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Ordine di demolizione: obbligatorio nel patteggiamento

La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche in caso di sentenza di patteggiamento per reati edilizi, il giudice ha l’obbligo di emettere l’ordine di demolizione del manufatto abusivo. Questa statuizione è considerata una sanzione amministrativa accessoria, non negoziabile tra le parti, e la sua omissione rende la sentenza illegittima. La Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente a tale omissione, disponendo essa stessa l’ordine di demolizione e di ripristino dei luoghi.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione Obbligatorio anche con il Patteggiamento: La Decisione della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di abusi edilizi: l’ordine di demolizione del manufatto illegale è un provvedimento obbligatorio che il giudice deve sempre emettere in caso di condanna, anche quando questa avvenga tramite patteggiamento. Questa decisione chiarisce che la demolizione non è una pena negoziabile tra le parti, ma una conseguenza automatica e inderogabile prevista dalla legge per ripristinare l’ordine urbanistico violato.

I Fatti del Caso: Un Patteggiamento Incompleto

Il caso nasce da una sentenza di patteggiamento emessa dal Tribunale di Salerno. L’imputato, accusato di una serie di reati edilizi e paesaggistici, aveva concordato con la pubblica accusa una pena di sei mesi di reclusione e 300 euro di multa. Il giudice, nel ratificare l’accordo, aveva concesso la sospensione della pena e disposto la restituzione dei beni sequestrati, omettendo però di ordinare la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.

Il Ricorso del Procuratore e il Principio dell’Ordine di Demolizione

Il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello ha impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando una violazione di legge. Il motivo del ricorso era chiaro e diretto: il giudice di primo grado aveva omesso una statuizione obbligatoria. Secondo il ricorrente, l’ordine di demolizione e di ripristino, previsto dagli artt. 31 del D.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia) e 181 del D.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), non è una facoltà del giudice, ma un atto dovuto che consegue automaticamente alla condanna per abusi edilizi.

La Natura dell’Atto Giudiziario

Il punto centrale della questione riguardava la natura giuridica dell’ordine di demolizione. Non si tratta di una sanzione penale, la cui entità può essere oggetto dell’accordo di patteggiamento, bensì di una sanzione amministrativa accessoria. In quanto tale, essa è sottratta alla disponibilità delle parti (imputato e pubblico ministero) e il giudice è tenuto ad applicarla per legge, senza alcuna valutazione discrezionale.

Le Motivazioni Giuridiche

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, affermando che la tesi del Procuratore Generale è fondata. I giudici supremi hanno ribadito un orientamento consolidato, secondo cui l’ordine di demolizione è un atto dovuto “ex lege” che non può essere messo in discussione dall’accordo tra le parti. Essendo una sanzione amministrativa con finalità ripristinatorie, essa prescinde dalla volontà espressa nell’accordo sulla pena.

La Corte ha inoltre precisato che, proprio perché l’emissione dell’ordine non implica alcun esercizio di discrezionalità, essa può essere disposta direttamente in sede di legittimità. Di conseguenza, la Cassazione ha annullato la sentenza del Tribunale di Salerno limitatamente al punto dell’omissione, e ha direttamente integrato la decisione, ordinando la demolizione del manufatto abusivo e la rimessione in pristino dei luoghi a spese del condannato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame ha importanti implicazioni pratiche. Anzitutto, conferma che chi commette un abuso edilizio non può sperare di evitare la demolizione attraverso un patteggiamento. L’accordo sulla pena riguarda solo le sanzioni penali (reclusione e multa), ma non le conseguenze amministrative, che rimangono obbligatorie. In secondo luogo, rafforza il ruolo del giudice come garante della legalità urbanistica, imponendogli di applicare le misure ripristinatorie previste dalla legge, anche quando le parti non ne facciano menzione nel loro accordo. Infine, la decisione della Cassazione di provvedere direttamente all’ordine, senza rinviare il caso a un altro giudice, assicura una maggiore efficienza e celerità nella tutela del territorio.

In caso di patteggiamento per un abuso edilizio, l’ordine di demolizione può essere escluso dall’accordo tra le parti?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’ordine di demolizione è una sanzione amministrativa accessoria obbligatoria e non rientra nella disponibilità delle parti. Il giudice deve emetterlo indipendentemente dall’accordo raggiunto.

Cosa succede se il giudice del patteggiamento omette di emettere l’ordine di demolizione?
La sentenza è viziata da violazione di legge e può essere impugnata. Come avvenuto in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la sentenza limitatamente a tale omissione e disporre direttamente l’ordine, senza necessità di un nuovo giudizio di merito.

L’ordine di demolizione è considerato una pena penale?
No, non è una pena penale. È qualificato come una sanzione amministrativa accessoria con funzione ripristinatoria, che consegue obbligatoriamente alla sentenza di condanna (o equiparata, come quella di patteggiamento) per reati edilizi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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