto l’occasione per riaffermare la natura giuridica dell’ordine di demolizione. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di una ‘pena’ in senso stretto, ma di una sanzione amministrativa con una funzione ripristinatoria. Il suo scopo non è punire ulteriormente il reo, ma ripristinare il bene giuridico leso, ovvero il corretto assetto del territorio.

Per questa ragione, l’ordine di demolizione:

* Ha carattere reale: incide sul bene immobile e produce effetti anche nei confronti di chi si trovi in rapporto con esso, pur non essendo l’autore materiale dell’abuso.
* È un atto dovuto: il giudice penale, una volta accertato il reato edilizio, è obbligato a emetterlo.
* Non è soggetto a prescrizione: la sua funzione ripristinatoria persiste nel tempo, indipendentemente dal decorso dei termini per il reato.

La Decisione della Cassazione sull’Ordine di Demolizione Omesso

Di fronte all’omissione del Tribunale, la Suprema Corte si è trovata a dover decidere quale fosse il rimedio corretto. Sebbene esista un dibattito giurisprudenziale sulla possibilità di correggere tale errore come un mero ‘errore materiale’, in questo caso il ricorso del Procuratore Generale poneva anche una questione più complessa: quella della subordinazione della pena sospesa alla demolizione.

La Corte ha deciso di separare le due questioni:

1. Sull’ordine di demolizione: ha riconosciuto l’omissione e, anziché rinviare il caso a un altro giudice, ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio limitatamente a tale punto, impartendo direttamente l’ordine di demolizione. Questa scelta si fonda sul fatto che l’emissione dell’ordine è un atto vincolato e non richiede ulteriori accertamenti.
2. Sulla sospensione condizionale: ha dichiarato inammissibile il resto del ricorso. La richiesta di subordinare il beneficio alla demolizione non poteva essere accolta, poiché il Procuratore non aveva contestato la concessione del beneficio in sé, ma solo la mancanza di una sua condizione. Modificare i termini della sospensione condizionale è una valutazione di merito che non compete alla Corte di Cassazione in quella sede.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si basa su una chiara distinzione tra atti dovuti e valutazioni discrezionali del giudice. L’ordine di demolizione rientra nella prima categoria: è un’applicazione automatica della legge a seguito di una condanna. La Corte, pertanto, può intervenire direttamente per sanare l’omissione e garantire l’effettività della norma. D’altra parte, la concessione della sospensione condizionale e la determinazione delle sue eventuali condizioni (come la demolizione) implicano una valutazione di merito del giudice, che non può essere modificata in sede di legittimità se non viene specificamente e autonomamente impugnata.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine del diritto edilizio: chi costruisce abusivamente e viene condannato deve sapere che la demolizione dell’opera è una conseguenza inevitabile e non negoziabile. L’intervento diretto della Corte di Cassazione per impartire l’ordine omesso testimonia la volontà dell’ordinamento di non lasciare impunite le violazioni territoriali e di assicurare, anche a distanza di tempo, il ripristino della legalità. Per i cittadini, ciò significa che non si può sperare in una ‘dimenticanza’ del giudice, poiché il sistema prevede meccanismi correttivi efficaci per garantire l’applicazione della legge.

Qual è la natura giuridica dell’ordine di demolizione per un abuso edilizio?
L’ordine di demolizione non è una pena criminale, ma una sanzione amministrativa con funzione ripristinatoria. Il suo scopo è quello di ristabilire l’integrità del territorio leso dall’abuso, e per questo è considerato un atto dovuto e non è soggetto a prescrizione.

Cosa succede se un giudice, in una sentenza di condanna per abuso edilizio, si dimentica di ordinare la demolizione?
L’omissione può essere corretta. Nel caso specifico, la Corte di Cassazione, accertata l’omissione, ha annullato la sentenza sul punto e ha impartito direttamente essa stessa l’ordine di demolizione, senza necessità di rinviare il processo a un altro giudice.

La sospensione condizionale della pena può essere subordinata all’effettiva demolizione dell’opera abusiva?
Sì, la legge lo prevede. Tuttavia, se il giudice di primo grado concede la sospensione senza subordinarla alla demolizione e il ricorso in Cassazione si limita a chiedere di aggiungere tale condizione (senza contestare la concessione del beneficio in sé), la Corte non può modificare la decisione, ritenendo tale richiesta inammissibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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