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Ordine di demolizione: non è una pena, no prescrizione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2607/2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino contro un ordine di demolizione per un immobile abusivo. Il ricorrente sosteneva l’estinzione dell’ordine per prescrizione, equiparandolo a una pena. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato: l’ordine di demolizione non è una sanzione penale, ma una sanzione amministrativa con finalità ripristinatoria. Pertanto, non si applica la prescrizione quinquennale e l’ordine deve essere eseguito indipendentemente dal tempo trascorso.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine di Demolizione: la Cassazione Conferma la sua Natura non Penale e l’Imprescrittibilità

Un ordine di demolizione per un immobile abusivo può estinguersi con il passare del tempo? Questa è la domanda al centro della recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha fornito una risposta chiara e in linea con il suo orientamento consolidato. Il caso riguardava il proprietario di un immobile, destinatario di un ordine di abbattimento risalente a oltre un decennio prima, il quale sosteneva che la sanzione fosse ormai prescritta. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, cogliendo l’occasione per ribadire un principio fondamentale: la demolizione non è una pena, ma una misura volta a ripristinare la legalità violata.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da due sentenze di condanna per abusi edilizi, divenute definitive nel 2010 e nel 2011, che includevano l’ordine di demolizione delle opere illecite. Trascorsi diversi anni senza che l’ordine venisse eseguito, il condannato si è rivolto al Giudice dell’esecuzione chiedendone la revoca, sostenendo che fosse intervenuta la prescrizione quinquennale prevista per le pene accessorie.

Il Tribunale di Velletri ha respinto l’istanza con un’ordinanza del luglio 2024. Contro questa decisione, l’interessato ha proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su due argomenti principali: la violazione della legge italiana sulla prescrizione delle pene e il contrasto con l’articolo 7 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che tratta del principio di legalità in materia penale.

La Tesi del Ricorrente: l’Ordine di Demolizione come Pena

Secondo la difesa, l’ordine di demolizione, pur essendo formalmente una sanzione amministrativa, avrebbe nella sostanza una natura punitiva. Di conseguenza, dovrebbe essere equiparato a una pena e, come tale, essere soggetto al termine di prescrizione di cinque anni previsto dall’articolo 173 del Codice Penale. A sostegno di questa tesi, il ricorrente ha richiamato l’interpretazione “sostanzialistica” del concetto di “pena” elaborata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Inoltre, veniva lamentato un grave e irreparabile danno per il nucleo familiare, derivante dall’esecuzione della demolizione di un immobile esistente, a detta del ricorrente, fin dal 1954 e oggetto di possibili procedure di regolarizzazione urbanistica.

La Decisione della Corte: la Natura Ripristinatoria dell’Ordine di Demolizione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendo la tesi del ricorrente “manifestamente infondata”. Gli Ermellini hanno ribadito un principio pacifico e costante nella giurisprudenza: l’ordine di demolizione impartito dal giudice penale non ha natura di pena, bensì di sanzione amministrativa con un carattere ripristinatorio.

Vediamo i punti chiave del ragionamento della Corte:

1. Finalità non Punitiva: Lo scopo della demolizione non è punire l’autore del reato, ma eliminare le conseguenze dannose dell’abuso edilizio, ripristinando l’assetto urbanistico e ambientale del territorio.
2. Natura Reale: La sanzione non colpisce la persona del reo, ma l’immobile abusivo. Essa si applica a chiunque sia in rapporto con il bene, indipendentemente dal fatto che sia l’autore materiale dell’illecito.
3. Inapplicabilità della Prescrizione Penale: Poiché non si tratta di una pena principale, la disposizione dell’art. 173 cod. pen. sulla prescrizione non è applicabile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida base giurisprudenziale, sia nazionale che europea. I giudici hanno sottolineato come anche la Corte EDU, in una recentissima sentenza (Longo c. Italia del 12 settembre 2024), abbia confermato questa impostazione. La Corte di Strasburgo ha infatti riconosciuto che l’ordine di demolizione persegue uno scopo funzionale di ripristino dello stato dei luoghi e, pertanto, non rientra nella nozione di “pena” ai sensi dell’art. 7 della Convenzione. Questa convergenza tra giurisprudenza interna e sovranazionale chiude definitivamente il cerchio sulla questione.

La Corte ha inoltre dichiarato generica e priva di concretezza l’altra doglianza del ricorrente, relativa alla pendenza di ricorsi amministrativi. Per poter essere valutata, una simile argomentazione avrebbe dovuto essere supportata da elementi specifici e dettagliati, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rafforza un principio cardine in materia di abusivismo edilizio: l’ordine di demolizione è uno strumento imprescrittibile. Chi realizza un’opera illecita non può sperare che il semplice decorso del tempo sani la situazione e lo metta al riparo dall’esecuzione della sanzione. Questa decisione riafferma la prevalenza dell’interesse pubblico alla tutela del territorio e alla legalità urbanistica rispetto all’interesse privato del singolo. Per i cittadini, il messaggio è inequivocabile: la strada per sanare un abuso edilizio non passa dall’attesa della prescrizione, ma esclusivamente dalle procedure previste dalla legge, ove applicabili.

L’ordine di demolizione di un immobile abusivo si estingue per prescrizione come una pena?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è una pena, ma una sanzione amministrativa con finalità ripristinatoria, e quindi non è soggetto alla prescrizione prevista per le pene dall’art. 173 del codice penale.

Secondo la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), l’ordine di demolizione è considerato una “pena”?
No. Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (sentenza Longo c. Italia) ha confermato che l’ordine di demolizione ha uno scopo funzionale di ripristino dei luoghi e non uno scopo punitivo, escludendolo dalla nozione di “pena” ai sensi dell’art. 7 della Convenzione.

Avere in corso un ricorso amministrativo per regolarizzare l’immobile può bloccare l’esecuzione della demolizione?
Non automaticamente. Nel caso specifico, il ricorso è stato giudicato inammissibile anche perché la doglianza su questo punto era troppo generica e priva di elementi concreti che ne dimostrassero la rilevanza e l’effettiva incidenza sul procedimento esecutivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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